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I tre uomini salvati su un catamarano in Australia non sono stati attaccati dagli squali: cosa è successo davvero

Tre uomini a bordo di un catamarano gonfiabile che stava affondando sono stati salvati nella notte da una nave mercantile al largo dell'Australia. L'imbarcazione è stata danneggiata da numerosi morsi di squali, ma non dovete immaginarvi grossi e famelici squali bianchi o tigre intenzionati ad attaccare e a mangiare gli uomini come stanno lasciando intendere in molti.

6 Settembre 2023
11:38
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Tre uomini a bordo di un catamarano gonfiabile sono stati recuperati da una nave mercantile mentre la loro imbarcazione stava affondando al largo della costa nord-orientale dell'Australia. «Entrambi gli scafi dell'imbarcazione sono stati danneggiati a seguito di molteplici attacchi di squali», ha spiegato in una nota l’Autorità Australiana per la Sicurezza Marittima (AMSA).

La notizia, come accade quasi sempre, è stata ovviamente rilanciata da molti media, che come al solito hanno utilizzato toni, parole e talvolta immagini sensazionalistici e allarmanti. Ma cosa è successo davvero? Andiamo con ordine. Gli uomini, due russi (Evgeny Kovalevsky e Stanislav Beryozkin) e un francese (Vincent Thomas Garate), stavano navigando da Vanuatu alla città australiana Cairns, quando entrambi gli scafi della loro imbarcazione di nove metri sono stati danneggiati.

Hanno così lanciato un segnale di emergenza all'1:30 di notte del 6 settembre e l'AMSA ha richiesto l'assistenza di una nave mercantile nelle vicinanze. La Società Geografica Russa ha confermato che il catamarano, la Tion-Russian Ocean Way, faceva parte di una spedizione intorno al mondo partita nel 2021 ideata per commemorare i 250 anni dalla nascita dell'esploratore Adam Johann von Kruzenstern e per i 200 anni dalla scoperta dell'Antartide da parte dei russi.

La parte gonfiabile dell'imbarcazione è stata effettivamente danneggiata da alcuni squali, tuttavia, non dovete immaginarvi grossi e famelici squali bianchi o tigre intenzionati ad attaccare e a mangiare gli uomini, la storia è ben diversa. Come ha infatti riportato ABC News (Australian Broadcasting Corporation) attraverso la conferma di un portavoce della Società Geografica Russa, gli scafi sono stati danneggiati da piccoli squali molto particolari conosciuti con i nomi di squali tagliatori o squali tagliabiscotti.

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Uno squalo tagliabiscotti (Isistius brasiliensis) comparato a una matita. Foto da Wikimedia Commons

Gli squali tagliabiscotti, di cui si conoscono due specie (Isistius brasiliensis e I. plutodus), sono lunghi circa 40-50 cm, hanno un corpo allungato e a forma di sigaro, grandi occhi e soprattutto comportamento e abitudini alimentari molto particolari. Il nome "tagliabiscotti" si riferisce infatti alla loro curiosa abitudine alimentare di scavare piccoli tappi rotondi di carne, come se fossero ritagliati con uno stampino per biscotti, da animali più grandi.

I loro morsi perfettamente rotondi, che non uccidono gli animali che vengono attaccati da questi ectoparassiti, sono stati trovati su balene e altri cetacei, grossi pesci (compresi altri squali) ma anche su sottomarini, imbarcazioni e cavi. Gli squali si attaccano alla pelle dei grossi animali marini utilizzando il loro muso corto e la bocca e i denti specializzati proprio per staccare pezzi di carne perfettamente rotondi, lasciando poi fori larghi in media appena 5 cm ma profondi 7 cm.

Molto probabilmente, quindi, questi squali – che sono piuttosto rari da osservare – hanno quindi scambiato il catamarano per un grosso animale, perforando la parte gonfiabile e causandone l'affondamento. Nessun attacco o intenzione di mangiare gli uomini, quindi, si tratta semplicemente di un incidente. Inoltre, anche se sono stati segnalati morsi su esseri umani, viste anche le dimensioni ridotte questa specie non è considerata pericolosa per la nostra specie.

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Dettaglio di un individuo conservato allo Smithsonian Institution. Foto da Wikimedia Commons

Anche le dinamiche dell'incidente rientrano perfettamente nell'ecologia e nell'etologia di questa specie. Gli squali tagliabiscotti si muovono infatti in gruppo e questo spiega i tanti morsi e il numero elevato di esemplari. Inoltre, proprio per le sue abitudine elusive e prevalentemente da parassita e non da predatore, questi squali passano ogni giorno le ore diurne a grandi profondità (anche oltre i 3.000 metri), risalendo verticalmente in superficie ogni notte proprio per trovare da mangiare.

In conclusione, questo nuovo incidente che ha coinvolto gli squali, proprio come accaduto con i tanti avvistamenti avvenuti in estate in Italia, è stata l'ennesima occasione sprecata per raccontare senza generare panico e terrore un incidente sfortunato e che ha coinvolto una particolarissima e rara specie di squalo non pericolosa per gli esseri umani. Non c'è stato nessun attacco e le acque non erano infestate di squali pronte mangiarsi i tre poveri uomini alla deriva come hanno raccontato in molti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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