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20 Ottobre 2023
16:17

Migrante viaggia verso gli USA con il suo meticcio Niño, ma una gang rapisce e uccide il cane

Il giovane migrante colombiano Amílcar Jaimes viaggiava verso gli Stati Uniti con il suo cane Niño, quando una gang che voleva rapinarlo ha afferrato il povero meticcio e lo ha gettato con forza in strada mentre una roulotte stava arrivando a gran velocità, uccidendolo.

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cane

Era tutta la sua famiglia e con lui ha attraversato 12 Paesi alla ricerca del "sogno americano”, ma quel legame così forte si è spezzato all’improvviso quando una banda di criminali ha rapito il povero Niño, un meticcio nero, per poi ucciderlo nel più barbaro dei modi, ovvero gettandolo in strada sotto una roulotte.

Una tragedia, quella vissuta dal giovane migrante colombiano Amílcar Jaimes che con il suo inseparabile amico ha vissuto due anni di sfide e avventure, che si è consumata vicino ai binari della stazione di Monterrey. Il ragazzo, preso di mira dalla gang che voleva rapinarlo, ha reagito alla violenza riuscendo a scappare con grande rabbia dei criminali che per vendetta del colpo andato male, hanno afferrato il povero Niño e lo hanno gettato con forza in strada nel momento preciso in cui una roulotte stava arrivando a gran velocità. L’impatto è stato talmente violento che il cane è morto sul colpo.

Inconsolabile il povero Amílcar, davanti a quella crudeltà inferta al suo adorato amico: il suo racconto al Fuerza Informativa Azteca è a dir poco straziante e si può ben immaginare, immedesimandosi e conoscendo la preoccupazione e il dolore che si prova quando il nostro animale ha solo qualche disturbo di nessuna gravità. In questo caso, c’è addirittura una morte e anche violenta che non sarà facile metabolizzare per il ragazzo che quando descriveva il loro rapporto diceva sempre «ci prendiamo cura l’uno dell’altro, confortandoci a vicenda».

Del resto con il suo fedele amico «sua fonte di conforto in mezzo all'incertezza e faro di familiarità in terre sconosciute», il ragazzo aveva un progetto: raggiungere il Nuevo León in Messico per poi da lì arrivare negli Stati Uniti. E per farlo Amilcar e Niño sono partiti dalla Colombia attraversando Brasile, Venezuela, Ecuador, Perù, Panama, Costa Rica, Nicaragua, Belize, Honduras e Guatemala. Loro due, sempre loro due, insieme ad affrontare il mondo, aiutandosi e sostenendosi, anche se questa volta Amilcar non è riuscito a fare nulla per salvare Nino, cosa di cui soffrirà per sempre.

E, adesso, al ragazzo rimane solo un sogno ancora da portare a termine e il dolore per un addio che mai avrebbe pensato di dover dire. Sui social ha ricordato i bei momenti condivisi e la profonda tristezza che ora lo travolge. Chissà se adesso cancellerà o sospenderà il suo progetto di arrivare in America, anche se sembrerebbe strano si fermasse proprio ora. Ma di questo Amilcar non ci informa. La tragica fine del viaggio di Amílcar e Niño mette, però, in luce la dura realtà affrontata dai migranti, le cui storie sono crudeli promemoria di quanto le persone siano disposte a spingersi per cercare una vita migliore, spesso rischiando tutto ciò che hanno di più caro.

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Simona Sirianni
Giornalista
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