La vipera dalla coda a forma di ragno è tra i più straordinari ingannatori del regno animale

In Iran vive una vipera che ha l'estremità della coda che sembra in tutto e per tutto un ragno. Il serpente la muove per attirare e ingannare gli uccelli, che così finiscono vittima di uno dei più straordinari ingannatori che siano mai visti.

9 Gennaio 2024
16:49
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Un grosso ragno si muove lentamente tra le rocce, un'occasione da non perdere per un uccello affamato in cerca di cibo. Un'allodola prova allora a fiondarsi sull'aracnide indifeso ma, appena prova a beccarlo, viene improvvisamente afferrata dal morso letale di una vipera rimasta nascosta e completamente immobile tra le rocce. Quel ragno, infatti, non è affatto un vero aracnide, ma la straordinaria punta della coda di una particolare vipera cornuta, che viene agitata dal rettile proprio per ingannare e catturare gli ignari uccelli.

Il rettile si chiama infatti proprio vipera cornuta dalla coda di ragno (Pseudocerastes urarachnoides) ed è uno dei più abili ingannatori dell'intero regno animale. La punta della sua coda sembra in tutto e per tutto un ragno o in generale un aracnide, con tanto di addome e zampette sporgenti. La somiglianza è davvero impressionante e guardando il video in evidenza e molto probabile che anche i vostri occhi siano caduti vittima di questo tranello. A rendere poi ancora più efficace il trabocchetto, ci si mette anche l'eccezionale abilità del serpente nel camuffarsi tra le rocce, diventando così completamente invisibile.

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Dettaglio della coda a forma di ragno di Pseudocerastes urarachnoides

Eppure, la vipera cornuta dalla coda di ragno e la sua unica strategia di caccia sono rimasti a lungo completamente ignorati e dimenticati persino dalla comunità scientifica. Questa specie vive infatti esclusivamente nell'Iran occidentale e nella regione di confine con l'Iraq e solo nel 1968 un individuo fu individuato e raccolto durante una spedizione per essere conservato all Field Museum of Natural History di Chicago, dove però venne erroneamente scambiato per un'altra specie simile, la vipera cornuta persiana (Pseudocerastes persicus).

Anche all'epoca la sua strana coda venne notata, ma non gli fu dato tanto peso. Un solo individuo, per altro morto, non bastava infatti per confermare che si trattasse di una specie a parte. Inoltre, la sua coda poteva in effetti essere anche frutto di un trauma, di una ferita, oppure ancora di una anomalia genetica o di un tumore. La vipera venne quindi dimenticata fino al 2003, quando gli scienziati ne trovarono un'altra dello stesso tipo confermando che si trattava, in effetti, di una specie completamente nuova e che quella coda non era di certo anomala, ma una caratteristica tipica del serpente.

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Sequenza di caccia su un uccello. Foto da Behzad Fathinia et al., 2015

La specie fu infatti descritta formalmente solo nel 2006, ma anche allora nessuno aveva ancora visto la sua eccezionale e unica strategia di caccia e venne solo ipotizzato che la sua coda, così curiosa, potesse avere un ruolo in tal senso. Erpetologi e naturalisti si diressero quindi  tra i monti persiani, per provare a osservare la specie in natura e capirci una vota per tutte qualcosa in più sul suo comportamento. E dopo anni di osservazioni e riprese sul campo, nel 2015, con uno studio pubblicato sulla rivista Amphibia-Reptilia, il mondo intero venne a conoscenza delle incredibili capacità di questo serpente.

Gli scienziati scoprirono infatti che le vipere trascorrevano, in media, circa un terzo del loro tempo "scodinzolando" e muovendo lentamente quella curiosa appendice carnosa tra le rocce. Quando poi un uccello si avvicinava, l'intensità del movimento aumentava di circa quattro volte. Il serpente agita la punta della sua coda, che ricorda appunto un ragno in movimento, proprio per attirare e ingannare le sue vittime, utilizzando una strategia di caccia piuttosto comune tra i serpenti "cornuti": la tecnica sit-and-wait, siediti e aspetta.

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Pseudocerastes urarachnoides in agguato su una roccia

L'adescamento caudale (Caudal luring) è in realtà una forma di mimetismo già noto e anche relativamente comune, sia in molti altri serpenti che in squali e altri pesci. Nessun altro animale, tuttavia, è riuscito a evolvere una struttura carnosa così tanto complessa e spaventosamente simile a un aracnide vivo. Anche i migliori inganni, però, alla lunga vengono "smascherati" dall'evoluzione e dall'esperienza delle vittime. Sempre grazie allo studio pubblicato nel 2015, gli autori hanno infatti notato che la trappola funziona meglio soprattutto con gli uccelli migratori.

Questo dato potrebbe significare che gli uccelli stanziali, invece, a causa del lungo periodo trascorso insieme alla vipera condividendo per millenni lo stesso habitat, abbiano imparato a riconoscere il serpente e ad evitare quindi meglio l'inganno. Cosa che invece la specie migratrici, passando da quelle parti solo per brevi periodi dell'anno, non riescono ancora a fare, finendo quindi più facilmente vittime del finto "ragno" e di uno degli animali ingannatori più straordinari che si siano mai visti sul nostro Pianeta.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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