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3 Aprile 2024
15:04

Come fanno le rondini a tornare sempre allo stesso nido

Le rondini riescono a tornare ogni anno allo stesso nido grazie alla loro capacità di orientarsi durante la migrazione, combinando sia abilità innate che punti di riferimento visivi.

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Le rondini sono gli uccelli migratori per eccellenza e sono note per l'eccezionale senso dell'orientamento, che consente loro di ritornare puntualissime allo stesso nido ogni anno. Ma come fanno a compiere questa straordinaria impresa e a mantenere la promessa del ritorno? La risposta sta nella loro capacità di orientarsi durante la migrazione, combinando sia abilità innate che punti di riferimento visivi, che le aiutano a ritrovare il loro nido. Ogni anno, le rondini intraprendono infatti lunghi viaggi migratori tra le aree in cui nidificano e quelle in cui trascorrono l'inverno, spesso attraversando continenti, mari e deserti.

Durante questi viaggi di andata e ritorno, che qui in Europa uniscono il Vecchio Continente all'Africa subsahariana, le rondini e altri uccelli migratori memorizzano punti di riferimento geografici, come boschi, montagne, strade e città, orientandosi anche grazie al campo magnetico terrestre, alla posizione del sole e a quella delle stelle. In questo modo, le rondine che hanno lasciato quasi un'anno prima il loro nido a migliaia di km di distanza, riescono a ritrovarlo e a continuare un ciclo stagionale che va avanti ormai da secoli.

Perché le rondini tornano sempre allo stesso nido?

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Le rondini tornano sempre allo stesso nido perché, come tanti altri uccelli migratori, sono guidate da un istinto profondo e da una memoria innata che le porta a ritornare in quei luoghi familiari e sicuri in cui poter crescere la propria prole. Questi territori rappresentano per loro un ambiente già testato e conosciuto, dove sanno di poter trovare tutte le risorse necessarie per nidificare con successo e allevare i loro piccoli. La maggior parte degli animali, in realtà, quando trova un ambiente adatto e sicuro tende a conservarlo proteggendolo oppure a tornarci, come nel caso dei migratori.

La familiarità con il luogo riduce infatti il rischio di predazione e aumenta le probabilità di sopravvivenza per i nidiacei, poiché le rondini sono in grado di riconoscere e difendere meglio il territorio intorno al nido già utilizzato in passato. Inoltre, se negli anni precedente sono riuscite a crescere e a far involare i loro piccoli, perché mai dovrebbero cambiare posto e rischiare di trovare un territorio meno adatto? Se tutto è andato bene negli in passato, significa allora che quel territorio possiede tutte le risorse necessarie per portare a termine la nidificazione.

Come scelgono dove fare il nido

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Le rondini scelgono di fare il nido in territori solitamente aperti, come campi agricoli e praterie, dove possono trovare un'abbondanza di insetti di cui nutrirsi. Amano le aree come pascoli e campagne, dove la presenza di animali domestici può contribuire ad attirare una grande quantità di insetti, fondamentali per il loro nutrimento e per quello dei loro piccoli. Tuttavia, non è raro trovarle nidificare anche in centri urbani e città, dove possono sfruttare i luoghi adatti, come i tetti delle case o gli spazi sotto i ponti, trovando comunque un ambiente ricco di risorse alimentari.

La scelta del luogo di nidificazione dipende quindi dalla disponibilità di cibo e dalla presenza di ambienti idonei alle loro esigenze alimentari e riproduttive. Il nido viene solitamente costruito aderente a una parete, dove ci sono travi, mensole, cavi, sporgenze o anche solamente piccoli appigli da utilizzare come sostegno e punto di partenza. Il nido è una coppa aperta sulla sommità (non è completamente chiuso, come è invece quello dei balestrucci) ed è realizzato con fango e materiale vegetale. I luoghi preferiti sono soprattutto stalle, fienili, sottotetti, ponti e sporgenze di edifici o ruderi.

Quanto tempo impiega una rondine a fare il nido

Se una coppia di rondini è alla sua prima nidificazione e deve costruire da zero un nuovo nido, impiega più o meno da una a due settimane per completarlo. Sia il maschio che la femmina si alterneranno raccogliendo fango, erba, piume e altri materiale che utilizzeranno sapientemente per costruire il loro nido. Una volta terminato, la femmina depone da due a sette uova, che saranno covate per circa 14-19 giorni, con altri 18-23 giorni impiegati invece per nutrire e crescere i piccoli fino a quando non lasceranno definitivamente il loro nido.

La rondine, in Europa, nidifica solitamente da marzo (o fine febbraio) fino ad agosto (o i primi di settembre). Molto dipende infatti dal clima e dall'area geografica presa in considerazione, così come dalla disponibilità di insetti. Di solito, ogni coppia produce almeno due covate a stagione, ma in alcuni casi particolari e quando l'ambiente e le condizioni lo permettono, possono farne anche una terza. Le coppie, una volta formate, rimarranno insieme per tutta la durata della loro vita, anche se di tanto in tanto le femmine si accoppiano di nascosto anche con altri maschi.

Perché le rondini abbandonano il nido?

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Le rondini abbandonano il nido una volta che la fase di nidificazione è completata, di solito alla fine dell'estate, poiché è giunto il momento di intraprendere il lungo viaggio migratorio verso l'Africa. Questo viaggio è necessario per evitare le rigide condizioni climatiche dell'inverno e per garantire loro un adeguato approvvigionamento di cibo durante i mesi più freddi. Tuttavia, se durante il periodo di nidificazione il nido viene disturbato o danneggiato, per esempio dall'intervento dell'uomo o da predatori, la coppia di rondini potrebbe anche decidere di abbandonarlo prima del previsto.

In tal caso, potrebbero persino scegliere di abbandonare le uova o piccoli per cercare un nuovo sito di nidificazione più adatto e sicuro. Proprio per questo motivo, è fondamentale evitare di avvicinarsi troppo o disturbare, anche solo per scattare una foto da vicino, qualsiasi nido di uccello. Il delicato periodo della nidificazione, quando quindi gli adulti sono "costretti" a restare nel nido per covare o accudire i piccoli, è anche quello in cui gli uccelli, non potendo volare, sono più vulnerabili ai predatori.

Perché i nidi di rondine non vanno rimossi

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I nidi di rondine sono un elemento prezioso e fondamentale del patrimonio faunistico, ecologico e culturale in Italia, e non vanno rimossi. Così come quelli dei balestrucci, godono infatti di una protezione legale sia a livello nazionale che comunitario e rimuoverli costituisce quindi reato, tranne in alcune rare eccezione, per esempio durante interventi edilizi fatti esclusivamente al di fuori del periodo di nidificazione. Le rondini, a differenza di molti altri uccelli, non possono infatti costruire i loro nidi altrove, come per esempio sugli alberi, e hanno bisogno di noi.

Si affidano infatti quasi esclusivamente agli edifici e alle strutture umane per nidificare e allevare i loro piccoli. Rimuovere i loro nidi può quindi comportare conseguenze nefaste per la conservazione della specie e degli ecosistemi. Pertanto, è fondamentale rispettare e preservare i nidi di rondine, consentendo a questi uccelli di continuare a costruire e riprodursi a stretto contatto con noi. Lasciare i nidi intatti non solo protegge le rondini, ma contribuisce anche a mantenere la biodiversità, ridurre il numero di insetti nocivi e a preservare la bellezza e l'unicità di questi uccelli.

Negli ultimi decenni, infatti, l'utilizzo massiccio di pesticidi, l'abbandono delle pratiche agricole tradizionali e la crisi climatica, stanno rendendo sempre più complicata la vita di questi e altri piccoli uccelli migratori tipici degli ecosistemi rurali. In molti paesi, le rondini stanno perciò diminuendo drasticamente e se vogliamo assicurare loro un futuro, permettendogli di continuare a mantenere la secolare promessa del ritorno, tutti noi dobbiamo impegnarci a proteggere i loro nidi, lasciando che si riproducano al sicuro e al nostro fianco.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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