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21 Aprile 2021
9:40

Le vibrisse non sono semplici baffi, per il gatto sono molto di più

I baffi del gatto si chiamano vibrisse e non hanno solo una funzione estetica. Sono, infatti, veri e propri organi di senso, legati al sistema nervoso. I gatti le usano per orientarsi, mantenersi in equilibrio, cacciare e comunicare, per questo non vanno mai tagliate. Vediamo tutto quello che c'è da sapere sulle vibrisse.

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I baffi del gatto si chiamano vibrisse. Il termine deriva dal latino e significa “vibrare”. Come gli altri peli anche le vibrisse sono fatte di cheratina, ma sono comunque molto più spesse. Quelle più lunghe sono i baffi. Sono composte da una base (radice) molto vascolarizzata e uno stelo di forma cilindrica, appuntito e ricco di terminazioni nervose sensoriali. La particolarità è che non hanno solo una funzione estetica, ma hanno importantissime funzioni per la sopravvivenza dell’animale. Sono, infatti, dei veri e propri organi tattili che permettono al gatto di percepire gli spazi in cui muoversi. Guai, quindi a tagliarle! Il gatto perderebbe la sua capacità di percepire lo spazio in cui muoversi.

Quanti baffi hanno i gatti e dove si trovano?

In generale i baffi di un gatto sono 24, 12 per ciascun lato, anche se può capitare che un gatto ne abbia di più: molto può dipendere dalla razza. Sono disposte su quattro file orizzontali ai lati del muso e le due superiori sono indipendenti rispetto a quelle inferiori. Non solo, ma i baffi sono della stessa lunghezza della larghezza del corpo del gatto e fornendo informazioni sulla ampiezza dello spazio, permettono al gatto di stabilire dove gli è possibile passare e quindi di capire se può infilarsi anche negli spazi più stretti. Le vibrisse si trovano anche sulla mandibola, sugli zigomi, sulle labbra, sul mento e sulle sopracciglia. Sono anche sulle zampe e queste servono al gatto soprattutto per cacciare. In effetti la grande particolarità è proprio quella che originano da un bulbo pilifero localizzato più profondamente e in una zona riccamente innervata in modo che a qualsiasi spostamento l’avvallamento che si crea nel derma invia un segnale sensoriale al sistema nervoso centrale che lo elabora.

Come funzionano le vibrisse?

Le vibrisse sono legate al sistema nervoso perché nascono nell’ipoderma, in una zona molto profonda e molto innervata e capillarizzata. Questo fa sì che a qualsiasi spostamento, l’avvallamento che si crea nel derma invia un segnale sensoriale al sistema nervoso centrale che lo elabora. Rappresentano un fondamentale centro di trasmissione di impulsi al cervello, da quelli tattili ai termici e dolorifici. Sono in pratica il “sesto senso” dei nostri amici felini, con cui captano tutto ciò che avviene intorno. Svolgono la funzione di un radar che il micio utilizza per percepire ed esplorare l’ambiente circostante. Le vibrisse forniscono importanti informazioni sui movimenti dell’aria e sono quindi molto sensibili alle correnti d’aria più impercettibili. Forniscono al gatto informazioni fondamentali anche sugli oggetti che eventualmente tocca permettendogli così di distinguere forme e dimensioni degli ostacoli che trova davanti o intorno a sé.

A cosa servono le vibrisse?

Attraverso le vibrisse il gatto mantiene l'equilibrio e riesce a esplorare l'ambiente che lo circonda, così da potersi muovere con maggiore cognizione di causa. Con le vibrisse riesce ad arrampicarsi e a muoversi al buio, a “prendere le misure” degli spazi in cui vuole passare, capendo se, per esempio, l'ingresso di una tana è abbastanza ampio da permettergli il passaggio dell'intero corpo. Possono essere paragonati ai sensori di posizione delle macchine, poiché riescono a fargli percepire la sua grandezza anche laterale. Inoltre, quelle in particolare sulle zampe, servono al gatto per cacciare, perché gli forniscono, molto rapidamente, le informazioni sulla forma e sui movimenti della preda. Una sorta di due occhi in più per capire come catturare il suo bottino. In questo caso sono talmente fondamentali che, quando sono danneggiate, il gatto può mordere il topo dalla parte sbagliata del corpo, di fatto determinandone la fuga.

Cosa comunicano i baffi del gatto?

Come abbiamo imparato, per comprendere gli stati d’animo dei gatti è fondamentale conoscere alcuni comportamenti più comuni, come le fusa, il miagolio o i movimenti della coda. Ma anche le vibrisse rientrano in quelle parti del corpo che  aiutano a capire cosa sta pensando il micio. Attraverso i baffi, o meglio dalla posizione in cui si trovano, infatti, il gatto manda dei messaggi ben precisi. Per esempio quando sono curve, ad arco riflettono uno stato rilassato, tranquillo. Quando sono all'indietro invece, il micio è all’erta, invece, e sta per attaccare. Sente che potrebbe esserci un pericolo imminente o sta per attaccare la sua preda, dopo averla puntata. Infine, quando sono orientate in avanti vuol dire che è in moto la sua tipica curiosità e sta esplorando lo spazio intorno a sé. Generalmente, quando le vibrisse sono in questa posizione, significa che il micio è in esplorazione, magari di un nuovo ambiente o semplicemente sta annusando qualche oggetto o una persona sconosciuta

Cosa succede se si tagliano i baffi a un gatto?

Proprio perché sono come sensori aiutano il gatto a mantenersi in equilibrio e gli permettono l’agilità, le vibrisse non vanno mai tagliate. Il rischio è che il micio, sentendo il suo movimento meno certo, diventi insicuro e impaurito. Se tagliate non sanguinano, ma il problema non è quello. L'elemento importante da comprendere è che sono indispensabili al micio per orientarsi e tagliarle sarebbe come togliere la vista a una persona.Se per caso se ne trova una per casa, non c'è da preoccuparsi perché le vibrisse, seguendo il ciclo della caduta e della ricrescita dei peli, cadono naturalmente e ricrescono da sole. Tuttavia, non è normale trovarne frequentemente. In questo caso, allora, sarebbe meglio rivolgersi a un veterinario per un controllo più approfondito. Le cause della perdita dei baffi nei gatti possono essere legate a parassiti, quindi a infezioni della pelle, come per esempio la dermatite, che indeboliscono le radici, causando la perdita di pelo e quindi anche dei baffi. Può trattarsi anche di un trauma come per esempio una lotta con un micio andata male. O ancora di disturbi ormonali. In tutti questi casi, meglio non perdere tempo e affidarsi ad un veterinario.

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Simona Sirianni
Giornalista
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