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26 Settembre 2023
17:32

La Regione Toscana cerca famiglie affidatarie per futuri cani guida

La Scuola cani di Scandicci sta cercando famiglie che possano prendere in affido circa 15 cuccioli per accompagnarli nel periodo di crescita prima dell’addestramento vero e proprio. I cani guida però devono adattarsi a diverse "famiglie" e non si può dare per scontato che questi passaggi non siano lesivi del loro benessere.

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Quando li guardiamo passeggiare tranquilli vicino al loro pet mate, è impossibile non ammirare la loro compostezza, la loro attenzione ad ogni particolare, la grande cura che dedicano alle persone che accudiscono per permettere loro di muoversi liberamente anche se non vedenti. Sono i cani guida di cui si occupa la Scuola cani di Scandicci, l’unica pubblica in Europa e la più antica al mondo insieme alla statunitense “Seeing Eye”, da quando arrivano ancora cuccioli fino alla loro pensione.

L’organizzazione, proprio in questi giorni, sta cercando famiglie che possano prendere in affido circa 15 cuccioli che stanno per arrivare alla scuola affinché possano accompagnarli nella crescita condividendo l’importante percorso che i cagnolini devono attraversare prima di essere pronti per l’addestramento. I cani sono soprattutto Labrador e Golden Retriever e arriveranno già la prossima settimana. Da quest’anno, peraltro alcuni di loro saranno istruiti anche per diventare cani da allerta medica capaci di “fiutare” crisi glicemiche e andranno ad aiutare i bambini diabetici nell’ambito di un progetto in cui è coinvolto direttamente l’ospedale Meyer di Firenze.

Tornando all'affido, la fase dura fino all’anno e due mesi, quando il cane ritorna a Scandicci. C’è da dire che le famiglie affidatarie non vengono lasciate da sole, ma vengono seguite e preparate accuratamente, visto il loro ruolo fondamentale durante il percorso di crescita del cane. Inoltre, tutte le spese di mantenimento e di cura veterinaria del cucciolo sono a carico della Regione.

Per diventare pet mate, però, occorre avere dei requisiti ben precisi che verranno chiariti con colloqui molto approfonditi tra la famiglia e il personale addetto della scuola. Tra questi, tempo a disposizione da dedicargli e vivere in un contesto che gli permetta una buona socializzazione. Poi il cane tornerà alla scuola per cominciare l’addestramento a quelle che saranno le sue mansioni e solo dopo verrà consegnato ad altre persone, anche in questo caso seguendo specifici parametri per formare le coppie: infatti, la Scuola tiene molto presente innanzitutto il tipo di lavoro e il contesto nel quale si muoverà il cane con il conduttore, cercando di formare coppie idonee senza dimenticare la dimensione dell'animale rispetto al suo conduttore che dovrà ovviamente essere più che equilibrata.

La Scuola, a questo punto, continuerà a vegliare sui cani attraverso controlli a scadenze precise, dato che i cani restano di proprietà della Regione Toscana, e avrà il potere di riprenderseli qualora dovessero essere trattati non come dovuto. Quindi, dopo un periodo che varia da 9 a 16 anni di servizio, il cane ha diverse possibilità tra le quali restare con il suo umano che prenderà in aggiunta un nuovo cane guida o tornare a Scandicci, quella più frequente, dove gli verrà trovata un’ulteriore famiglia affidataria per una giusta vecchiaia.

Non può non saltare all’occhio questo continuo passaggio del cane da un mano all'altra: famiglie, educatori, la persona da aiutare, nuovamente la scuola e ancora un’altra famiglia e la domanda lecita che viene da porsi è se questo possa diventare qualcosa che va a ledere il benessere dell’animale. Difficile dire di no, nel senso che per quanto tenuti il meglio possibile, i cani guida sono cani da lavoro a tutti gli effetti, ovvero animali impiegati per soddisfare fini dell’essere umano.

Pertanto se una riflessione va fatta, basta pensare a un fatto: essere addestrati a non lasciarsi distrarre nel momento in cui assolvono ai loro compiti per i cani significa modificare completamente ciò che farebbero nella norma come seguire odori, fare marcature, avvicinarsi ad altri simili e persone. Significa privarli delle loro necessità etologiche. Non possiamo non sottolinearlo, perché è evidente a tutti il grande valore sociale di quello che fanno questi cani ma è invece ancora difficile considerare che sono esseri senzienti con bisogni propri da soddisfare di cui dovremmo avere altrettanto rispetto.

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Simona Sirianni
Giornalista
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