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«Lupo attacca un capriolo lungo la strada sulle Alpi», ma è un Cane Lupo Cecoslovacco e non si trova in Italia

Da alcuni giorni circolano sul web le immagini di un Cane Lupo Cecoslovacco che preda un capriolo lungo una strada straniera. L'esperta del progetto Life WolfAlps EU spiega a Kodami perché non può essere un lupo e per quale motivo è importante non diffondere notizie scorrette.

19 Ottobre 2022
17:21
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Da alcuni giorni circola sul web il video di un canide intento a predare un capriolo sul bordo di una strada. Le immagini sono state riportate anche da alcune testate nazionali, dove l'animale viene descritto come un "lupo famelico" che compie una predazione in Val Pellice, in provincia di Torino.

La verità è però un'altra e per fare chiarezza sulla questione, abbiamo chiesto di analizzare il video a Laura Scillitani, esperta di comunicazione scientifica e componente del team di Life WolfAlps EU, il progetto transnazionale che, tra le altre cose, si occupa di diffondere informazioni corrette sulla specie.

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«Innanzitutto bisogna dire che non si tratta affatto di un lupo, bensì un Cane di razza Lupo Cecoslovacco – spiega l'esperta – Inoltre, il video non è stato girato in Italia, come si può notare dalla segnaletica stradale, che è ben diversa da quella del nostro paese».

Come distinguere le specie

Non è la prima volta che i Cani Lupi Cecoslovacchi vengono scambiati per lupi e risale, infatti, a poche settimane fa una vicenda simile, avvenuta nei pressi di Ferrara, dove due cani intenti a risalire un argine sono stati confusi per selvatici, generando molta preoccupazione in città.

«Per non rischiare di cadere in confusione, bisogna prestare attenzione alla struttura del corpo dell'animale: mentre i Cani Lupi Cecoslovacchi possono arrivare anche ai 45 chili di peso, infatti, i lupi generalmente non superano i 35 – spiega l'esperta –  Inoltre le orecchie del lupo sono arrotondate e leggermente più corte rispetto a quelle del cane che vediamo nel video. Infine, la coda del Cane Lupo Cecoslovacco è nettamente più lunga rispetto a quella dei lupi».

Le immagini ritraggono quindi un animale domestico lasciato libero di muoversi sul territorio, intento a predare un selvatico, probabilmente precedentemente investito da un'auto.

«Mentre il consumo di un capriolo da parte di un lupo rappresenta il compimento del ruolo ecologico di un predatore all'interno di un ecosistema – aggiunge Scillitani – Nel caso in cui ad uccidere l'ungulato sia una specie domestica, il fenomeno ha un valore molto diverso. A differenza del lupo, infatti, il cane non ha la vera e propria necessità di predare il selvatico, anche se mantiene ancora oggi l'istinto predatorio, come possiamo vedere nel video. Questo tipo di incontri è rischioso per le altre specie che, spesso, sono obbligate a interrompere ciò che stanno facendo per correre via dal pericolo e, di conseguenza, hanno un dispendio energetico importante».

«Notizie scorrette favoriscono un senso eccessivo di pericolosità»

La diffusione di informazioni superficiali e scorrette, però, rappresenta anche un rischio per la coesistenza tra gli animali selvatici e gli esseri umani.

«Video e immagini come queste, soprattutto se abbinate a toni allarmistici , contribuiscono ad aumentare il senso di allarme e pericolosità – spiega l'esperta – Per questo motivo, chi veicola le informazioni deve essere quanto più preciso possibile. L'utente rischia altrimenti di allontanarsi dalla comprensione dei fenomeni che ha osservato e scandalizzarsi, ad esempio, per la predazione di un ungulato da parte di un lupo, sebbene ciò faccia a tutti gli effetti parte degli schemi della natura».

Vi è infine un ultimo aspetto che, secondo Scillitani, va analizzato con attenzione prima di diffondere immagini e informazioni riguardo il lupo e, più in generale, sui predatori: «La deontologia professionale di chi lavora nel settore dell'informazione vuole che le notizie vengano sempre verificate prima di essere diffuse e, insieme ad esse, deve essere accertato anche il luogo in cui avvengono – e conclude – Talvolta si rischia di cadere in errore, per via della fretta, purtroppo però, parlare di fatti avvenuti in Italia quando invece il video riguarda una predazione avvenuta altrove, significa aumentare la sensazione di prossimità da parte del pubblico e, di conseguenza aumentare un senso di urgenza e di preoccupazione, che favorisce, a sua volta, un rapporto di paura nei confronti della specie».

Kodami non riporta il video in questione, perché le immagini nulla aggiungono a quanto già descritto e spiegato e per non fare da cassa di risonanza ulteriore nella diffusione. 

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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