Con un'ordinanza straordinaria la Regione Toscana ha vietato di tenere i cani legati alla catena dal 3 agosto al 30 settembre. Alla base della decisione ci sono il caldo torrido, le anomale temperature di questo periodo e l'alto rischio di incendi favoriti dalla siccità e dal forte vento. Gli animali legati rischiano la vita quotidianamente e nelle ultime settimane sono infatti aumentate notevolmente le segnalazioni di cani feriti o rimasti uccisi dal caldo o dal fuoco.
Proprio per questo nelle scorse settimane il deputato Filippo Maturi e alcune associazioni animaliste avevano scritto una lettera ai governatori delle Regioni per chiedere di mettere fine a questa pratica crudele e pericolosa, soprattutto in questo periodo.
La Toscana è la prima Regione a emanare uno specifico divieto con annesse sanzioni ed è sicuramente un passo in avanti importante, che ha ricevuto anche il plauso delle tante associazioni e degli attivisti che in queste settimane afose stanno spingendo per il divieto. Nonostante ciò, ci sono alcune Regioni che hanno già vietato definitivamente questa pratica ed è in questa direzione che dovrebbero andare tutte.
La Campania, per esempio, ha integrato la sanzione che mancava nella Legge Regionale (giugno 2021), mentre il Lazio ha modificato radicalmente la legge introducendo un chiaro divieto di detenzione dei cani a catena (agosto 2021). Nella Provincia di Trento è in via di adozione per il 2023 un provvedimento simile, così come in Piemonte, dove però è ancora in fase di discussione.
Tenere un cane legato a una catena, però, è purtroppo ancora permesso in diverse regioni d'Italia, come evidenziato dal 2° report “Verso il divieto di tenere i cani legati alla catena” realizzato da Green Impact, Fondazione CAVE CANEM, Save the Dogs and Other Animals e Animal Law Italia. Proprio per questo le associazioni hanno promosso la campagna #liberidallecatene che ha raccolto già oltre 35mila firme: lo scopo è quello di chiedere il definitivo divieto a una pratica definita dannosa e pericolosa per gli animali.
Un cane costretto a passare molto tempo – spesso un'intera vita – legato e impossibilitato a muoversi, oltre a essere una pratica eticamente inaccettabile, è ormai chiaro che sia incompatibile con le più basilari esigenze etologiche del cane, tutelate tra l'altro anche dalla legge italiana. Gli effetti negativi sullo stato psicologico, emotivo e fisico dell'animale, sono stati più volte ribaditi dagli esperti ed è ormai evidente che sia arrivata l'ora di bandire completamente questa pratica anacronistica e contraria a tutte le norme di benessere animale.