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11 Maggio 2022
10:30

Quando è reato lasciare il cane solo in casa?

La legge italiana non considera di per sé illecito lasciare un cane da solo in casa. Costituiscono però reato le condotte di pesante trascuratezza e di prolungato disinteresse confronti dell’animale.

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Articolo a cura dell' Avvocato Salvatore Cappai
Civilista, esperto in diritto degli animali
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La normativa italiana non considera di per sé illecito lasciare un cane da solo in casa. Come si vedrà, infatti, a costituire reato sono condotte di pesante trascuratezza, di prolungato disinteresse confronti dell’animale che gli causino sofferenza.

Per quanto tempo si può lasciare un cane da solo in casa?

Alla gran parte dei pet mate capita di dover lasciare il proprio cane da solo in casa. Le motivazioni possono essere le più diverse: pochi minuti dedicati alla spesa quotidiana o alcune ore per via della giornata lavorativa. Vi sono anche casi in cui i cani sono tenuti in casolari di campagna e vivono costantemente nell’isolamento. Situazioni assai differenti tra loro, ma nessuna di per sé illecita.

La nostra normativa non prevede infatti alcun divieto di lasciare uno o più cani da soli all’interno dell’abitazione, in giardino o anche in campagna. Allo stesso modo non stabilisce delle tempistiche in proposito. Ciò non significa che non ci siano dei limiti a tali possibilità. .

Quando lasciare il cane solo in casa diventa reato di abbandono

Per capire quando la scelta di lasciare un cane da solo passi dall’essere perfettamente lecita ad integrare una condotta di reato, si deve prendere come riferimento l’articolo 727 del Codice penale che prevede e punisce l’abbandono di animali.

Questa norma stabilisce che “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.

Come si può facilmente intuire – e come più volte chiarito dalla giurisprudenza – affinché sia integrato il reato in discorso non è necessario un distacco definitivo dall’animale (il comune abbandono in autostrada prima della partenza per le vacanze), ma sono sufficienti il disinteresse e la trascuratezza nei suoi confronti (cfr. Cassazione Penale, sent. n. 18892 del 2011).

Occorre dunque valutare in concreto ogni singolo caso e verificare se l’animale versi in buone condizioni o in uno stato di sofferenza. Sei ore di un turno lavorativo potrebbero infatti essere ben tollerate da un cane sano ed abituato a questa attesa, ma risulterebbero un vero e proprio abbandono (che potrebbe persino sfociare nel più grave maltrattamento) se il cane fosse malato e non autosufficiente. Allo stesso modo, si può configurare il reato di abbandono se il cane viene lasciato da solo in un campo per un tempo non eccessivamente lungo, ma senza un riparo e senza neppure una ciotola d’acqua per potersi abbeverare.

Se il cane lasciato da solo abbaia in continuazione?

Situazioni come quelle sopra descritte possono portare il cane a lamentarsi spesso e senza sosta. In questo caso l'umano di riferimento rischia di andare incontro ad ulteriori serie conseguenze negative. Il Codice penale, all’articolo 659, prevede la pena dell’arresto sino a 3 mesi o dell'ammenda fino a 309 euro per chi, suscitando o non impedendo gli “strepiti di animali”, disturba le occupazioni o il riposo delle persone.

Non solo: se viene accertato che l‘abbaio continuo ed incontrollato dell’animale supera la normale tollerabilità, il pet mate potrà essere anche chiamato a risarcire i danni causati ai vicini.

Un cane che abbaia a lungo e senza controllo può essere sequestrato?

Nel caso in cui il cane abbai continuamente e il pet mate non adotti alcun accorgimento per limitare questi “rumori molesti” (disinteressandosi, quindi, anche del suo benessere), l’autorità giudiziaria competente può disporne il sequestro. Si tratta di un sequestro preventivo, una misura cautelare volta a far si che l’animale (considerato cosa pertinente al reato) non sia più nella disponibilità del suo detentore indagato, in modo da fermare la condotta criminosa e far si che non causi conseguenze più gravi.

Trattandosi di un essere senziente occorre evidentemente la massima cautela da parte di chi è chiamato a disporre tale misura. Allo stesso tempo è necessario che il pet mate, se tiene davvero al proprio animale, faccia il possibile per scongiurarla.

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Salvatore Cappai
Avvocato
Avvocato con la passione per la divulgazione. Mi occupo di diritto civile, con particolare riguardo ai campi della responsabilità civile, dell’assistenza alle imprese e del “diritto degli animali”. Mi sono avvicinato a quest’ultima materia circa dieci anni fa, quando ho incontrato Gaia, la mia cagnolina, che ha stravolto la mia visione sul mondo degli animali e sulla vita assieme a loro. La mia community social, nella quale da anni informo con semplicità su tematiche giuridiche, conta oltre 350.000 iscritti.
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