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28 Febbraio 2023
18:00

I tritoni calabresi rischiano di estinguersi

Un nuovo studio illustra lo status di salute di una particolare specie glaciale di tritone, che risiede in Calabria e che necessità urgentemente d'aiuto per sopravvivere.

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È sempre più preoccupante la condizione dei tritoni calabresi. Dopo il Tritone crestato italiano (Triturus caenifex)che era stato dichiarato minacciato dall'IUCN all'inizio del 2022, ora è la sottospecie calabrese del Tritone alpino (Ichthyosaura alpestris inexpectataa preoccupare gli zoologi. Secondo un report che è da poco uscito sulla rivista Animals, infatti, questa sottospecie rischia seriamente di venire spazzata via da una grave minaccia: l'ittiofauna alloctona.

La storia del tritone alpino calabrese è veramente peculiare. Per quanto infatti sia ampiamente diffuso sui rilievi montani e collinari di tutta l'Europa centrale, vivendo all'interno di un vasto areale che si estende dai Carpazi fino ai Pirenei e dalla Danimarca meridionale fino ai Balcani, la sottospecie calabra vive all'interno della Catena Costiera calabrese in maniera isolata dal resto della popolazione europea. A differenza dei parenti dell'Europa centrale, la sottospecie calabrese si differenzia per vivere a quote più basse, per essere in grado di resistere alla siccità con maggiore efficienza e per un numero inferiore di macchie golari.

Il suo arrivo nel territorio calabro risale a migliaia di anni fa, quando il subclima mediterraneo era molto diverso dall'attuale. All'epoca infatti i ghiacciai dell'era glaciale avevano spostato verso sud tutte le popolazioni di animali che noi oggi considereremmo "continentali", indirizzandoli verso dei territori che durante quel periodo erano liberi dalla morsa crudele delle nevi perenni. Con lo scioglimento dei ghiacciai, gli antenati di Ichthyosaura alpestris inexpectata non seguirono però la risalita delle calotte glaciali come fecero altre specie simili. Si ritrovarono invece intrappolati all'interno della Calabria, dove per proteggersi dalle proibitive temperature estive iniziarono a nascondersi nei versanti ombreggiati delle montagne della regione, senza alcun'altra popolazione con cui affrontare uno scambio genetico. Ecco come oggi questa sottospecie sia divenuta la popolazione più meridionale di Ichthyosaura alpestris.

L'articolo pubblicato su Animals, che è stato redatto da molti scienziati italiani, tra cui Ilaria Benrabò e Sandro Tripepi dell'Università della Calabria e Antonio Romano, del CNR di Roma, spiega come mai sia importante prendersi cura di questi animali e come ultimamente l'estinzione sia divenuta per loro una minaccia sempre più palpabile. In particolare è l'ittiofauna oggi a risultare infatti il principale pericolo per la loro sopravvivenza e anche le 2 nuove località segnalate dagli autori dell'articolo sono non a caso minacciate dai pesci alloctoni "mangia-tritoni".

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Sarebbero, infatti, le recenti introduzioni di pesci nei tre Laghi di Fagnano, inseriti dentro una ZPS (Zona di protezione speciale), la causa principale del ridimensionato delle popolazioni calabre. «Per capire il danno che è stato fatto all'ambiente e alla vita dei poveri tritoni, abbiamo esaminato le zone umide raggruppate spazialmente e quelle limitrofe – affermano gli scienziati – Abbiamo aggiornato così la distribuzione regionale di questa sottospecie, evidenziando siti invasi da pesci che storicamente non avevano mai ospitato grandi popolazioni di tritone alpino calabrese e anche due nuovi siti riproduttivi che sono stati recentemente colonizzati».

Successivamente, gli autori hanno fornito una stima approssimativa dell'abbondanza, delle dimensioni e delle condizioni corporee degli adulti riproduttori e il dato che sono riusciti a ottenere non è tra i più tranquillizzanti: «Non abbiamo più rilevato tritoni alpini calabresi nei siti ora invasi dai pesci».

La ZPS considerata dallo studio, che risulta essere la parte più estesa in Calabria, si estende su una superficie di circa 19 ettari e si estende prevalentemente lungo le pendici del Monte Caloria.  Le condizioni climatiche e le caratteristiche del suolo della località prese in esame dagli scienziati inoltre hanno consentito la formazione di torbiere molto utili in passato per garantire ai tritoni un rifugio umido durante l'estate. Per questa ragione, gli esperti si dichiarano preoccupati per il futuro di questa sottospecie: se anche all'interno della ZPS non si trovano più tritoni in alcune aree precedentemente abitate, questo significa che la loro scomparsa non è dovuta a una modifica delle torbiere, ma per colpa dei pesci che precedentemente erano assenti.

«Il radicale sconvolgimento ecologico conseguente alle introduzioni di pesci mina la sopravvivenza del tritone alpino in Calabria – concludono i ricercatori – Bisognerebbe quindi applicare urgentemente un'efficace strategia di gestione a lungo termine per ripristinare l'habitat ed eliminare le specie alloctone, favorendo anche la creazione di ulteriori stagni per fornire a tutte le specie di anfibi siti di riproduzione alternativi».

Secondo gli esperti, la Biodiversità locale e le funzioni ecologiche trarrebbero inoltre un grande vantaggio dall'eradicazione o dal controllo dei pesci alloctoni, spesso introdotti solo per scopi turistici e commerciali. Anche in questo caso, il monitoraggio intensivo e una raccolta sistematica di dati dovrebbe essere il primo passo per una gestione più completa della fauna del territorio, ma è un lavoro molto difficile da svolgere senza il contributo dell'amministrazioni nazionali o locali. Gli autori dell'articolo auspicano quindi un maggior impegno da parte di queste istituzione, anche perché la perdita di questa sottospecie endemica mortificherebbe la Biodiversità dell'intero sud Italia.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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