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16 Dicembre 2021
8:20

Le femmine la fanno strano: i diversi modi in cui le femmine fanno la pipì

I cani femmina fanno pipì in almeno tre modi diversi: accovacciate, a zampa alzata e a zampa sollevata direzionando il flusso. Modi diversi per comunicare informazioni diverse.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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I cani femmina fanno pipì almeno in tre modi diversi. La maggior parte la fa semplicemente accovacciandosi, portando il bacino verso terra, altre invece possiedono un repertorio più ampio. Perché? Il modo di fare pipì esprime un determinato stile sociale del soggetto. Prima di entrare nei dettagli proviamo però a fare un po' di chiarezza, in modo da permettere a tutti una più facile comprensione.

I cani, indipendentemente dal sesso, fanno pipì non solo per espletare un  bisogno fisiologico ma anche per comunicare con i propri simili e lasciare tracce di sé nell’ambiente. Nel linguaggio tecnico l’azione del fare pipì viene definita con il termine marcare.

Che cosa sono le marcature

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Le marcature hanno un valore comunicativo di grande importanza, hanno molti significati e permettono di comprendere le intenzioni di un soggetto. Nella tradizione etologica e nella vulgata cinofila si sente dire che il cane marca per segnare il territorio. Al contrario, invece, l’azione del marcare testimonia nel cane una struttura comunicativa molto articolata e che possiede molteplici significati e molti livelli di lettura. In questo caso piuttosto che concentrarci sui significati delle marcature, proviamo ad approcciare l’argomento partendo da un altro punto di vista. Che carattere ha, o meglio, quali intenzioni sociali ha un cane che marca in un determinato modo? Prima di capire il perché di una marcatura e cosa significa, dobbiamo osservare il come viene fatta. Il come si intende: a) la meccanica anatomica dei movimenti della minzione; b) la tensione muscolare, la direzione dello sguardo, la mimica facciale del soggetto, nel momento in cui esegue il gesto; c) l’intensità della marcatura, intesa come la somma degli elementi precedenti con l’aggiunta di gesti comunicativi particolari come raspare con le zampe o ringhiare. Si, perché a volte i cani, anche in assenza di un interlocutore, mentre marcano ringhiano. Concentriamoci ora sulla meccanica del fare la pipì nel cane femmina.

In quanti modi diversi fa la pipì il cane femmina?

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Posizione accovacciata

Il cane femmina fa pipì in tre modi diversi: a) accovacciata; b) con una zampa alzata, divaricata; c) con una zampa sollevata direzionando il flusso della minzione su un determinato target. Il cane femmina che per marcare porta il bacino verso terra esegue la più classica delle posture e rappresenta la cifra neutra di questo comportamento. Alcune femmine sollevano una delle due zampe in modo vistoso. Il gesto è plateale ma la sua meccanica non presenta una balistica della minzione atta a colpire un determinato target, come un palo, un cespuglio, un ciuffo d’erba, ecc… Il gesto ha una valenza caratteriale.

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Posizione a zampa alzata

Chi lo fa è generalmente ascrivibili alla categoria dei cani reattivi. Soggetti emotivi che attivano in una determinata situazione sociale una risposta comportamentale molto veloce. La reattività è una particolare caratteristica personale che non deve essere connotata in modo né positivo né negativo. Marcano in questo modo sia quei soggetti che poco sopportano l’avvicinamento di un maschio che vuole odorarle sia quelle che invece si dimostrano da subito aperte e disponibili al gioco. Da una femmina che marca con la zampa alzata e divaricata, di sicuro, non dobbiamo aspettarci un carattere indeciso. Il cane femmina che marca con la zampa sollevata e che cerca di direzionare il flusso della minzione verso un punto specifico, generalmente bersagliato da cani maschi, è perlopiù un cane che possiede una forte motivazione sociale.

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Posizione a zampa sollevata

Sono femmine che hanno come obbiettivo quello di assumere una rilevanza nelle dinamiche di gruppo, in modo particolare, in quelle che riguardano la polarità maschio-femmina. L’obbiettivo dei soggetti che marcano in questo modo è palesemente quello di sovrascrivere, ovvero marcare sopra, alla pipì dei maschi. L’intento non è quello di dimostrarsi disponibile all’accoppiamento quanto piuttosto di proporsi come protagonista all’interno delle dinamiche sociali. Come ultima nota di approfondimento dobbiamo constatare che spesso i cani femmina presentano l’intero repertorio descritto dei modi di marcare. In questo caso la varietà espressiva, dei modi di marcare, evidenzia nel soggetto un’alta motivazione sociale, da non confondere necessariamente con socievolezza.  Un’ottima capacità comunicativa di esprimere le proprie intenzioni e il proprio modo di essere.

Perché il cane femmina marca diversamente dagli altri?

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Il cane femmina che marca in modo diverso a seconda della situazione, dimostra la capacità di comprendere i contesti sociali e di saper adeguare il proprio stile comunicativo. Non pensate dunque che quando un cane fa pipì si sta semplicemente liberando di un bisogno. Marcare non vuol dire solo rivendicare il proprio territorio. Non solo i cani maschi marcano ma anche le femmine e lo fanno anche in modo più articolato.  Il canale chimico-olfattivo è un’asse molto importante della comunicazione del cane, capace di dare sostanza alle intenzioni di un soggetto all’interno del contesto sociale. Da questo momento in poi, cercate di fare attenzione e di rispettare questa esigenza espressiva del cane. Compatibilmente con il buon senso e l’educazione civica, non tiratelo via mentre annusa con interesse un punto prima di marcare. Non sta “sporcando" ma semplicemente parlando la sua lingua.

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David Morettini
Educatore e istruttore cinofilo CZ
Laureato in Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Firenze, educatore e istruttore cinofilo. Sono docente SIUA e di altre scuole di formazione cinofila, e docente nei master universitari di istruzione cinofila e medicina comportamentale. La mia missione è quella di formare persone che sappiano lavorare nel pieno rispetto della dignità e dell’intelligenza del cane, tutelandone l’autonomia e non la dipendenza dall’essere umano.
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