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La rompighiaccio Laura Bassi ha toccato il punto più a Sud mai raggiunto da una nave

La rompighiaccio italiana Laura Bassi ha toccato il punto più a Sud mai raggiunto da una nave. La spedizione è approdata nella baia delle balene nel Mare di Ross, dove sta raccogliendo importati campioni per il monitoraggio delle popolazioni di pesci e dell'intero ecosistema marino.

31 Gennaio 2023
15:46
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Mai nessuna nave si era spinta così tanto a Sud nel gelido Antartide e il record mondiale è tutto italiano. L'impresa è stata realizzata dalla rompighiaccio Laura Bassi dall'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) e rientra nella campagna oceanografica della 38esima Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). I ricercatori hanno appena raggiunto la Baia delle balene nel Mare di Ross, che si trova alla latitudine di 78° 44.280′ S, un sito che a oggi è ancora completamente inesplorato.

La missione servirà a effettuare importanti campionamenti all'interno del progetto BIOCLEVER (Biophysical coupling structuring the larval and juvenile fish community of the Ross Sea continental shelf: a multidisciplinary approach), che è coordinato dall'Istituto di Scienze Polari del CNR. Tra balene, pinguini e foche, lavorando a temperature che possono scendere anche sotto i -45° C, gli scienziati studieranno soprattutto le comunità giovanili e larvali dei pesci che vivono nelle fredde acque del Mare di Ross, per capire cosa gli succede quando cambiano alcuni parametri ambientali, come la temperatura o le correnti oceaniche.

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In questi mari accade infatti qualcosa di davvero unico che non è possibile osservare in nessun altro ecosistema marino del mondo: quasi tutti pesci appartengono a un singolo gruppo tassonomico, i nototenioidi, più comunemente conosciuti come pesci ghiaccio. Si tratta di un gruppo di pesci molto particolare, l’unico che è riuscito ad adattarsi alla perfezione per sopravvivere nelle gelide acque antartiche senza congelare. Ci riescono grazie a numerosi adattamenti e anche perché nel loro sangue è presente una particolare proteina antigelo naturale che non consente la formazione di cristalli di ghiaccio.

A differenza degli stadi adulti, che vivono generalmente nei pressi del fondale, i primi stadi di vita di tutti i nototenioidi sono invece pelagici, ovvero vivono in mare aperto, e soggetti quindi al trasporto delle correnti, processo che influenza ampiamente la distribuzione e la biogeografia delle varie specie. Essendo praticamente gli unici pesci che vivono in quell'area (costituiscono circa il 90% della biomassa ittica), l’intera catena alimentare si poggia quindi quasi esclusivamente su questo gruppo. Questi pesci vengono infatti mangiati dagli altri animali più grandi, come pinguini e foche, che a loro volta costituiscono il cibo per altri predatori e così via, fino ad arrivare direttamente o indirettamente alle orche e agli altri cetacei.

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Larva di Pagetopsis maculatus – foto Riginella©PNRA

Se perciò dovessero cambiare la loro abbondanza o distribuzione, tutto ciò potrebbe avere effetti negativi a cascata sull’intero ecosistema, anche perché le larve e le forme giovanili sono noti per essere tra gli stadi di vita più sensibili alle variazioni dei parametri ambientali, proprio come la temperatura. Dopo la recente istituzione di una vasta area marina protetta (AMP) nel Mare di Ross, con l'obiettivo di preservare una delle aree più grandi e incontaminate del mondo, la Commissione per la Conservazione delle Risorse Marine Viventi dell'Antartide (CCAMLR) ha promosso un programma di monitoraggio a lungo termine per valutare regolarmente l'efficacia delle azioni di gestione, come il mantenimento della biodiversità delle specie e della rete alimentare inalterata.

Nel frattempo, come segnala l'OGS, i primi risultati dell'analisi dei parametri fisici marini, dalla superficie fino alla profondità vicina al fondale di 216 m, hanno permesso di riscontrare la presenza di acqua particolarmente fredda, che si conferma perciò di grande importanza per lo studio delle correnti nel Mare di Ross. Da una prima analisi dei campioni già ottenuti dai ricercatori, è stata inoltre riscontrata un'elevata densità di stadi larvali e giovanili di varie specie di pesci, tra cui alcuni piuttosto rari. Oltre a ciò, la presenza di grandi concentrazioni di alghe unicellulari, denotano un'elevata produzione primaria nell'ecosistema, un dato incoraggiante e che fa bene sperare per ulteriori ricerche.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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