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11 Febbraio 2022
11:39

La legge sulla caccia compie 30 anni: per il WWF il 76% degli italiani è contrario

La legge sulla caccia compie 30 anni: secondo un sondaggio e un nuovo report del WWF il 76% degli italiani è contrario e serve perciò un nuovo testo unico che tuteli tutta la fauna selvatica.

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La legge 157 del 1992 sulla caccia compie 30 anni e il WWF traccia un bilancio sul trentennale pubblicando un nuovo report e un sondaggio: nel complesso ben il 76% degli italiani non trova giusto che la caccia venga praticata in Italia e sarebbe d'accordo nel vietarla in tutto il territorio nazionale. Secondo l'associazione ambientalista serve perciò un nuovo testo unico che tuteli la fauna selvatica nel suo complesso, anche in virtù delle recenti modifiche costituzionali sulla tutela degli animali e della biodiversità.

Secondo i risultati del sondaggio, realizzato da EMG Different tra il 4 e il 7 febbraio 2022, la caccia si conferma come un argomento estremamente polarizzante. La maggior parte degli italiani sembrano essere nettamente contrari a questa attività, soprattutto in considerazione dei suoi aspetti più crudeli e fuori controllo. Inoltre il 72% degli intervistati ritiene che l'attività venatoria generi problemi alla sicurezza dei cittadini e il 57% pensa sia un rischio per la salute delle persone.

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La tortora selvatica (Streptopelia turtur) è in forte calo in tutta Europa ma nonostante ciò è ancora cacciabile

Un altro dato molto interessante emerso dal rilevamento riguarda invece la conoscenza che le persone hanno sulle norme che regolano questa attività. Nonostante la legge sia in vigore da 30 anni solo il 36% degli intervistati è a conoscenza del diritto dei cacciatori di entrare nelle proprietà private durante la caccia, anche senza il consenso del proprietario. Oppure che tutta la fauna selvatica, anche quella cacciabile, rappresenta un patrimonio indisponibile dello Stato, un bene che appartiene a tutti gli italiani e che i cacciatori possono prelevare grazie a una deroga, ben il 44% degli italiani ne è all'oscuro.

Posizioni piuttosto nette anche su alcuni dei temi più controversi legati alla caccia, come per esempio l'utilizzo di richiami vivi per attirare i piccoli uccelli, la caccia consentita per alcune specie in via di estinzione (argomento che avevamo trattato con Giovanni Albarella della LIPU) e l'uso munizioni contenenti piombo, un pericolo soprattutto per i rapaci. Questi argomenti ottengono livelli di disapprovazione più alti, pari al 90% degli intervistati. Inoltre il 43% degli italiani auspica una riduzione delle attività di caccia con l'applicazione di regole più severe e il 42% la giudica in ogni caso una inutile crudeltà.

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Il 76% degli italiani è contrario alla caccia

Gli intervistati si dimostrano molto dubbiosi e sfiduciati anche sulla capacità dello Stato di garantire un adeguato controllo sulla per contrastare e prevenire gli illeciti. Il 58% degli italiani ritiene, infatti, che le sanzioni previste per contrastare la caccia illegale siano insufficienti e addirittura il 71% considera che le forze dell'ordine e la Magistratura non siano sufficientemente a conoscenza degli impatti generati da questi crimini contro la natura.

Nel suo nuovo report "Caccia e tutela della fauna selvatica. La legge 157/1992 a trent'anni dalla sua approvazione" il WWF ritiene che quella che doveva essere una legge innovativa è stata sin da subito tradita da chi avrebbe dovuto applicarla, ovvero le Regioni. Dal documento non solo emergono i forti limiti e le lacune che la normativa ha evidenziato soprattutto in fase applicativa, ma anche l'esigenza di fare un necessario passo avanti nella tutela di tutta la fauna selvatica, anche quella considerata minore, attraverso maggiori limitazioni, controlli e sanzioni più severe.

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