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Perché l’amicizia tra uno squalo bianco e il pescatore che l’ha salvato non può essere vera

Sui social è rispuntata una vecchia storia sulla presunta amicizia tra una femmina di squalo bianco di nome Cindy e il pescatore che le avrebbe salvato la vita. Ma è davvero possibile?

7 Luglio 2022
14:27
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Le bufale sugli animali, il loro comportamento e le amicizie che sarebbero in grado di instaurare con gli umani, sono forse quelle più resistenti e dure a morire, perché sono apparentemente innocue, toccano le corde più sensibili dell'animo umano e spingono a tutta forza sull'empatia. Come la storia con tanto di foto dell'amicizia tra Cindy, una femmina di squalo bianco, e il pescatore pescatore australiano Arnold Pointer, tornata prepotentemente alla ribalta sui social.

Il post che gira da anni e in diverse lingue su Facebook recita così: «Il pescatore australiano Arnold Pointer ha salvato dalla morte uno squalo bianco (femmina) due anni fa, liberandolo dalla rete. Oggi ha un problema: lei lo segue ovunque. È difficile sbarazzarsi di uno squalo lungo 17 piedi quando gli squali bianchi sono una specie protetta per la conservazione, ma tra Arnold e ‘Cindy' si è stabilito un affetto reciproco».

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Poi c'è la chicca finale che punta dritto al cuore: «Arnold dice: "Quando fermo la barca lei viene da me, si gira su un fianco e mi permette di accarezzarla, grugnisce, strizza gli occhi e sbatte le pinne felice"». Chiariamo subito alcuni aspetti legati all'etologia, alla biologia e all'anatomia di un grande squalo bianco, cosa che ci permette fin da subito di capire che qualcosa non va.

Pur ammettendo la possibilità che uno squalo possa riconoscere una persona e avvicinarsi, la maggior parte dei comportamenti descritti sono proprio fisicamente impossibili per uno squalo. Gli squali non hanno organi per produrre vocalizzazioni, ma soprattutto non hanno palpebre e non possono "strizzare" gli occhi, che restano invece perennemente aperti.

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Proprio per questo, sono infatti dotati di una membrana nittitante biancastra che li protegge durante le fasi finali di un attacco a una preda. Inoltre, qualsiasi squalo è anatomicamente impossibilitato a sbattere le pinne come farebbe una foca. Basterebbero anche solo queste osservazioni per capire che siamo di fronte a una bufala bella e buona, ma da dove nasce questa fake news?

La storia dell'amicizia tra Arnold e Cindy è vecchissima e risale addirittura al 2006. È stata smentita da tempo e innumerevoli volte ed è partita, come è facile immaginare, da uno scherzo. Si tratta infatti di un Pesce d'Aprile architettato ad arte da una rivista di pesca francese chiamata Voyages de pêche. E la foto invece?

L'uomo nello scatto ovviamente non si chiama Arnold Pointer e non è nemmeno un pescatore. È Michael Scholl, fondatore di White Shark Trust, una ONG sudafricana che si occupa di ricerca, conservazione e sensibilizzazione verso questi eccezionali e minacciati predatori marini. L'immagine, utilizzata anche come base per molti meme, immortala uno dei momenti delle tante attività che l'organizzazione porta avanti in mare.

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Bisogna prestare molta attenzione, quindi, a cosa si condivide sui social. Anche se in buona fede, infatti, si può contribuire a diffondere fake news e disinformazione su animali che, tra l'altro, non ne hanno minimamente bisogno. Lo squalo bianco è infatti un predatore formidabile e una specie affascinante anche se non sa battere le pinne o non diventa amico di un pescatore.

Sappiamo, per esempio, che alcuni sono molto più socievoli di quanto creduto finora e che sia la socialità che le tattiche di caccia variano molto tra i singoli individui, ognuno quindi con le sue personalissime preferenze. Ma è ormai noto anche che molte specie di squalo rischiano seriamente di estinguersi. È stato infatti calcolato un calo delle popolazioni mondiali di squali e razze di oltre il 70% in soli cinquant'anni. La causa è la pesca eccessiva e ormai insostenibile e noi europei siamo tra i primi responsabili. Sono queste le storie che sarebbe meglio raccontare e condividere sui social.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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