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8 Settembre 2023
11:55

Le differenze tra umani e bonobo nell’organizzazione delle informazioni

Grazie ad una nuova ricerca, è emerso che i bonobo non sono in grado di riconoscere e memorizzare stimoli sequenziali, a differenza di noi umani.

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Il senso dell'organizzazione è una delle capacità più importanti che possediamo come esseri umani. Grazie alla memoria e alla corretta distribuzione dei ricordi e all'assimilazione delle informazioni, siamo in grado di pianificare la nostra vita tassello dopo tassello. Uno studio recentemente pubblicato su PLoS ONE ha dimostrato che questa abilità potrebbe essere unica tra gli esseri umani. Questa ricerca sottolinea che neanche i nostri parenti più prossimi, come i bonobo, condividono la con noi la capacità di organizzare le informazioni in modo simile.

Studi precedenti hanno suggerito che solo gli esseri umani possiedono la capacità di riconoscere e ricordare le cosiddette informazioni sequenziali, cioè stimoli forniti in sequenza, e che questa capacità è un elemento fondamentale alla base delle abilità culturali umane uniche. Tuttavia, non sono mai state testate queste competenze nei parenti più prossimi all'uomo, cioè le altre grandi scimmie antropomorfe. Per questo un gruppo di ricercatori ha deciso di vederci chiaro mettendole alla prova.

Gli scienziati hanno condotto esperimenti con i bonobo utilizzando schermi computerizzati che registravano automaticamente il comportamento dei primati quando toccavano lo schermo. I risultati dell'indagine rivelano che i bonobo dimenticano rapidamente gli stimoli visivi, come ad esempio un quadrato blu, appena 5-10 secondi dopo che questi scompaiono dallo schermo. Inoltre, hanno mostrato grandi difficoltà nel distinguere tra le sequenze di stimoli, ad esempio tra "quadrato blu" e "quadrato giallo", nonostante abbiano affrontato questa sfida migliaia di volte. Questi risultati suggeriscono che i bonobo non formano ricordi a lungo termine per questo specifico tipo di stimoli e trovano difficile distinguerli tra loro.

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D'altra parte, gli esseri umani hanno dimostrato di essere in grado di imparare a distinguere le sequenze di stimoli quasi istantaneamente. Tuttavia, rimane ancora da scoprire come i nostri parenti più stretti possano ricordare e utilizzare le informazioni sequenziali in modo più dettagliato. Il professor Magnus Enquist, uno dei fondatori del Center for Cultural Evolution, sottolinea che sebbene i risultati suggeriscano che la memoria di lavoro dei bonobo funzioni in modo simile a quella dei ratti e dei piccioni, è necessario condurre ulteriori ricerche per confermare questa ipotesi nella pratica.

«Questa scoperta rappresenta un tassello aggiuntivo nel complesso puzzle che cerca di spiegare le differenze nelle abilità cognitive tra gli esseri umani e gli altri animali. Viene evidenziato il motivo per il quale solo gli esseri umani sono in grado di utilizzare il linguaggio, pianificare viaggi nello spazio e sfruttare la Terra in modo così efficiente, al punto da rappresentare una seria minaccia per numerose altre forme di vita», afferma Johan Lind, professore associato di etologia e vicedirettore presso il Centro per l'evoluzione culturale dell'Università di Stoccolma.

La strada da fare è ancora lunga, ma risultati del genere sono comunque importanti perché forniscono ulteriore supporto all’ipotesi della memoria sequenziale secondo cui durante la preistoria umana si è evoluta la capacità di ricordare ed elaborare stimoli in sequenza, un meccanismo necessario per molti fenomeni unicamente umani come il linguaggio, la pianificazione a lungo termine e il pensiero sequenziale. Tuttavia, sarà necessario svolgere ulteriori studi per comprendere meglio questi processi cognitivi nei bonobo e, perché no, anche in altri animali. Solo così sarà possibile definire con certezza le differenze che intercorrono loro e e noi umani.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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