video suggerito
video suggerito
7 Settembre 2023
15:16

Tutti i maiali del Rifugio Cuori Liberi rischiano l’abbattimento: iniziato il presidio

La Regione Lombardia ha confermato l’ordinanza di abbattimento per i maiali che vivono al Rifugio Cuori Liberi. È iniziato il presidio al Rifugio per evitare l'abbattimento dei suini.

155 condivisioni
maiale

La Regione Lombardia ha confermato l’ordinanza di abbattimento per i maiali che vivono al Rifugio Cuori Liberi. Si tratta di centinaia maiali non Dpa, cioè non destinati al consumo alimentare, per la magior parte salvati da situazioni di sfruttamento negli allevamenti.

Per salvarli è partito il presidio della Rete dei Santuari che riunisce tutte le realtà che si occupano di salvare animali provenienti dagli allevamenti. Tutto è iniziato quando all'interno del Rifugio Cuori Liberi di Zinasco, provincia di Pavia, sono stati trovati senza vita 2 suini, ai quali poco dopo si è aggiunto un terzo. L'Ats che si è occupata delle analisi sul corpo degli animali ha rilevato la presenza della peste suina africana e per questo ha dato l'ordine di abbattimento che da oggi è ufficialmente eseguibile.

Ma i volontari non si arrendono, spiega a Kodami Sara D'Angelo, coordinatrice della Rete dei Santuari Liberi che sta guidando il presidio in difesa dei maiali di Zinasco: «Non è vero che l'abbattimento indiscriminato è una misura di tutela della salute pubblica, è una forma di prevenzione per salvaguardare il guadagno degli allevatori sacrificando vite innocenti. Non possiamo accettare che muoiano centinaia maiali per far sopravvivere un comparto come quello suinicolo, per definizione basato sulla crudeltà e sulla morte».

La peste suina africana non è una zoonosi, non è quindi trasmissibile all'uomo, tuttavia dà una mortalità elevata nei suidi domestici e selvatici, rappresentando una minaccia per il patrimonio zootecnico. Per questo quando è arrivata in Italia all'inizio del 2022 sono scattate misure di prevenzioni che prevedevano l'isolamento dei focolai e l'abbattimento dei suini infetti. Anche con la costituzione della struttura commissariale guidata prima da Angelo Ferrari e poi da Vincenzo Caputo, le cose non sono cambiate e la misura più sfruttata resta quella dell'abbattimento e dei ristori economici agli allevatori.

I volontari, però, non hanno intenzione di accettare un sistema basato sulla morte, sottolinea D'Angelo: «Abbiamo subito presentato una diffida contro la Regione Lombardia e l'Ats per evitare che procedano con l'abbattimento, ma non è bastato. Vorremmo che il decreto venisse trasformato in sequestro permanente così da darci modo di seguire gli animali all'interno del Rifugio. Per farlo siamo disposti a incrementare ulteriormente le misure di biosicurezza. A parte i 3 maiali morti gli altri stanno bene».

Secondo D'Angelo potrebbe essere anche l'occasione per capire a livello epidemiologico cosa accade nei santuari rispetto agli allevamenti: «Negli allevamenti – spiega – c'è una mortalità molto alta che potrebbe essere determinata dagli spazi ristretti in cui sono costretti a vivere, ma nei rifugi dove gli spazi sono diversi così come le condizioni di vita? Non facciamo una strage senza sapere cosa accadrà».

Il Rifugio Cuori Liberi ospita anche Avena, Crosta, Papaya, Paprika e Radicchio, i 5 suini salvati dall’inferno di Cilavegna, lunga vicenda giudiziaria svoltasi sempre nella provincia di Pavia e seguita dalle scriventi associazioni e dall’ufficio legale della LAV che ha portato a salvezza un totale di 130 maiali.

In soccorso del Rifugio e della Rete dei Santuari sono intervenute le associazioni Lav e Vitadacani: «Chiediamo che vengano effettuati test in vivo e che vengano applicate tutte le misure non cruente del caso, come previsto dal d. lgs 136/2022 e dal reg. UE 429/2016, garantendo ai suini ospitati le adeguate tutele come da normativa vigente».

«Chiediamo a tutti di aiutarci, non possiamo permettere che gli animali rifugiati in un santuario, dove dovrebbero essere al sicuro, vengano uccisi. Se succederà ora potrà accadere di nuovo», conclude Sara d'Angelo.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views