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17 Dicembre 2021
17:12

Le settanta specie di organismi scoperti nel 2021 dalla California Academy of Sciences

Un anno d'oro per l'istituto di ricerca californiano, che ha festeggiato quest'anno le 70 specie di organismi descritte dai suoi ricercatori e collaboratori. Un'ulteriore riprova di quanto ancora possiamo scoprire.

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I biologi e naturalisti della California Academy of Sciences hanno appena tirato le somme di un anno, il 2021, che (almeno da questo punto di vista) è risultato brillante per quanto riguarda le scoperte effettuate. Sono state infatti descritte ben settanta specie di organismi appartenenti ai regni vegetali e animali, aggiungendo interessanti rami all'Albero della vita.

Tra queste: quattordici specie di scarafaggi, dodici lumache di mare, nove formiche, sette pesci, sei scorpioni, cinque stelle marine, cinque piante a fiore, quattro squali e razze, tre ragni, due penne di mare, un muschio, un pesce pipa pigmeo e una cecilia.

Per raggiungere questo traguardo hanno collaborato più di una dozzina di scienziati dell'Accademia, insieme a numerosi collaboratori internazionali. Un'ulteriore prova di quanto il nostro pianeta possa ancora sorprenderci con luoghi inesplorati e piante e animali unici, distribuiti in tutti i continenti e gli oceani, dalle foreste più impenetrabili ai vasti deserti interni, fino alle profondità marine.

Ma conosciamo insieme i più interessanti di questi organismi scoperti nell'ultimo anno.

Una nuova specie di pesce pipa pigmeo

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A largo della costa dell'isola del Nord, in Nuova Zelanda, è stata descritta una nuova specie di pesce pipa pigmeo, Cylix tupareomanaia, un gruppo di pesci affini ai cavallucci marini. I ricercatori lo hanno chiamato Cylix, dal latino "calice", per la struttura ossea a forma di coppa sulla sua cresta, mentre l'epiteto specifico tupareomanaia è Maori e significa "ghirlanda del cavalluccio marino". È la prima volta che una tribù Maori è stata coinvolta nel nominare una specie endemica dell'isola del Nord.

Le cecilie di São Tomé

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Quante sono le specie di cecilie, anfibi vermiformi diffusi negli ecosistemi tropicali, che vivono sull'isola di São Tomé, a largo della costa africana? Per la dottoressa Rayna Bell sono due, diversificatesi poche centinaia di migliaia di anni fa.

Circa 300 mila anni fa, un'intensa attività vulcanica ha striato São Tomé di colate laviche, dividendo l'isolae le cecilie che l'abitavanoin ambienti unici e isolati. Questa separazione probabilmente ha causato la divergenza di due specie, le quali si sono lentamente adattate per selezione naturale alle diverse condizioni ambientali dei due territori. Con l'erosione delle colate laviche, le barriere un tempo impenetrabili sono scomparse, permettendo alle due specie risultanti di tornare a vivere di nuovo vicine. Millenni di incroci e ibridazioni da allora hanno confuso i ricercatori, offuscando le linee genetiche tra di loro. Sebbene il lungo dibattito su questa specie sia familiare, la scoperta di Bell, supportata da robuste analisi genetiche, è un passo importante verso la comprensione e la protezione di entrambe le cecilie di São Tomé.

Scorpioni della corteccia messicani

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Nelle volte delle foreste tropicali delle valli messicane è possibile incontrare abitanti inaspettati, come le sei nuove specie di scorpioni della corteccia. Una di queste, Centruroides catemacoensis, ha sviluppato una tattica straordinaria per sfuggire ai predatori: non appena lo scorpione riconosce un potenziale pericolo, si lascia immediatamente cadere dai rami, atterrando nel morbido sottobosco sottostante a decine di metri di distanza. Questo interessantissimo comportamento ha aiutato i ricercatori, che hanno effettuato le ricerche facendo vibrare i rami lontani con lunghi tubi di PVC per poi setacciare il terreno alla ricerca degli esemplari.

Pesci chitarra a macchie blu

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Due nuovi pesci chitarra, il pesce chitarra a macchie blu di Socotra (Acroteriobatus stehmanni) ed il pesce chitarra a macchie blu del Madagascar (Acroteriobatus andysabini) sono state descritte dall' ittiologo David Ebert. Queste due razze sono particolarmente minacciate dal sovrasfruttamento per fini alimentari da anni, anche prima della loro descrizione ufficiale. Anche in questo caso il primo passo per la loro protezione non poteva che essere il loro riconoscimento scientifico.

Sgargianti stelle marine

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Esplorando le acque dell'Isola di Pasqua e della Nuova Caledonia Christopher Mah, ricercatore specializzato in zoologia degli invertebrati, ha descritto nell'ultimo anno cinque nuovi echinodermi, un gruppo di animali marini che include stelle marine, ricci di mare, cetrioli di mare e stelle serpentine. Animali dai colori appariscenti come Uokeaster ahi, che "infiamma" le barriere coralline con il suo colore arancione brillante: non a caso ahi in lingua locale significa "fuoco".

Le stelle marine sono, incredibilmente, delle voraci consumatrici di tutto ciò che può crescere sul fondale, e contribuiscono in modo importante alla salute delle barriere coralline. Perdendole, verrebbe a sconvolgersi un delicato equilibrio. Pertanto più ne sappiamo, meglio possiamo proteggere questi ecosistemi sempre più fragili. Un concetto ben spiegato da Christopher Mah in una recente comunicato stampa dell'istituto: non si sa mai quale beneficio verrà dallo studio dell'ignoto, se si tratta di un beneficio tangibile come un farmaco antitumorale o di un beneficio ecologico come una migliore protezione delle barriere coralline.

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