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11 Luglio 2022
12:11

Le Isole Faroe limiteranno la caccia ai delfini a “soli” 500 esemplari l’anno

Dopo le polemiche per la mattanza record dello scorso anno, il governo delle Isole Faroe ha deciso di abbassare la quota di delfini e altri cetacei cacciabili a 500 esemplari.

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Le Isole Faroe hanno annunciato che limiteranno temporaneamente la caccia ai delfini a "soli" 500 esemplari l'anno. La decisione arriva dopo le forti polemiche dello scorso settembre, quando l'uccisione di quasi 1.500 delfini scatenò forte indignazione a livello internazionale. In molti definirono quella stagione di caccia come «il più grande massacro della storia» e anche lo stesso governo dell'arcipelago ammise che il numero di cetacei uccisi fu «insolitamente alto» e «probabilmente insostenibile sul lungo periodo».

La cosiddetta "Grindadráp", o "Grind" – la caccia a balene e delfini che rappresenta per i faroesi una tradizione – per quanto contestata, è purtroppo ancora legale alle Faroe, nonostante la bufera di critiche arrivate lo scorso anno anche dai media locali, solitamente molto tolleranti, e persino da molti sostenitori dichiarati della caccia, politici compresi.

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Le Faroe sono un arcipelago a governo autonomo che fa parte del Regno di Danimarca, situate tra l'Islanda e la Norvegia. In nome della tradizione, i cacciatori circondano i delfini con un ampio semicerchio di barche da pesca e li conducono speronandoli con le imbarcazioni in una baia poco profonda, dove gli animali finiscono per arenarsi. Altri pescatori, posizionati sulla riva, uccidono quindi i cetacei con coltelli, uncini e lame, tingendo di rosso le acque della baia.

Ogni anno le immagini terribili di questa sanguinosa mattanza fanno il giro del mondo e nonostante tutti considerino questa pratica barbara e anacronistica, la stessa gode però ancora di ampio appoggio tra gli abitanti delle isole, dove i delfini hanno sfamato per secoli la popolazione locale.

Oggi, chiaramente, delfini, globicefali e altri cetacei non costituiscono più una fonte alimentare importante per i faroensi, tuttavia il governo continua a sostenere il contrario e, pur fissando il limite provvisorio a 500 capi all'anno, ha dichiarato che persino una quota di circa 825 cetacei sarebbe «ben al di sotto dei limiti sostenibili».

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Questa soglia sarà comunque riesaminata dopo il parere del comitato scientifico della North Atlantic Marine Mammal Commission, che arriverà nel 2024. Anche le modalità di caccia – sempre secondo il governo – saranno riesaminate per stabilire metodi per uccidere «il più velocemente ed efficientemente possibile».

In un epoca di grandi sconvolgimenti ecologici ed estinzioni di massa è davvero assurdo che simili massacri legalizzati possano ancora esistere solo perché considerati "tradizione". L'attenzione del mondo sulla Grindadráp non è mai stata così alta come oggi ed è arrivato il momento di provare a cambiare qualcosa. In un modo o nell'altro il governo danese dovrà rendersene conto e non basterà ridurre semplicemente la quota di animali cacciabili.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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