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11 Febbraio 2023
11:31

La Lega presenta una proposta di legge per punire chi usa polpette avvelenate: «Strage di animali»

La proposta di legge prevede anche un inasprimento delle condanne per chi uccide, maltratta o sevizia animali e ne diffonde le immagini sui social: cosa cambierebbe in caso di approvazione.

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Esche avvelenate, foto copertina | Kodami

Una proposta di legge per inasprire le pene per chi abbandona, maltratta o uccide gli animali, con l’introduzione del reato di strage per chi dissemina bocconi avvelenati ed esche killer. L’ha presentata la Lega, un documento redatto con le associazioni animaliste, che da tempo chiedevano che il codice penale venisse riformato nella parte relativa alla tutela degli animali.

La proposta di legge verrà presentata la settimana prossima, e prevede che la pena per chi maltratta un animale salga da due a sei anni di carcere, con l’aumento della metà se il maltrattamento viene filmato e diffuso online, come accaduto nel caso del giovane di La Spezia che uscito da scuola ha seviziato e ucciso una tartaruga per poi condividere le immagini scioccanti su WhatsApp.

Il reato di strage di animali per chi dissemina esche killer

A questo si aggiungono, come detto, il reato di “strage di animali”, che si configura per chi utilizza polpette e bocconi avvelenati o esche con chiodi, e sanzioni salate per l'importazione sul territorio nazionale, vendita, utilizzo e cessione a qualunque titolo di collari elettronici, collari elettrici, collari con le punte che provano dolore per gli animali. Una decisione, quest’ultima, che ricalca questo stabilito in Francia a inizio febbraio con l’approvazione di un Disegno di Legge che vieta l’utilizzo di collari elettrici, “a strozzo” e con punte per cani e gatti.

«Depositiamo questa proposta di legge che speriamo tutto il Parlamento ci aiuti a trasformare in realtà – ha detto il leader della Lega e ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, presentando la proposta di legge in una diretta su TikTok – perché gli animali vanno rispettati, tutelati e difesi, anche a nome di tutte le persone che ogni giorno da loro ricevono affetto».

Come viene punito oggi in Italia il maltrattamento animale

A oggi in Italia il maltrattamento e l’uccisione di animali vengono puniti dagli articolo 544 bis e ter del Codice Penale: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni», recita il 544 bis, mentre il 544 ter prevede che «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro».

Il 544 ter prevede la stessa pena per chi somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate o trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi, e la pena per il maltrattamento aumenta della metà se dalla condotta deriva la morte dell’animale. Sul fronte avvelenamento, invece, a oggi nel nostro Codice Penale non esiste un articolo che punisca la specifica fattispecie di avvelenamento di animali: nella stragrande maggioranza dei casi vengono applicate le pene previste dagli articolo 544 bis e 544 ter.

Con l'inserimento della tutela animale in Costituzione, però, le richieste di inasprire le pene per il maltrattamento animale hanno iniziato ad arrivare, con più forza, non soltanto dalle associazioni che si battono per la tutela degli animali, ma anche da privati cittadini che ritengono necessario che anche la legge si adegui alla rinnovata sensibilità verso l'argomento. Della questione aveva già iniziato a occuparsi la Commissione Giustizia del Senato a marzo 2022, prendendo in esame nove disegni di legge presentati con l'obiettivo di modificare il  Codice penale rafforzando le disposizioni in materia di reati contro gli animali. A questo scopo la Commissione aveva fatto ripartire un iter avviato nel 2019 dalla senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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