Sterilizzazione, trasferimento ed "eutanasia etica". Sono queste le iniziative che compongono il piano di contenimento degli ippopotami colombiani, annunciato ufficialmente dalla ministra dell'Ambiente Susana Muhamad.
«Nessuna delle tre azioni è efficace da sola, è importante che vengano attuate contemporaneamente», ha affermato Muhamad nel corso della conferenza stampa di giovedì 2 novembre. Il primo obiettivo è di eseguire la sterilizzazione chirurgica sugli ippopotami allo scopo di frenarne la riproduzione. Si inizierà con 20 esemplari entro la fine del 2023 per arrivare a 40 all'anno a partire dal 2024. Si tratta di una procedura estremamente costosa – la cifra si aggira intorno ai 40milioni di pesos, pari a poco più di 9mila euro – e anche molto laboriosa, dura infatti circa 7 ore e comporta diversi rischi per gli animali.
I quattro ippopotami che sono stati importati dal narcotrafficante Pablo Escobar oggi hanno dato vita a una popolazione di circa 169 individui che stanno espandendo sempre più il loro areale, secondo le ultime stime fornite dal Ministero dell'Ambiente.
Gli animali erano stati importati in Colombia per entrare a fare parte del giardino zoologico all'interno della Hacienda Napoles di Escobar, nella regione di Antioquia. Quando nel 1993 il trafficante è stato arrestato i suoi animali sono stati trasferiti ma gli ippopotami non sono stati recuperati e si sono stabiliti nell'area del fiume Magdalena, uno dei maggiori del Paese, e nei laghi vicini. Oggi la tenuta di Escobar è diventata un'attrazione turistica, ma la riconversione della struttura non è bastata a cancellarne gli effetti. Gli "ippopotami della cocaina" a trent'anni di distanza sono diventati la più grande specie invasiva del mondo.
Non esistono ippopotami in Sudamerica, infatti, ad eccezione di quelli importati da Escobar. Grazie all'assenza di predatori naturali, questi animali sono riusciti a riprodursi senza problemi e a colonizzare spazi sempre più ampi, con grave danno per la fauna e la flora locale. Uno studio del 2019 ha sottolineato come in Africa, dove gli ippopotami sono specie autoctona, la loro presenza sia utile a fertilizzare laghi e fiumi, contribuendo al mantenimento dell'ecosistema.
Lo stesso però non avviene in Sudamerica, dove i laghi che li accolgono registrano un incremento di cianobatteri e di altre sostanze associate alla proliferazione di alghe tossiche, con conseguenze sui pesci autoctoni e anche sulle comunità di pescatori.
Il primo ippopotamo sarà sterilizzato già la prossima settimana, ma non basterà per contenere la popolazione, come ha ammesso la ministra Muhamad. Accanto a quest'azione il Governo colombiano si era già preparata a trasferire gli animali in altri paesi, una procedura non semplice alla luce delle limitazione imposte dalla convenzione Cites sul commercio di specie selvatiche.
Nel 2022 la Ostok Sanctuary International Foundation si era resa disponibile a trasferire un gruppo di 70 ippopotami nei suoi santuari, nello specifico 60 in India e 10 in Messico. Tuttavia nel caso del Messico le autorità locali hanno negato il proprio via libera. Resta invece ancora in piedi la traslocazione in India, che ha incontrato il favore del governo di Narendra Modi, anche se non sono ancora chiare le modalità con cui questo trasferimento potrà essere attuato. Si tratta di un'operazione molto problematica, per ammissione della stessa ministra Muhamad.
Infine, per quanto riguarda l'eutanasia non sono stati forniti ulteriori dettagli, se non che si tratterà di una pratica definita "etica". Se dovesse concretizzarsi il proposito di sterilizzare 60 ippopotami tra il 2023 e il 2024, e nello stesso periodo si riuscisse a trasferirne altri 60 in India, resterebbero oltre 49 individui sui quali il governo attuerà gli abbattimenti.
Le uccisioni di massa proposte dall'ex ministro dell'Ambiente Carlos Eduardo Correa si concretizzeranno quindi nella politica di Muhamad che in segno di rottura con il suo predecessore si era presentata con lo slogan "Pace con la natura", dichiarando: «Ci assumiamo la responsabilità di proteggere gli animali». Un intento che, almeno per quanto riguarda gli ippopotami, è rimasto sulla carta.