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22 Dicembre 2023
11:51

Il Rifugio Cuori liberi denuncia i veterinari per l’uccisione dei maiali: «Responsabilità personale e penale»

I proprietari del Rifugio Cuori Liberi, insieme agli attivisti dell’associazione Vita da cani e della Rete dei Santuari di Animali Liberi, hanno denunciato i veterinari che il 20 settembre hanno praticato l'eutanasia ai 9 maiali ancora vivi della struttura pavese.

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Il Rifugio Cuori Liberi, l’associazione Vita da cani e la Rete dei Santuari di Animali Liberi hanno denunciato i veterinari che il 20 settembre 2023 hanno praticato l'eutanasia ai 9 maiali ancora vivi della struttura pavese.

«Esiste una responsabilità personale e penale per quello che è accaduto», spiega a Kodami Sara D'Angelo, coordinatrice della Rete e organizzatrice dei presidi in difesa del Cuori Liberi. «Abbiamo denunciato i singoli veterinari, il dirigente veterinario della Regione Lombardia che ha dato il mandato, e il anche il Commissario straordinario alla Peste suina africana».

I veterinari eseguivano l'ordine disposto dall'Ats e dalla Regione Lombardia, ma secondo la responsabile della Rete dei Santuari si trattava di un «atto medico sbagliato. Un ordine particolare, perché sono andati in una proprietà privata a uccidere animali che non avevano bisogno di eutanasia, perché non erano agonizzanti, come mostrano tanti filmati di quel giorno. Insomma, secondo noi è stato atto medico sbagliato».

Tutto è cominciato quando a settembre sono state registrate le prime morti sospette tra i maiali del Rifugio Cuori Liberi di Sairano, in Provincia di Pavia. Le analisi effettuate dall'Ats hanno confermato che la peste suina africana era entrata anche nella struttura che si occupa di accogliere animali sfruttati dall'industria alimentare. Da quel momento è iniziato un braccio di ferro tra gli attivisti e l'Ats che era stata incaricata di sopprimere i 40 suini presenti, sia quelli sani che malati.

Quando viene registrato anche solo un singolo caso di peste suina africana all'interno di un allevamento, infatti, il Piano straordinario per il contenimento dell'epidemia impone che vengano abbattuti indistintamente tutti i suini, a prescindere dalla presenza di sintomi o meno, e che poi l'allevatore venga risarcito per ogni capo. Una procedura che gli attivisti non hanno accettato, e per questo hanno cercato di aprire una finestra di discussione con le autorità veterinarie locali, come ricorda D'Angelo: «Abbiamo provato a iniziare un dialogo con la Regione, ma a loro non interessava».

D'Angelo, insieme a volontari e cittadini provenienti da tutta Italia hanno quindi iniziato un presidio durato due settimane per impedire ai veterinari di entrare nel Rifugio. La mattina del 20 settembre, però, le Forze dell'Ordine hanno rotto il cordone umano a protezione della struttura, e i veterinari hanno eseguito gli abbattimenti sui 9 maiali ancora vivi. Le Forze di Polizia sono entrate usando una brutalità denunciata a Kodami dalle persone presenti quel giorno.

All'accusa sui media nei confronti degli agenti, si aggiunge anche quella ai veterinari e ai mandanti di quell'atto, anche a causa dell'opacità rispetto alle modalità con cui gli abbattimenti sono stati realizzati: «Non è stato permesso a nessuno di assistere – commenta D'Angelo – Non sappiamo se la procedura sia stata corretta, perché a distanza di tre mesi non abbiamo avuto ancora il verbale ufficiale dove è messa nero su bianco l'applicazione del protocollo». Sul momento, infatti, i veterinari avevano dichiarato ai responsabili del Rifugio che i maiali erano stati uccisi usando prima un narcotico e poi il tanax, un farmaco utilizzato proprio per l'eutanasia sugli animali che deve essere somministrato in sedazione.

«Inoltre, il Tar aveva invitato l'Ats a presentare questo documento, ma non è stato fatto», aggiunge D'Angelo. per i fatti di Sairano è in corso anche un procedimento al Tar, avviato prima della soppressione dei maiali, ma che i giudici hanno deciso di non sospendere dopo la morte di questi. L'udienza si terrà il 25 gennaio prossimo.

Su Kodami abbiamo provato a fare chiarezza con un video e spiegare cosa è successo in Italia con l'arrivo dell'epidemia di peste suina africana, una malattia non pericolosa per le persone ma dannosa soprattutto per il comparto suinicolo.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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