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La gattina che non è Rambo: così è il rapporto tra cani e gatti in natura

Un video pubblicato dal canale Youtube di Newsflash Natural World in cui si assiste all'aggressione in strada di un gruppo di cani ad una gatta ci fornisce l'occasione per riflettere su alcune dinamiche della relazione cane-gatto che si sono evolute nei millenni e che persistono malgrado la narrazione corrente che li vuole sempre armoniosamente parte della famiglia umana in nome dell'amore.

6 Maggio 2021
12:27
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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Cani e gatti sono nemici giurati? Oggigiorno l'eccessivo focus sulla convivenza domestica e la costante mediazione dell'essere umano, hanno diffuso l'idea che il passato abbia promosso una eccessiva narrazione bellica circa il rapporto tra queste due specie. A sentire alcuni amanti dell'una e dell'altra, non c'è mai alcun problema di convivenza né di comunicazione tra loro, è tutto disneyanamente idilliaco perché “loro sono migliori di noi” e tutto quello che conta è “l'amore” che pervade l'ambiente domestico.

Eppure capitano situazioni come quella del video pubblicato dal canale Youtube di Newsflash Natural World che definiscono una gattina "Rambo" o "Bruce Lee" perché mette in fuga un branco di cani e ce la mostra forte ma solo perché ancora una volta la vediamo dalla nostra prospettiva umana. In realtà queste immagini ci aiutano proprio a ricordarci come mai è stata tramandata l'idea che i due mondi siano incomunicabili e che non dovremmo mai dimenticare che il rapporto tra cani e gatti è regolato anche da dinamiche che prescindono dall'uomo e che sono antiche più dell'agricoltura.

La video-storia

Nel filmato si intravede una gattina per le strade di una località russa che, avvistato un cane randagio in avvicinamento, cerca di defilarsi nascondendosi sotto una macchina. Nel momento in cui il cane viene raggiunto da un suo compagno di branco – questi, almeno, sembrano i rapporti tra loro – i due iniziano ad imbastire una sorta di antagonismo mentre la gatta, tutt'altro che rassicurata, cerca di allontanarli a soffi e zampante. Gli abbai dei due attirano l'attenzione degli altri membri del branco che diventano sette. L'eccitazione del gruppo di alza, quello che inizialmente aveva i connotati di un gioco un po' sadico si trasforma in un'offensiva predatoria, con tutti i cani ad accerchiare l'auto e qualcuno a cercare di stendersi per raggiungere la gatta. Approfittando di un punto scoperto, la micia cerca di uscire da sotto l'auto e raggiungere una postazione sopraelevata che le possa dare un vantaggio strategico ma inciampa o cade e si ritrova per terra accerchiata dai cani al colmo dell'eccitazione.

A quel punto non le resta che fare ricorso a tutta la sua energia e la sua poderosa potenza muscolare per divincolarsi e menare zampate in ogni direzione finché uno di loro riesce a afferrarla per il collo e strattonarla; ma lei si libera e inizia a fronteggiarli dalla seduta di una panchina che le concede il vantaggio di avere i musi e gli occhi a portata di uncino. A quel punto nel branco l'energia cala: il disturbo di una bottiglia lanciata da qualcuno in mezzo ai cani da una parte e la riduzione di interesse in tutta la dinamica dall'altra li porta in breve ad allontanarsi uno dopo l'altro, lasciando la gattina incolume.

Le immagini sono abbastanza impressionanti, soprattutto per chiunque non sia abituato a vedere cani e gatti in queste situazioni, piuttosto usuali in luoghi del mondo in cui queste due specie riescono ancora ad incontrarsi al di fuori del controllo umano. La cosa interessante è che raccontano in realtà un aspetto della relazione cane-gatto consueto, che parla della loro storia evolutiva e che, tutto sommato, è meno cruento di quanto sembri.

Gatti agli occhi dei cani

Per il modo in cui si muovono, si spostano e per le modalità sociali che offrono, i gatti rappresentano dei trigger perfetti per l'attivazione degli schemi predatori nel cane, anche quando quest'ultimo non è mosso dall'intenzione di uccidere. Essere un predatore significa avere una particolare sensibilità per intercettare i movimenti sull'orizzonte visivo di qualunque cosa vi si muova, quindi anche dei gatti. Quelli che hanno la possibilità di fare esperienza in libertà, però, imparano presto che davanti ad un cane di passaggio è spesso più efficace rimanere immobili (e infatti la gattina del video inizialmente lo fa) sperando di passare inosservati, piuttosto che spostarsi verso un rifugio, perché il movimento li smaschera più facilmente.

Inoltre, i cani si spalleggiano in questa dinamica, laddove i gatti invece, in una situazione analoga tra loro si percepirebbero come dei competitori. La tensione eccitatoria sale, infatti, perché l'appoggio del gruppo fortifica e dà la sensazione di poter affrontare meglio l'obiettivo, anche se armato di unghie e denti.

Cani agli occhi dei gatti

D'altra parte, i cani non familiari rappresentano per i gatti degli interlocutori difficili da tollerare perché nell'incontro i primi accorciano quelle distanze che sono necessarie ai felidi per studiare l'altro e decidere, gradualmente, se lasciarlo avvicinare oppure no. I cani tendono a proporre un approccio diretto verso il gatto, ad avvicinarlo sul muso e a voler ispezionare la zona anale, cosa che, per come si strutturano le dinamiche sociali dei gatti, solo un soggetto estremamente confidente o già noto può concedere.

I cani, inoltre, sono più dinamici, tendenzialmente più grandi dei gatti, si eccitano e si coordinano in gruppo, sono degli interlocutori impegnativi da tenere sotto controllo sia sul piano fisico che dell'attivazione emotiva.

Il contributo della domesticazione

Si aggiunga, poi, che la domesticazione del gatto è assai recente: sebbene lo abbia reso più mansueto nei confronti degli esseri umani e del cane, con cui già noi bipedi vivevamo da millenni, molto del suo repertorio comunicativo è ancora “rozzo”, in definizione, e molto vicino al progenitore ancestrale che era un animale pressoché solitario. Nulla di sorprendente, quindi, se per il gatto non sia così immediato dialogare con una specie che non conosce e che, per di più, potrebbe predarlo.

Non esiste un'unica visione del mondo

E in queste enormi differenze tra il modo di interfacciarsi al mondo dei cani e dei gatti si sono inserite le millennarie narrazioni  fondate, quindi, sulla loro incomunicabilità. Che oggi sappiamo non essere assoluta ma sarebbe un errore madornale negarla.

Cosa possiamo allora portarci a casa da questo filmato? La consapevolezza che cani e gatti, persino in realtà inurbate fatte di macchine e cemento, confermano e ristabiliscono ancora oggi equilibri millennari, che sono andati evolvendosi e consolidandosi in secoli e secoli di condivisione della nicchia ecologica umana e che, a volte, li vedono antagonisti. Realtà dove certe scene possono ancora accadere ci ricordano che non siamo né i protagonisti del mondo né della Storia, che siamo una parte assai relativa del Tutto e che, se anche siamo arrivati al punto da condizionare ogni forma di vita su questo Pianeta, esistono dinamiche naturali precedenti a noi e che a noi, probabilmente, sopravviveranno. Una bella lezione di umiltà.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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