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Sono quarantadue milioni le api operaie che dall'Abruzzo stanno compiendo la transumanza in Puglia. Si tratta degli insetti dell'apicoltore David Lombardozzi che sta portando sulle vie del Tavoliere le arnie della sua azienda di Castel di Sangro.
«Gli insetti rimarranno lì per il tempo della fioritura – spiega Lombardozzi a Kodami – Lo scopo è duplice: rendere più variegata la produzione di miele e aiutare l'ecosistema. Nel Tavoliere infatti non c'è una grande presenza di impollinatori».
La transumanza è una pratica antichissima, diffusa in tutto l'Appennino, che tradizionalmente prevede la migrazione stagionale delle greggi. Ora l'apicoltore abruzzese, sulle tracce dei pastori, sta rivisitando quest'usanza, inserita nel 2019 dall'UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale come testimonianza del «rapporto equilibrato tra uomo e natura e un uso sostenibile delle risorse naturali».
In Italia, attorno alla transumanza sono nate tradizioni, commistioni di popoli e anche di animali. È proprio in queste occasioni, infatti, che storicamente i cani da pastore avevano l'occasione di incontrare individui di altri gruppi provenienti da aree diverse contribuendo a dare vita alle razze che oggi ben conosciamo, come il protettore delle greggi per eccellenza: il Pastore maremmano.
Applicata alle api, la transumanza prende la forma dell'arnia. Una nuova tradizione che potrebbe apportare benefici sia alla produzione di miele che all'ecosistema italiano. Le api sono tra gli insetti impollinatori più importanti, ma anche più minacciati dai cambiamenti climatici, dall'inquinamento e anche dall'eccessivo intervento dell'uomo. L’ape (Apis mellifera), infatti, ha subito nei secoli un’importante selezione con lo scopo di generare una sottospecie più docile, più resistente alle malattie e in grado di produrre una maggior quantità di miele.
«Con questa "transumanza sui generis" si può contribuire ad aiutare la biodiversità anche lì dove api e altri impollinatori sono carenti», commenta Lombardozzi.
Il complesso rapporto che lega api e biodiversità è oggetto di studio anche da parte del mondo accademico: alla facoltà Federico II di Napoli sta partendo un corso di Perfezionamento in Gestione igienico-sanitaria degli apiari a salvaguardia dell’ambiente.
Proprio allo scopo di "contare gli impollinatori" recentemente è nata anche l'AppBio-PoMs-Italia 1.0, la prima realizzata in Italia allo scopo di monitorare questi preziosi insetti. L'applicazione è stata testata in via ufficiale nel corso della due giorni "Gli impollinatori contano, contiamoli", evento che ha visto la partecipazione di tutti i 24 parchi nazionali italiani, del ministero della Transizione Ecologica e dell'Ispra.
L'app, la formazione universitaria, e un nuovo modo di intendere l'apicoltura sono tutte azioni che vanno verso un unico obiettivo: salvaguardare le preziose api «veri miracoli della natura», come le ha definite l'apicoltore transumante.