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4 Maggio 2023
12:51

La Nuova Zelanda dice basta al trasporto di animali vivi

La Nuova Zelanda è il primo paese a dire basta al trasporto di animali vivi. L'ultima nave carica di bovini arriverà in Cina il 9 maggio, mettendo fine a questa pratica crudele.

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trasporto animali vivi

La Nuova Zelanda è il primo paese a dire basta al trasporto di animali vivi. Il governo neozelandese ha deciso di mettere fine agli spostamenti di ovini e bovini via mare verso altri paesi allo scopo di preservarne il benessere.

Il divieto è entrato ufficialmente in vigore alla fine di aprile, al termine di una opera di dismissione iniziata a settembre 2022. L'ultima nave con a bordo animali vivi partita via mare dalla Nuova Zelanda arriverà in Cina il 9 maggio, mettendo fine si spera per sempre a questa pratica crudele.

Negli ultimi due anni la Nuova Zelanda ha movimentato, via mare, circa 135.000 bovini vivi, tutti diretti in Cina. Il tasso di mortalità accertato dalle autorità statali è dello 0,07 per il 2021 e dello 0,05% per il 2022.

Vista la posizione remota del Paese si trattava di viaggi estremamente lunghi e stressanti per gli animali, costretti ad affrontare settimane di navigazioni in spazi ridotti. Senza contare i rischi di incidenti e il conseguente annegamento degli occupanti della nave, animali e umani.

nuova zelanda

Solo pochi masi fa, una nave con 15mila pecore partita dal Sudan è affonda nel Mar Rosso, causando migliaia di morti. Ma anche quando non si verificano episodi così eclatanti, le morti sono frequenti in tutti i continenti e coinvolgono un grande numero di specie. Secondo l'associazione Compassion in World Farming (CIWF) sono 87 miliardi gli animali allevati nel mondo e tutti sono potenzialmente coinvolti nei processi di movimentazione.

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Quello che sta accadendo in Nuova Zelanda rappresenta quindi un momento storico per il benessere degli animali che si prepara ad essere esportato in tutto il mondo. La Corte dei Conti europea recentemente ha analizzato i principali fattori che influenzano questo fenomeno, e segnalato la necessità di individuare e adottare alternative al trasporto degli animali.

A spingere il cambio di rotta è, come spesso accade, l'opinione pubblica. La richiesta dal basso dalle associazioni arriva fino alla giustizia e alla politica, come è successo in queste ore anche in Brasile, dove un giudice del tribunale federale di San Paolo ha accolto il ricorso del Fórum Nacional de Proteção e Defesa Animal, ricordando che «gli animali non sono cose» e imponendo lo stop alle esportazioni.

Anche se non elimina del tutto lo sfruttamento degli animali, lo stop al loro trasporto rappresenta un primo passo fondamentale.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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