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7 Marzo 2023
14:20

Le api formano mappe mentali per orientarsi grazie agli elementi lineari del paesaggio

Un nuovo studio afferma come le api siano in grado di utilizzare gli elementi orizzontali del paesaggio, come strade e canali di irrigazione, per orientarsi e creare una mappa mentale.

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Prima dell'invenzione del GPS e le trasmissioni radio i piloti si orientavano nel cielo osservando strade e ferrovie: suggestivi elementi lineari del paesaggio facilmente distinguibili. Un recente studio ha dimostrato come anche le api mellifere si orientano allo stesso modo, cercando la strada di casa creando una relazione fra questi elementi e formando così una sorta di mappa mentale della zona intorno al proprio alveare.

Una nuova ricerca, quindi, che si unisce alla collezione di studi che rappresentano le api come eccellenti navigatrici. Infatti, esistono numerosi studi che dimostrano come questi insetti possono orientarsi nello spazio grazie al loro olfatto, alla posizione del sole, alla luce polarizzata, ai punti di riferimento verticali che si distinguono dal panorama e forse anche tramite il campo magnetico della Terra. Grazie al nuovo studio, però, gli scienziati hanno scoperto che oltre a queste cartine geografiche e bussole incorporate, le api possiedono un ulteriore strumento per orientarsi.

«Abbiamo dimostrato che le api usano una "memoria di navigazione" per creare una mappa dell'area e orientarsi meglio per tornare a casa partendo da una zona inesplorata. Per farlo utilizzano elementi del paesaggio lineari, come canali d'acqua, strade e bordi dei campi», spiega Randolf Menzel, professore emerito del Dipartimento di Neurobiologia della Università libera di Berlino e autore principale dello studio pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience.

Come si fa a tracciare gli spostamenti di un animale piccolo come un'ape?

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Ape con trasmettitore, Bullinger et al., 2023

I dati sono stati raccolti alla fine dell'estate del 2010 e del 2011, nei pressi del villaggio di Klein Lüben vicino alla città tedesca di Brandeburgo. Menzel e alcuni colleghi hanno osservato i movimenti di 50 api bottinatrici adulte che avevano sul dorso un piccolo trasmettitore di appena 10,5 milligrammi, un peso trascurabile per loro. Gli studiosi si sono focalizzati nell'esaminare i comportamenti degli animali principalmente quando si trovavano in zone sconosciute, tracciando i loro movimenti tramite un transponder che poteva catturare il segnale dei trasmettitori anche a 900 metri di distanza.

Il punto di riferimento più importante nell'area erano un paio di canali di irrigazione paralleli che correvano da sud a ovest e da nord a est. L'area dove è avvenuto lo studio è stata scelta con precisione e minuzia: non dovevano esserci troppi elementi familiari per le api o, in generale, doveva essere priva di grandi elementi di riferimento per impedire alle api di orientarsi, eccetto proprio i canali di irrigazione. Inoltre, l'area è stata suddivisa in tanti blocchi di 100 x 100 metri.

Gli scienziati hanno constatato che quando le api si trovano in un territorio sconosciuto, volano in giri di ricognizione esplorativi in direzioni e distanze diverse. Grazie ai dati raccolti dai minuscoli trasmettitori sono riusciti a tracciare una mappa del volo effettuato dalle api constatando che queste esplorazioni potevano variare da 20 minuti a 3 ore a un'altezza di volo massima di 9 metri. 

Le api costruiscono delle mappe mentali

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L’intera area di Klein Lüben

Una volta raccolti tutti i dati i ricercatori hanno potuto creare dei modelli di volo scoprendo una cosa sbalorditiva: nonostante l'assenza di punti di riferimento le ricognizioni degli insetti non seguivano un pattern casuale, ma avevano percorsi ben precisi. I ricercatori hanno quindi effettuato esami statistici avanzati per analizzare l'orientamento dei voli e la loro frequenza di sorvolo dei diversi blocchi di 100 x 100 metri.

Così facendo i ricercatori sono riusciti a dimostrare che le api hanno trascorso una grandissima quantità di tempo volando lungo i canali di irrigazione, continuando a fare i propri voli esplorativi anche quando erano a più di 30 metri da questi punti di riferimento orizzontali, ovvero la distanza massima alla quale le api possono vedere tali elementi del paesaggio. Ciò implica che le api conservassero nella loro memoria questi punti di riferimento per periodi prolungati in una sorta di mappa mentale dell'area.

«Le api, quindi, e anche altri animali che volano, identificano gli elementi orizzontali del paesaggio in una vasta aerea e quindi sono punti di riferimento che tengono in estrema considerazione – conclude Randolf Menzel – Questa scoperta è in accordo con le conoscenze che abbiamo già riguardo all'orientamento degli animali che volano visto che anche i pipistrelli e agli uccelli usano canali e strade per orientarsi».

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