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25 Marzo 2021
11:51

La svolta sempre più animalista di Silvio Berlusconi e quella politica che fa proclami e mai prende decisioni

Silvio Berlusconi e la sua ulteriore svolta animalista è solo l'esempio di uno dei tanti politici che spesso ha spinto su una comunicazione diretta all'elettorato degli amanti degli animali. Non sono da meno Salvini e Zingaretti ma le promesse non mantenute stridono con l'immagine amorevole che la politica prova a darsi quando affronta questi temi.

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Dudù e Dudina. Bastano questi nomi per collegare i musi di due Barbonicini bianchi a Silvio Berlusconi? Sì. è successo anni fa e puntualmente i cani che abbiamo visto in posa da Villa Certosa e Arcore ritornano su pagine di giornali e siti per raccontare l'ex premier da un punto di vista amorevole e familiare, almeno a una prima occhiata: articoli del genere racchiudono sempre un livello di lettura più profondo e sono pregni di messaggi politici rivolti agli elettori. Di certo, chiariamolo subito e come vedremo a seguire, non solo quelli che hanno per protagonista il Cavaliere ma una bella fetta del parterre politico italiano e non solo.

Berlusconi non aveva mai tanto puntato sulla sua "anima animalista" così come invece si è mostrato in un'intervista uscita il 22 marzo del 2019 su Il Corriere della Sera con dichiarazioni che lo candidano, a questo punto, anche a Líder Máximo dell'attivismo politico per il benessere degli animali. Tutti, non solo i cani di razza e i tanti di canile che racconta di aver adottato.

Affiancato da Michela Vittoria Brambilla, Ministra del Turismo ai tempi del IV Governo Berlusconi e poi votata alla causa animalista con la sua associazione, l'ex premier si lascia andare a confidenze sulla stretta intimità che condivide con i suoi cani («Ne ho 11, nove dormono in camera con me», racconta a Alessandro Sala) e poi si lancia in proclami per una nuova battaglia: «Forza Italia farà una proposta per un codice dei diritti degli animali: non sono cose e la nostra tutela la meritano tutti, compresi quelli destinati all'alimentazione umana … Si deve superare il sistema gabbie».

Ipse dixit l'ex Presidente del Consiglio che dimostra dalle pagine del quotidiano milanese quanto la sua sensibilità si sia espansa dai cani di razza, passando per i randagi che ha adottato e fino a tutte le anime del creato. L'intervista completa, in realtà, l'ha concessa proprio a Brambilla che domenica prossima la mostrerà urbi et orbi durante la trasmissione che conduce su Rete 4 "Dalla parte degli animali".

Tra un appello al benessere animale e il suo placet alla campagna condotta da diverse associazioni che hanno chiesto con una lettera a Draghi di inserire la tutela degli animali in Costituzione, Berlusconi strizza anche l'occhio ai tanti proprietari di animali domestici. «Bisogna rendergli la vita più facile – spiega – Hanno un ingiustificabile carico fiscale e devono fare i conti con divieti anacronistici di accedere ai luoghi pubblici». Non ultimo, il Presidente di Forza Italia non dimentica il randagismo, definendolo «una vergogna che dobbiamo lasciarci alle spalle» e puntando a un messaggio promozionale per le adozioni, su cui però scivola nel pietismo quando afferma che «un cane adottato ti darà un amore ancora più grande perché sa che lo hai salvato».

Silvio Berlusconi non dice cose scorrette, per carità. A prescindere da quanto si potrebbe argomentare su quest'ultima affermazione e evitando di aprire in questa sede una riflessione culturale e sociale sul tema del randagismo, le sue parole non possono essere che condivisibili. Come del resto lo sono la maggior parte di quelle dette nel corso degli anni da tanti altri personaggi politici che hanno fatto della causa animale però solo degli slogan e mai una questione di politica nazionale seria che portasse a delle leggi e, soprattutto, anche solo all'applicazione di quelle vigenti.

I politici e quella vocazione animalista utile solo per ottenere voti

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Luglio 2019, Salvini in visita al gattile del Verano a Roma (credits: sito del Ministero degli Interni)

Matteo Salvini, ad esempio, è un altro politico che ha fatto parlare di sé "grazie" anche agli animali, tra foto di gattini e affermazioni come «i lupi sono un problema di ordine pubblico» ai tempi in cui era Ministro degli Interni. E' sua, il 18 luglio 2019, la decisione di far aprire una email "sosanimali.viminale@interno.it" per raccogliere le segnalazioni di maltrattamento da parte dei cittadini stessi. Non si è mai saputo nulla di quanto sia realmente servito un tale strumento a parte il fine propagandistico. Un piccolo dato emerge attraverso una velina del Ministero giusto il giorno dopo il lancio dell'iniziativa: «210 segnalazioni alla casella pervenute a poco più di 24 ore dall’attivazione. L'iniziativa supporta il piano del Viminale per il contrasto e la prevenzione del maltrattamento agli animali, finanziato con 1 milione di euro. Destinatarie le regioni con un numero di strutture ricettive per animali superiore a 50, che abbiano presentato progetti di azione, di durata semestrale, costruiti in stretto raccordo con tutti gli enti e le amministrazioni interessate». Poi il silenzio totale cala e, ad ora, su richiesta di Kodami di avere informazioni ulteriori, nessuna risposta è ancora pervenuta alla nostra redazione ma inviando direttamente una mail a quella casella di posta ecco che si scopre che è "temporaneamente dismessa", ormai:

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E proprio il partito di Salvini, giusto ieri, si è schierato in Senato contro il testo base di modifica della Costituzione di cui si diceva sopra per l'inserimento negli articoli 9 e 117 del principio della tutela degli animali accanto a quella dell'ambiente.

Ma la rincorsa ai voti di chi ama gli animali è assolutamente bipartisan e in tempi di Internet le promesse non volano via come le parole dal palco in un comizio. Rimangono online, nella totale indifferenza anche di chi le ha pronunciate, certi forse che alla fine, in fondo, "si parla solo di animali" e di promesse non mantenute ce ne sono tantissime nei confronti già solo della nostra stessa specie. Il 24 febbraio del 2018, Nicola Zingaretti, ex segretario del Partito Democratico e attuale Presidente della Regione Lazio, posta un messaggio sulla sua pagina Facebook in cui si allarga al punto tale da dire cosa esattamente farà nel quinquennio che lo aspetta qualora venga eletto (cosa che come sappiamo è accaduta) come Governatore del Lazio: «Proteggere gli animali è un altro dei nostri obiettivi dei prossimi cinque anni. Vogliamo dare risposte alle esigenze dei tanti volontari e di chi ospita in casa un animale e lo faremo in tanti modi: difendendo davvero i loro diritti, con il soccorso h24 per i casi di emergenza e la tutela di tutte le specie che vivono nelle aree naturali protette e nei parchi. E poi aboliamo la tariffa per l’iscrizione all’anagrafe canina e istituiamo anche l’anagrafe felina, che sarà uno strumento utilissimo. Sono solo alcuni esempi del nostro impegno per rendere la nostra una Regione sempre più amica degli animali».

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Il post rimanda poi a un lungo articolo pubblicato sul suo sito ufficiale in cui si spiega punto per punto quanto già è stato fatto e quanto ancora si impegnava a realizzare insieme al suo partito in favore degli animali. Sono passati tre anni da quel proclama e i canili stipati di individui accalappiati o abbandonati e lasciati a marcire dietro box invivibili sono, ancora, la fotografia dello stato di fatto della cura del benessere degli animali nel Lazio.

La lista dei politici da tante parole e pochi fatti potrebbe continuare ma è del tutto inutile andare avanti raccontando cose evidenti: basta guardarsi intorno per capire che è stato fatto ben poco. Tutela, benessere, diritti animali sono diventate parole prive di significato cadendo dalle labbra o uscendo dalla tastiera e finendo sugli account social di coloro che poi sono diventati rappresentanti di Istituzioni, in realtà, molto lontane dai cittadini oltre che dagli animali stessi.

E, forse, la verità l'ha scritta un poeta in una lirica di cui non condivido le conclusioni ma che racchiude tanto la giusta visione di ciò che la politica è o non è: "E' politica tutto, a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica … Amo, così, quella grande politica che è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane". Se davvero fosse così anche la politica dei palazzi, dunque, i "rappresentanti del popolo" dovrebbero solo prendere esempio da come agiscono coloro che delle parole non se ne sono mai fatti nulla: i volontari, i veterinari, gli etologi e gli animalisti tutti che, invece, continuano a essere cacciati come prede nel ginepraio delle promesse.

"Siamo tutti politici (e animali)": premesso questo, posso dirti che odio i politici odiosi: (e ti risparmio anche soltanto un parco abbozzo di catalogo esemplificativo e ragionato): (puoi sceglierti da te cognomi e nomi, e sparare nel mucchio): (e sceglierti i perché, caso per caso) ma, per semplificare, ti aggiungo che, se è vero che, per me (come dico e ridico) è politica tutto, a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica: (e questo mi definisce, sempre per me, i politici odiosi, e il mio perché: amo, così, quella grande politica che è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane (come ciao,
pane, fica, grazie mille): (come quelle che ti trovi graffite dentro i cessi, spraiate sopra i muri, tra uno slogan e un altro, abbasso, viva): (e poi, lo so che non si dice, ma, alla fine, mi sono odiosi e uomini e animali)".

Edoardo Sanguineti

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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