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1 Ottobre 2023
12:00

La giraffa (Giraffa)

La giraffa è un mammifero che vive nella savana. Raggiunge quasi i 6 metri di altezza e il suo collo è il più lungo tra gli animali terrestri.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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La giraffa (Giraffa) è un mammifero artiodattilo originario dell'Africa, il cui nome si riferisce, in realtà, a un intero genere appartenente alla famiglia Giraffidae. Fino a poco tempo fa la IUCN riconosceva un'unica specie vivente appartenente a questo genere (ovvero Giraffa camelopardalis), e ben nove sottospecie elencate dal Giraffe and Okapi Specialist Group (GOSG).

La classificazione delle specie appartenenti al genere delle giraffe, però, è stata a lungo discussa ed è tutt'ora materia di dibattito. Secondo quanto descritto dalla Giraffe Conservation Foundation (GCF), infatti, ne esistono quattro specie distinte: la giraffa masai (G. tippelskirchi), la giraffa settentrionale (G. camelopardalis), la giraffa reticolata (G.reticulata) e la giraffa meridionale (G. giraffa)

Le giraffe vivono in Africa e, più nello specifico, nelle savane, nelle praterie e nei boschi aperti a Sud del Sahara. Sono considerate i più alti animali terrestri, con i quasi 6 metri di altezza e gli oltre 1800 chili dei soggetti adulti che le rendono i più grandi ruminanti del mondo.

Come è fatta la giraffa

I maschi di giraffa raggiungono mediamente i 5,7 metri di altezza (e i 1930 chili di peso), mentre le femmine sono circa mezzo metro più basse e non superano i 1.200 chili. I giovani, invece, alla nascita pesano circa 50/55 chili e raggiungono già quasi i 2 metri di altezza. Le zampe sono lunghe e robuste e quelle anteriori sono più lunghe rispetto a quelle posteriori.

La coda è sottile e lunga fino a un metro, con un ciuffo nero all'estremità che viene utilizzato per allontanare le mosche e gli altri insetti. Le corna vengono chiamate ossiconi e sono protuberanze ossee ricoperte di pelle e pelo. Quelle della femmina sono più sottili rispetto a quelle dei maschi, i quali talvolta presentano anche una seconda coppia di corna posizionata dietro alle prime due.

Gli occhi sono grandi e la lingua prensile, di colore nero, è lunga fino a 45 centimetri e permette loro di afferrare il cibo dalla cima degli alberi.

Le diverse specie si distinguono per la maculatura del mantello, una caratteristica che rende gli individui riconoscibili e li aiuta a mimetizzarsi nella savana.

I mantelli delle diverse specie di giraffa sono stati descritti in un documento pubblicato da Giraffe Conservation Foundation (GCF). Le giraffe settentrionali hanno un mantello più chiaro rispetto alle altre, con macchie particolarmente regolari. Le giraffe meridionali, invece, tendono a presentare un minore contrasto tra i due colori. La giraffa masai è quella con macchie più scure (in particolare nella sottospecie G. t. tippelskirchi) e la giraffa reticolata, infine, è riconoscibile perché ha solo strette striature di mantello chiaro e grandi macchie più scure.

Il collo della giraffa è lungo fino a 2 o 3 metri e non esistono altre specie al mondo che superino questa lunghezza. Questa particolare caratteristica le permette di raggiungere le foglie più alte degli alberi, ovvero quelle che nessuno (a parte la giraffa e l'elefante) è in grado di raggiungere.

Habitat e distribuzione

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Le giraffe abitano le terre aride e secche dell'Africa subsahariana. Prediligono le aree della savana e delle praterie in cui crescono piante alte. Per disporre di un maggior numero di piante, i maschi tendono ad avvicinarsi più frequentemente agli ambienti boschivi.

Possono sopravvivere anche distanti dalle fonti d'acqua, in quanto non necessitano di una disponibilità idrica quotidiana.

I Paesi in cui è possibile incontrare giraffe in libertà si trovano a Sud del Sahara, a partire dal Sud Sudan (nella parte orientale dell'Africa) e dal Mali (a Ovest), fino a raggiungere la Repubblica Sudafricana. Il Paese all'interno del quale l'areale risulta essere più ampio è il Kenya, seguito da Zambia e Tanzania.

Evoluzione della giraffa

I primi antenati della giraffa, distribuiti in Asia, Europa e Africa, avevano il collo corto e, secondo i ricercatori, il primo in assoluto si chiamava Giraffokeryx punjabiensis e viveva in India circa 12–15 milioni di anni fa. L’evoluzione graduale del collo lungo, determinata dall'allungamento delle vertebre cervicali, è invece arrivata nel tardo Miocene, ovvero circa 6 milioni di anni fa.

Alla stessa famiglia delle giraffe che conosciamo oggi appartengono anche il Samotherium (che visse circa 7 milioni di anni fa e oggi è estinto) e l'Okapi, ovvero un mammifero artiodattilo ancora esistente, originario della Repubblica Democratica del Congo.

Circa sei milioni di anni fa, sul finire del Miocene, il clima cambiò rapidamente, alterando tra le altre cose anche la vegetazione dei luoghi in cui erano diffuse le specie appartenenti alla famiglia Giraffidae, che dovettero adattarsi alle nuove condizioni ambientali più secche della savana. Si ipotizza che il collo iniziò ad allungarsi proprio in quel periodo.

Comportamento e riproduzione

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L'accoppiamento avviene seguendo schemi molto precisi: il corteggiamento ha inizio quando un maschio si avvicina a una femmina con l'intento di annusarne l'urina per verificarne lo stato riproduttivo attraverso un comportamento chiamato flehmen. Strofina quindi la testa vicino alla groppa della femmina e la appoggia sulla sua schiena, poi le lecca la coda e solleva una zampa anteriore. La femmina, a questo punto, se è disponibile, gira intorno al maschio, tenendo la coda sollevata.

La maggior parte delle nascite delle giraffe avviene da maggio ad agosto e il periodo di gestazione è di circa 457 giorni. Le madri partoriscono uno o al massimo due cuccioli, stando in piedi, oppure addirittura camminando. Nel momento della nascita il piccolo fa quindi una caduta di circa 2 metri, poi si alza in piedi e pochi minuti dopo è già pronto per nutrirsi.

Lo svezzamento dura tra i 12 e i 16 mesi, ma per i maschi generalmente non supera i 14 mesi. Mentre le femmine rimangono in gruppo, mantenendo un comportamento sociale, i maschi tendono ad essere solitari, finché non trovano un proprio gruppo nel quale diventare il maschio dominante. Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale tra i 3 e i 4 anni di età (le femmine leggermente prima), ma non si riproducono per almeno un altro anno.

I principali predatori della giraffa sono i leoni, ma anche i leopardi e le iene possono riuscire a predare i piccoli questa specie. Gli adulti, invece, si difendono calciando con gli zoccoli anteriori. In prossimità delle pozze d'acqua, anche i coccodrilli possono rappresentare un rischio per la specie, ma anche in questo caso, i predatori tendono a concentrarsi sui soggetti più anziani, quelli feriti o quelli molto giovani.

La durata della vita delle giraffe in natura è di circa 10/15 anni, mentre in cattività questi grandi mammiferi possono raggiungere, e in alcuni casi anche superare, i 25 anni di vita.

Alimentazione

Le giraffe sono erbivori ruminanti e si nutrono di foglie, fiori, baccelli, semi e frutti. Nelle aree in cui il suolo della savana è salato o particolarmente ricco di minerali, però, talvolta ingeriscono anche la terra. Hanno lingue lunghe e musi stretti con labbra superiori flessibili, che aiutano ad ottenere le foglie dagli alberi ad alto fusto.

Le piante di cui si nutrono maggiormente sono Acacia senegal, Mimosa pudica, Combretum micranthum e Prunus armeniaca.

Sono in grado di schiacciare le spine delle piante con i molari e, quindi, possono nutrirsi anche di foglie degli alberi dotati di questa strategia difensiva. Possono arrivare a consumare fino a 66 chili di cibo al giorno possono essere consumati da una giraffa maschio adulta, ma in caso di necessità possono essere sufficienti anche solo 7 kg.

Secondo quanto descritto da ADW, le giraffe femmine adulte sono più selettive e scelgono il fogliame con il più alto valore nutrizionale.

Rapporto con l'uomo e stato di conservazione

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Quasi tutte le specie e le sottospecie di giraffe sono considerate a rischio di estinzione. L'intensità e la gravità delle minacce dipendono fortemente dalle diverse aree di distribuzione, ma la perdita di habitat è considerata una delle problematiche più gravi per la conservazione della specie.

La graduale scomparsa degli ambienti di vita delle giraffe è causata dall'abitudine a convertire i terreni della savana ad usi agricoli e, nelle stesse zone, si pratica inoltre l’attività estrattiva di minerali che modifica il terreno. L'aumento della popolazione umana, inoltre, porta ad una crescente urbanizzazione.

Il WWF si è impegnato negli ultimi decenni per la conservazione della specie e sottolinea come anche il bracconaggio e i cambiamenti climatici stiano rendendo la savana un ambiente sempre più arido e desertico, causando problemi di alimentazione a approvvigionamento idrico per tutte le specie selvatiche endemiche, comprese le giraffe.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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