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21 Febbraio 2022
14:04

Il Pitbull di Theo Hernandez aggredisce un Pinscher e lo uccide. Cosa rischia il calciatore?

Il terzino rossonero rischia una denuncia per negligenza, dopo che il suo cane, riuscendo ad uscire dal giardino dell’abitazione, attraverso un cancello lasciato aperto, si è avventato contro il Pinscher di una signora, uccidendolo.

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Una brutta storia ha coinvolto il calciatore del Milan Theo Hernandez e il suo Pitbull. Il terzino rossonero, infatti, rischia una denuncia per negligenza, dopo che il suo cane, riuscendo ad uscire dal giardino dell’abitazione, si è avventato contro un Pinscher, uccidendolo.

Secondo le prime ricostruzioni la pet mate di Milo, il Pinscher di 7 anni, stava tranquillamente passeggiando con il proprio cane vicino alla villa di Hernandez a Guanzate, in provincia di Milano, quando dal cancello della casa del calciatore, aperto per far entrare un’auto, è uscito di corsa uno dei Pitbull del giocatore. Il nipote della signora ha poi detto che il cane si era scagliato prima addosso alla zia.

Se tutta la vicenda venisse confermata il rossonero incorrerebbe quasi certamente in una denuncia per negligenza visto che, secondo le normative vigenti, quando un cane aggredisce, la responsabilità è degli umani di riferimento.

In Italia l'unico strumento normativo che pone come obiettivo la prevenzione del rischio di aggressioni da parte dei cani non solo imponendo divieti e obblighi ma intervenendo anche sulla formazione delle persone, è l'“Ordinanza contingibile e urgente per la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione di cani”.

Ai fini della prevenzione del rischio di aggressione da parte di cani l'Ordinanza ha attribuito un ruolo fondamentale alla responsabilità degli umani di riferimento, i quali sono sempre responsabili del benessere e del controllo del proprio animale e pertanto rispondono sia civilmente che penalmente dei danni o lesioni che questi arreca a persone, animali o cose.

È quindi disposto l’obbligo di utilizzare sempre e in ogni luogo il guinzaglio, di una misura non superiore a 1,50 metri, per condurre i cani nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai Comuni e di avere sempre con sé la museruola (rigida o morbida) da applicare in caso di potenziale pericolo.

Ma anche l’obbligo di affidare il proprio animale solo a persone in grado di gestirlo. Il «proprietario» e chi detiene l’animale devono, quindi, sempre essere informati sulle caratteristiche fisiche ed etologiche dei cani al momento dell'acquisto, dell'adozione e della detenzione e sulle norme vigenti.

Infine, l’Ordinanza delinea anche l’istituzione di percorsi formativi su base volontaria per i proprietari di cani, con rilascio di un attestato di partecipazione denominato patentino, al fine di diffondere sempre più capillarmente su tutto il territorio nazionale la cultura del possesso responsabile degli animali.

I Servizi Veterinari delle ASL, nel caso in cui rilevino un rischio, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di eventuali interventi terapeutici ai quali dovranno essere sottoposti i cani al fine di ricevere una valutazione comportamentale.

Sarà obbligo per le Asl tenere anche un registro aggiornato di tali soggetti e i proprietari dei cani iscritti dovranno obbligatoriamente stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile e applicare contestualmente guinzaglio e museruola al proprio animale quando si trovano in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico.

Inoltre, saranno sempre i Servizi Veterinari territorialmente competenti a decidere se i pet mate responsabili del cane, saranno obbligati a seguire i corsi per il patentino.

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Simona Sirianni
Giornalista
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