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2 Novembre 2022
17:37

È possibile aiutare le api grazie al CBD della Cannabis

In uno studio polacco il cannabidiolo (CBD) prodotto dalla Cannabis si è rivelata una molecola attivatrice del sistema immunitario delle api, migliorando la sopravvivenza di questi animali.

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Le malattie che compromettono il sistema immunitario delle api sono molte e devastanti. I ricercatori hanno sviluppato diversi metodi per aiutarle e recentemente alcuni hanno scoperto una pianta che insospettabilmente potrebbe essere utile a questo scopo: la Cannabis. In uno studio degli scienziati hanno fornito acqua zuccherata e cannabidiolo (CBD) agli insetti, dimostrando come questa sostanza prodotta dalla pianta abbia delle proprietà terapeutiche per gli animali.

Il CBD aiuta il sistema immunitario nell'uomo e i ricercatori da anni sostengono come possa essere utile in numerosi casi clinici: la molecola si lega ai recettori CB2, particolari proteine che si trovano sulle cellule T del sistema immunitario e a livello del sistema nervoso centrale, e stimola l'azione anti-infiammatoria e immunomodulatrice delle cellule.

Ispirati dagli studi sull'uomo, dei ricercatori polacchi dell'Università Marii Curie-Skłodowskiej hanno voluto combattere uno dei flagelli peggiori per la biodiversità, ovvero il declino delle api, scoprendo che una dieta a base di CBD scatena un meccanismo terapeutico simile anche in questi insetti. I risultati sono stati poi pubblicati sulla rivista Animals.

Come funziona il sistema immunitario delle api

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Argonauti che si imbarcano per la loro avventura

Per scoprire come fa un insetto a difendersi dalle malattie possiamo effettuare un micro-viaggio all'interno del loro corpo. Come argonauti del micromondo, invece di imbarcarci in un mitologico viaggio guidati da Giasone alla conquista del vello d'oro, esploriamo i meccanismi cellulari alla base del sistema immunitario delle api che non funziona esattamente come quello umano.

Essere presenti in quell'organismo durante un attacco, poi, deve essere una delle esperienze più impressionanti che un "microviaggiatore" potrebbe mai fare. Ad esempio, batteri come Bacillus pluton, Bacillus alvei, Streptococcus apis e Bactervum eurydice, che causano la così detta "pesta europea", indeboliscono talmente tanto questi insetti che non riescono più a costruire celle regolari, ma formano strutture deformi e aberranti.

Una delle principali barriere immunitarie che servono alle api per affrontare agenti patogeni come questi è un "sistema proteolitico", ovvero un insieme di molecole che rompono e dividono delle proteine bersaglio segnalate dall'organismo, spesso agenti estranei e potenzialmente pericolosi.

Le proteasi si trovano in uno dei tessuti chiave delle api e principale mezzo di trasporto di molecole all'interno del loro corpo: l'emolinfa. Questo tessuto assomiglia al nostro sangue come funzione e consistenza e infatti anche lui è chiamato "tessuto liquido" poiché possiede sia una parte corpuscolare, le cellule sanguigne, quelle immunitarie e molte altre, sia liquida composta principalmente da acqua.

Navigando all'interno di questa emolinfa alla ricerca di altri organi utili all'ape per difendersi ci imbattiamo presto nel "corpo grasso". Questo organo ha una funzione molto simile al nostro fegato e qui sono sintetizzate la maggior parte delle proteine immunitarie. Una volta prodotte vengono rilasciate nel circolo dell'emolinfa, pronte per difendere l'organismo contro qualsiasi attacco esterno.

Come il CBD aiuta il sistema immunitario delle api

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Le proteine presenti nell'emolinfa possono essere attivate da una serie di sostanze, proprio come dei piccoli campanelli di allarme che avvertono il corpo che è entrato un intruso. Uno di questi attivatori è il CBD prodotto dalla Cannabis, una pianta appartenente alla famiglia delle Cannabaceae. La pianta è piuttosto conosciuta per le sue proprietà psicotrope che derivano da un'altra molecola che produce il vegetale, il tetraidrocannabinolo (THC), diversi studiosi, però, si sono focalizzati su come il meccanismo di attivazione del CBD possa funzionare anche in altri animali oltre l'uomo e fra questi ci sono proprio le api.

Il team di ricercatori polacchi ha quindi fornito a diversi gruppi di api dello sciroppo zuccherino contenente degli alimenti e, a uno dei gruppi, è stato aggiunto anche del CBD. Dopo diversi pasti contenente la molecola gli studiosi hanno esaminato quale fosse il tasso di sopravvivenza delle api e quante di loro avessero contratto malattie.

Le analisi hanno confermato ancora una volta un risultato stupefacente della molecola: il CBD ha aumentato il numero totale di proteasi del sistema immunitario della api, garantendo una migliore sopravvivenza per questi animali e un minor numero di malattie contratte.

Stupefacente, dunque, come una molecola così sottovalutata possa essere utile non solo nell'essere umano e avere un così alto valore interspecifico. Lo studio degli effetti del CBD non è ancora completo e prima di utilizzare questa molecola compre prezioso strumento per i biologi coinvolti in progetti di conservazione bisognerà aspettare ancora, sicuramente però una nuova strada si prospetta dinanzi agli scienziati che potranno favorire la biodiversità delle api anche semplicemente creando nuovi alimenti nutrienti.

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