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6 Febbraio 2022
9:00

I gatti possono mangiare la frutta secca?

Si possono dare noci, nocciole e altre frutta secca al gatto? Vediamo quali sono i benefici della frutta secca per i gatti, quale evitare perché tossica e in che quantità darla.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
frutta secca

Quanto è buona la frutta secca, ma i gatti la possono mangiare? Oggi rispondiamo a questa domanda, parlando dei vari tipi di frutta secca, dei benefici che può avere il gatto e delle dosi e modalità con cui possiamo offrirla al nostro micio.

La frutta secca è sempre più presente sulle nostre tavole ed è normale chiedersi se il gatto ne possa mangiare. Per alcune persone poi la frutta secca diventa un’abitudine salutistica: facciamo sempre più spesso colazione o merenda con noci, mandorle, noccioli o pistacchi. E se ne allunghiamo una al nostro gatto che potrebbe succedere? In linea generale, nulla di male. La frutta secca infatti, fatta eccezione per l’uvetta, non è tossica per il gatto. Vediamo però di approfondire il tema in questo articolo.

Che frutta secca possono mangiare i gatti?

Prima di dire cosa possiamo dare e cosa non possiamo dare al nostro gatto, dobbiamo chiarire di quale frutta secca stiamo parlando. Infatti, abbiamo due tipi di frutta secca normalmente presente sul mercato:

  • frutta secca glucidica, ovvero frutta disidratata o essiccata, come ad esempio mele essiccate, albicocche essiccate, fichi, datteri e uvetta;
  • frutta secca lipidica, in questo caso si parla spesso di frutta a guscio o semi oleosi. Si tratta di nocciole, noci, mandorle, pistacchi e pinoli.

Per quel che riguarda la frutta secca glucidica, valgono in linea di principio le linee guida per la frutta fresca, con però un “aggravante”. Se infatti la frutta fresca può essere data in piccole quantità al gatto, quella essiccata deve essere davvero in quantità minima e solo se non viene aggiunto glucosio alla preparazione. Troppo zucchero per i nostri piccoli carnivori domestici.

Da evitare del tutto l’uvetta, in quanto tossica per il gatto anche in piccole dosi.

Parliamo invece della frutta secca lipidica o dei così detti semi oleosi, perché questi sì potrebbero avere un piccolo ruolo in più nell’alimentazione del nostro gatto. I semi oleosi, ovvero nocciole, mandorle, noci, pistacchi e pinoli sono quelli che genericamente vengono chiamati frutta secca e possono tutti essere dati al gatto. Altri semi oleosi sono quelli di girasole, lino e zucca che, seppur non tossici, vi consiglierei di evitare in quanto spesso non vengono digeriti e transitando possono provocare irritazione meccanica alle pareti intestinali.

Attenzione anche ad evitare la frutta a guscio d’importazione, fra cui anacardi e noci di macadamia, queste ultime tossiche per il gatto. Le arachidi invece non sono tossiche in sé e quindi se il vostro gatto dovesse ingerirne qualcuna non dovete correre dal Medico Veterinario. Nonostante questo, in generale vi sconsiglio di darle al vostro gatto per due motivi: il sale, di cui spesso apportano grandi quantità in quanto vendute salate, e l’eccessivo potenziale infiammatorio. Gli arachidi infatti sono ricchi di acido arachidonico che è un acido grasso essenziale pro-infiammatorio molto importante.

Benefici della frutta secca per il gatto

frutta secca gatto

Eccoci alla frutta secca che amiamo di più: noci, nocciole, mandorle e pistacchi. Lascerò da parte i pinoli, come proprietà nutrizionali, poiché pur essendo fantastici sono più cari e difficili da reperire.

Noci, nocciole, mandorle e pistacchi hanno un punto chiave in comune dal punto di vista dei valori nutrizionali, ovvero le chilocalorie. La frutta secca di questo tipo è infatti estremamente ricca di grassi e apporta approssimativamente dalle 550 alle 750kcal per 100g! Per darvi un termine di paragone, poco meno delle chilocalorie apportate dagli olii puri.

I grassi contenuti in questo tipo di frutta secca sono in generale definiti “grassi buoni”: per la maggior parte polinsaturi, sono composti in gran parte di acido linoleico e acido alfa linolenico, entrambi essenziali per il gatto.

Gli acidi grassi essenziali hanno azioni estremamente benefiche sugli organismi animali, anche se nel caso del gatto i benefici sono minori rispetto a quelli che hanno per l’uomo, vista l’impossibilità di trasformarli nelle molecole antinfiammatorie EPA e DHA.

Oltre ai grassi buoni comunque, la frutta secca oleosa contiene anche vitamine, fra cui le più interessanti sono le liposolubili. La Vitamina E in particolare o alfa-tocoferolo sarà presente soprattutto nella frutta secca oleosa molto fresca e ben conservata ed ha una azione antiossidante molto importante.

Come dare la frutta secca al gatto e in che quantità?

Vista la densità calorica della frutta secca, pur non essendo tossici per il gatto quindi, si impone un consumo estremamente moderato di noci, nocciole, mandorle e pistacchi.

Per quel che riguarda i pistacchi inoltre, dobbiamo considerare anche il fattore sale in quanto anche questi frutti sono nella maggior parte dei casi presenti in commercio già salati.

Se vogliamo tirare delle linee generali quindi potremmo provare ad offrire noci, nocciole, mandorle e pistacchi così come sono, interi al nostro gatto, oppure rotti a metà. Ovviamente senza guscio, si intende! Se così fossero ancora troppo grossi, si potrebbe provare a tritarli e sminuzzarli finemente.

Come quantità infine, direi che per un gatto da 5kg circa di peso non si dovrebbe dare più di una nocciola, una mandorla, mezza noce o due pistacchi a settimana. Certo molto dipende anche da quanto si muovono, ma ricordate anche che il loro consumo calorico è circa un decimo (o meno) del nostro, quindi estrema moderazione!

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Maria Mayer
Veterinaria esperta in nutrizione del cane e del gatto
Sono laureata in Medicina Veterinaria ed ho conseguito un dottorato di ricerca riguardo l’utilizzo delle medicine non convenzionali negli allevamenti biologici. Il mio percorso di studi comprende, fra l’altro, un Master di II livello in Nutrizione del Cane e del Gatto e un secondi in PNEI e Scienze dalla Cura Integrata.
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