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I militanti del gruppo Centopercentoanimalisti, nella notte tra il 25 e 26 maggio, hanno tappezzato con decine di manifesti di protesta il percorso della 18esima tappa del Giro d'Italia partita da Borgo Valsugana, in provincia di Trento. "Lo sport non cancella l'odore" è il messaggio rivolto alla politica trentina.
"Una competizione così prestigiosa non può far dimenticare però, le vergogne di una terra bellissima dal punto di vista naturalistico e faunistico, abitata dalla stragrande maggioranza, da persone per bene – si legge nel comunicato – Tuttavia, una terra macchiata troppe volte dal sangue innocente degli Animali".
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Al centro delle proteste soprattutto ex governatore Ugo Rossi, accusato della morte dell'orsa Kj2 avvenuta nel 2017 insieme al dirigente del servizio foreste e fauna Maurizio Zanin. Entrambi sono stati però assolti dal PM perché il fatto non sussiste.
A rendere purtroppo famosa l'orsa KJ2 fu l'aggressione a Wladimir Molinari, un podista che si trovava insieme al suo cane nei boschi di Cadine, a Ovest di Trento nel 2015. Già in quell'occasione, l'allora presidente della Provincia Autonoma Ugo Rossi, definì KJ2 «un'orsa con criticità comportamentali» e ne ipotizzò per la prima volta la cattura o l'uccisione.
L'abbattimento avvenne due anni dopo, il 12 agosto 2017, in seguito a una seconda aggressione, questa volta ai danni di un escursionista di nome Angelo Metlicovez, che stava percorrendo il sentiero che porta a Terlago dal secondo lago di Lamar, in località Predera. Il giorno in cui venne uccisa con un colpo di fucile, KJ2 aveva 13 anni e accanto a lei si trovavano anche i suoi due cuccioli.
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Il gruppo Centopercentoanimalista, più volte in passato a preso di mira eventi sportivi per attirare l'attenzione sulle controverse politiche trentine legate alla gestione della fauna e non solo. Di recente hanno partecipato alla manifestazione organizzata a Verona per chiedere la liberazione dei Beagle usati per la sperimentazione animale nell'azienda farmaceutica Aptuit.
Inoltre hanno più volte segnalato e denunciato maltrattamenti e illeciti contro la fauna selvatica, come l'uomo che inseguì spingendo sull'acceleratore un gruppo di quattro lupi a Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno.