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27 Ottobre 2022
18:34

Cobra reale scappa da un bioparco in Svezia: cosa è successo

Il cobra Sir Hiss, lungo circa due metri e mezzo, è scappato sabato dal suo terrario in un bioparco di Stoccolma. A dare la notizia i proprietari stessi della struttura, lo Skansen Zoo, che dopo 5 giorni di ricerche affermano di non aver ancora trovato il rettile.

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Il suo nome è Sir Hiss, proprio come il serpente nella versione inglese del cartone animato della Walt Disney Robin Hood, il cobra reale, lungo circa due metri e mezzo, che sabato scorso è fuggito dal suo terrario in un bioparco svedese. Dopo la sua fuga, però, è stato soprannominato Houdini, come il celebre mago in grado di evadere da ogni prigione.

A differenza di questi due personaggi, però, né Sir Hiss, né tantomeno Houdini, si sono mai ritrovati a fuggire da un terrario di una struttura controllata. Non si tratta di negligenza o di una particolare dote escapologica del rettile, ma di una coincidenza fortuita e della naturale propensione di un animale a non voler rimanere confinato in uno spazio chiuso.

Dopo 5 giorni di ricerche il cobra reale risulta ancora scomparso e ad aggiornare il pubblico sui progressi delle ricerche ci ha pensato il parco stesso con un post su Facebook. I responsabili della struttura affermano che il cobra reale era arrivato da pochi giorni e che appena scoperto l'accaduto il personale aveva fatto scattare l'allarme antincendio per evacuare la zona. In ogni caso i proprietari del parco sono fiduciosi di trovarlo presto poiché date le basse temperature l'animale non potrà rimanere attivo per molto tempo.

Nel post Facebook è anche possibile leggere che alcuni visitatori erano riusciti addirittura a filmare "la fuga". Nel video è possibile notare come il cobra fosse riuscito a salire fino all'intercapedine di una luce presente sul soffitto del terrario tramite un ramo molto alto. Spingendo con la testa è riuscito a forzare l'apertura e da lì è iniziata la sua "corsa per la libertà".

Nonostante gli addetti abbiano fatto bene a non far scatenare il panico fra la folla, è importante sottolineare come sia stato fondamentale l'allontanamento delle persone dall'area delle ricerche. In gioco, infatti, non è solo l'incolumità delle persone, ma dell'animale stesso che se stressato potrebbe agire in modi imprevedibili ferendo se stesso e gli altri.

Il cobra reale (Ophiophagus hannah), infatti, è uno dei serpenti più velenosi, più famosi e più grandi al mondo, superando mediamente i tre metri di lunghezza e arrivando eccezionalmente a sfiorare i sei metri. È diffuso in tutta l'Asia centro meridionale, un territorio immenso per un animale strisciante, ed infatti molte popolazioni risultano molto diverse tra loro.

Riuscire a vedere un cobra reale in uno dei suoi habitat naturali è meraviglioso, specialmente se si riesce a essere testimoni dei loro peculiari comportamenti. Appiattiti sul terreno, nascosti dalla luce dell'intensa luce solare e dai numerosi predatori dell'Asia meridionale, le femmine di cobra reale costruiscono nidi per le sue uova con particolare attenzione. Questa specie è l'unica ad attuare queste cure parentali ed è una cosa non da poco per una creatura senza arti. Alcune mamme, inoltre, si prodigano più di altre: le femmine della sottospecie Ghati occidentale in India abbandonano le uova subito dopo aver fatto il nido, mentre quelle indocinesi custodiscono le uova nel nido fino a circa una settimana prima che si schiudano.

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Areale del cobra reale

Lo scorso martedì sulla pagina Facebook della struttura è comparsa anche un ulteriore post con cui i responsabili cercano di spiegare l'accaduto. Secondo loro la colpa è stata delle nuove lampadine led con cui hanno sostituito le vecchie ad incandescenza. I serpenti presenti in quel terrario prima di Houdini non sono mai riusciti ad avvicinarsi all'intercapedine dalla quale è fuggito per via della lampadina che, una volta accesa, raggiungeva alte temperature. Houdini invece, non avendo questo impedimento, è riuscito a intentare l'impresa.

In ogni caso questi animali sono estremamente schivi e nonostante la loro pericolosità preferiscono tenersi ben alla larga dagli esseri umani. Spesso il lavoro di conservazione di bioparchi e centri di recupero richiede che animali con una natura così solitaria vengano rinchiusi in terrari per alcuni periodi per condurre programmi di reintroduzione o studio di eventuali patogeni presenti nelle popolazioni. Altre volte, invece, il desiderio dell'essere umano di possedere e controllare l'ambiente e la natura ha il sopravvento e alcuni uomini decidono di tenere in casa animali che, ricordiamo, non sono domestici.

È importante, quindi, sottolineare come questi animali selvatici siano estremamente importanti per il corretto funzionamento degli ecosistemi. La loro appartenenza ai gradini apicali della rete alimentare gli permette di tenere sotto controllo le popolazioni delle loro prede che altrimenti crescerebbero incontrollate. Per questo motivo è fondamentale lasciare questi rettili nei loro habitat originari ed evitare, così, che il loro ecosistema di provenienza perda i delicati equilibri che si formano fra prede e predatori.

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