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3 Febbraio 2022
12:13

Velociraptor, il dinosauro carnivoro piumato oltre le distorsioni di Jurassic Park

Il Velociraptor è uno dei dinosauri più famosi e conosciuti tra tutti grazie a Jurassic Park. Tuttavia, oggi sappiamo che era molto diverso come appare nel film. Scopriamo quindi com'era fatto e come viveva.

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Tra i dinosauri carnivori più celebri e conosciuti al grande pubblico, T. rex a parte, c'è senza dubbio il Velociraptor. Il merito di aver reso così tanto popolare questo genere di teropodi dromesauridi va indiscutibilmente alla saga cinematografica Jurassic Park, proseguita poi dai sequel Jurassic World. Tuttavia, ciò che vediamo al cinema e che trae espirazione dai romanzi di Michael Crichton è molto (ma molto) diverso da ciò che sappiamo attualmente su questi predatori piumati estinti.

Velociraptor è un genere di teropodi, il gruppo di dinosauri bipedi e predatori che include tra gli altri il tirannosauro e l'allosauro, vissuto nel cretacico superiore, tra circa 70 e 75 milioni di anni fa. Erano grandi più o meno quanto un tacchino e la specie più nota, nonché la prima a essere stata scoperta in Mongolia nel 1923, è Velociraptor mongoliensis. A questa si è poi aggiunta successivamente V. osmolskae, ma quali altre caratteristiche possedevano questi dinosauri tanto iconici? E perché erano così diversi dai film?

Com'era fatto il Velociraptor

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Una ricostruzione di un Velociraptor

I Velociraptor erano dromeosauridi di taglia medio-piccola, ben lontani dai lucertoloni che vediamo in Jurassic Park. Erano lunghi circa due metri, coda lunghissima inclusa, alti mezzo metro e pesavano tra i 15 e 20 Kg. Il muso era molto allungato e possedeva dai 26 ai 28 denti conici vistosamente seghettati sul bordo posteriore. Come gli altri teropodi aveva due grosse "mani" dotate di un lungo artiglio ricurvo su ciascuna delle tre dita. A differenza di quello che vediamo nei film, la struttura ossea delle mani non consentiva a questi dinosauri di portarle rivolte coi palmi verso il basso, ma bensì solamente verso l'interno, uno di fronte l'altro.

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Confronto dimensionale tra un uomo e un Velociraptor

Una delle caratteristiche più evidenti del Velociraptor era però nel primo dito del piede, quello più interno. Su questo era presente un grosso artiglio ricurvo e a forma di falce, comune anche in altri dromeosauridi e nei troodontidi, che il predatore usava probabilmente per la lacerare o bloccare le prede. In vita questo dito era perennemente alzato e questo significa che il Velociraptor, a differenza di quasi tutti gli altri teropodi, camminava solamente poggiando a terra due dita invece che tre.

Il Velociraptor era piumato, ormai lo sappiamo da tempo, anche se il cinema continua a nascondercelo. Com'è noto i teropodi estinti, e in particolare i dromeosauridi, possedevano numerose caratteristiche in comune con gli uccelli (che altro on sono che dinosauri teropodi che ce l'hanno fatta), piumaggio compreso. In particolare il Velociraptor possedeva lunghe file di penne (molto probabilmente vistosamente colorate), simili a quelle delle ali degli uccelli moderni, ai lati della coda e sull'avambraccio. Chiaramente non servivano per volare ma probabilmente veniva utilizzate per la comunicazione interspecifica o tra i sessi (un po' come fa il pavone maschio), oppure per covare le uova.

Abitudini e comportamento

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Velociraptor e altri dromeosauridi confrontati tra loro

Si è discusso tantissimo sulle abitudini e sul comportamento di caccia dei Velociraptor, soprattutto a causa dell'immagine da predatore sociale e intelligente fuoriuscita da Jurassic Park. Prove fossili a sostegno della caccia in gruppo, tuttavia, non ce ne sono, anche se potrebbero essere presenti in altre specie simili, come il più grosso (e più simile a quello dei film) Deinonychus.

Tutti i fossili e le impronte di Velociraptor mai trovate appartengono a singoli individui, che probabilmente quindi si muovevano in solitaria. Secondo alcuni attaccava le prede da terra, usano il suo caratteristico artiglio per bloccare e uccidere le prede, secondo altri si lanciava dagli alberi come fanno alcuni rapaci, sfruttando le penne delle braccia per planare e atterrare di sorpresa sulle ignare prede. Ciononostante, uno dei fossili più famosi della storia, ritrovato nel 1971, può darci indizi molto utili e preziosi sulle abitudini e lo stile di caccia di questi teropodi: si tratta dei celebri Fighting Dinosaurs, i dinosauri combattenti.

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I dinosauri combattenti al Nagoya City Science Museum, Giappone

Questo fossile straordinario conserva, quasi intatta, una fotografia del combattimento tra un Velociraptor mongoliensis e Protoceratops andrewsi, un piccolo dinosauro erbivoro quadrupede con becco e collare osseo simili a quelli del triceratopo. I due dinosauri sono stati sepolti insieme proprio mentre stavano lottando tra loro, un combattimento che va avanti da 75 milioni di anni. La maggior parte dei paleontologi interpreta questo fossile come un tentativo effettivo di predazione da parte del Velociraptor.

Tuttavia, secondo alcuni i Velociraptor non erano veri e proprio predatori, ma più animali spazzini, che si nutrivano soprattutto di carogne come fanno oggi avvoltoi o sciacalli. La maggior parte dei ricercatori è però convinta che fossero effettivamente dei cacciatori attivi, senza escludere che avrebbero potuto di tanto in tanto mangiare opportunisticamente carogne, come fanno poi quasi tutti i predatori attuali.

La scoperta del Velociraptor

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Teschio di Velociraptor

Era l'11 settembre del 1923 quando una spedizione dell'American Museum of Natural History recuperò il primo fossile di Velociraptor nel deserto del Gobi, in Mongolia. Fu Peter Kaisen a trovare per primo un cranio quasi completo assieme ad alcune falangi, e poco più di un anno dopo, il 7 novembre del 1924, fu invece Henry Fairfield Osborn a pubblicare la prima descrizione dell'esemplare: fu così che nacque Velociraptor mongoliensis.

Questo nome, ormai conosciuto da tutti, deriva dalle parole latine velox (veloce) e raptor (rapitore o predatore) e si basa sull'interpretazione generale fatta all'epoca dell'animale e alla sua natura carnivora. Successivamente diversi altri resti fossili furono recuperati sempre in Mongolia, tra cui i famosi dinosauri combattenti e alcuni reperti trovati nel 1999 e attribuiti successivamente alla seconda specie, V. osmolskae.

Il Velociraptor nella cultura di massa

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Se tutti conoscono il Velociraptor il merito è sicuramente di Jurassic Park

Il Velociraptor è uno dei dinosauri più conosciuti tra tutti grazie soprattutto al romanzo Jurassic Park di Michael Crichton e ai suoi successivi adattamenti cinematografici, a partire dal primo film diretto da Steven Spielberg nel 1993. Tuttavia, pochi sanno che in realtà gli animali ricostruiti nei film si basano su un altro dromeosauride, il Deinonychus, più grosso e simile a quelli di film e libro. Tuttavia, per esigenze narrative Crichton decise di dargli il nome del suo cugino più piccolo, il Velociraptor, perché più evocativo e adatto alla storia.

Tutti quindi continuano ad associare al Velociraptor l'immagine fuoriuscita da libro e film, anche se sappiamo da tempo non essere più così, e non solo per lo scambio del nome. E ormai risaputo che sia Velociraptor che Deinonychus erano dinosauri piumati, probabilmente dotati di lunghe penne vistose e colorate, ben lontane dai lucertoli verdi monocromatici che ancora oggi vengono anacronisticamente riprodotti al cinema.

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Uno dei tanti giocattoli ispirati al Velociraptor di Jurassic Park

Il cinema ha purtroppo scelto di mantenere deliberatamente un'immagine quasi ottocentesca e rettiliana, che continua a restituire al grande pubblico animali inverosimili, e ben lontani dalla realtà, utili solo a interpretare la parte del lucertolone stupido e cattivo o del predatore scaltro e implacabile. Molti paleontologi criticano aspramente queste scelte, che contribuiscono solamente a diffondere un'idea sbagliata e retrograda dei dinosauri al grande pubblico.

Tuttavia, non si può non riconoscere che, grazie a Jurassic Park e ai suoi sequel, milioni di persone si sono avvicinate e interessate per la prima volta ai dinosauri e alla paleontologia, compresi molti dei bambini dell'epoca diventati oggi paleontologi e scienziati di successo. E se siamo qui a raccontare com'erano realmente i raptor è proprio grazie a quella ricostruzione ormai datata e scientificamente inaccurata, che lo ha reso celebre a tutti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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