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27 Settembre 2023
13:39

«Giustizia per i maiali del rifugio Cuori Liberi», il blitz degli animalisti all’Ats di Pavia

Gli attivisti si sono ritrovati questa mattina davanti all'Ats di Pavia per chiedere giustizia per gli animali dopo l'uccisione dei 10 maiali all'interno del Rifugio Cuori Liberi di Zinasco.

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Foto dal presidio

Dopo l'uccisione dei 10 maiali all'interno del Rifugio Cuori Liberi di Zinasco, gli attivisti si sono ritrovati questa mattina davanti all'Ats pavese per chiedere giustizia per gli animali, di cui 9 ancora perfettamente sani.

Il flash mob degli animalisti si è svolto alle ore 8 davanti alla sede veterinaria dell'Ats Pavia e ha coinvolto decine di persone che hanno protestato contro i metodi coatti con i quali Forze dell'ordine e veterinari hanno abbattuto i suini. Sul posto c'erano anche Ornella Muti e la figlia Naike Rivelli.

«Quei 9 maiali erano membri della nostra famiglia – dichiarano gli attivisti – erano stati sottratti a un destino di violenza e sfruttamento. Avrebbero dovuto morire in pace, accuditi da chi si è sempre preso cura di loro. Invece sono stati trascinati di nuovo in un vortice di violenza istituzionalizzata il cui unico fine è quello di tutelare gli interessi degli allevatori, di chi i maiali – esseri senzienti, sensibili e molto intelligenti – li alleva al solo scopo di mandarli al macello».

Il Rifugio Cuori liberi è infatti parte della Rete dei Santuari di Animali Liberi, luoghi in cui specie destinate all'allevamento vengono accolte e curate senza essere più sfruttate. È qui che all'alba del 20 settembre, le Forze dell’Ordine in tenuta antisommossa sono entrate nel Rifugio per abbattere tutti i suini presenti, sia quelli sani che quelli colpiti dalla peste suina africana. Gli agenti hanno sgomberato il passaggio ai veterinari dell'Ats, anche usando la violenza con pugni e manganellate, come si vede nei video diffusi sul web.

«Dopo aver spazzato via anche l'ultima resistenza, i veterinari di Ats sono entrati e hanno provveduto a uccidere i 9 suini – ha ricordato Sara D'Angelo, coordinatrice del presidio al rifugio e della Rete dei Santuari – In questa fase è stato impedito ai responsabili del rifugio e ai veterinari di fiducia di essere presenti per dare un ultimo saluto ai propri animali e accertarsi che venissero rispettati i criteri di una corretta eutanasia. Il timore è che lontano da occhi indiscreti si sia proceduto all'uccisione inseguendo nei recinti gli animali terrorizzati. I corpi senza vita sono infine stati gettati con una ruspa nel cassone di un camion per la raccolta di rifiuti speciali, sotto lo sguardo straziato di chi si occupava di loro da anni».

«Noi non dimenticheremo queste morti che potevano essere evitate, e non faremo finta di nulla – è il commento di d'Angelo – Continueremo a lottare affinché a tutti gli animali dei rifugi sia garantito uno status di protezione coerente con il recente riconoscimento accordato ai Santuari con il decreto del Ministero della Salute del 7 marzo 2023». Un riconoscimento che non è riuscito a salvare gli animali condannati a morte dalla Regione Lombardia. I veterinari infatti sono entrati nel recinto e, secondo quanto dichiarato ai proprietari del rifugio, hanno somministrato ai maiali prima un narcotico e poi il tanax, un farmaco utilizzato proprio per l'eutanasia sugli animali.

Le misure di contenimento della peste suina africana prevedono l'abbattimento di tutti i suini presenti in un allevamento dove ci sono animali malati, e l'erogazione di successivi ristori. Una soluzione però considerata inaccettabile dai volontari si occupano di salvare proprio gli individui sfruttati dall'industria agroalimentare.

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Il flash mob di oggi preannuncia la grande manifestazione "Giù le mani dai santuari" che si terrà il 7 ottobre alle ore 14 in piazza a Milano con un grande corteo nazionale che partirà da piazza Città di Lombardia, davanti al palazzo della Regione, e sfilerà per le strade della città fino a piazza San Babila.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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