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20 Gennaio 2023
16:38

I dinosauri sapevano nuotare?

Non sono tantissimi i dinosauri che mostrano caratteristiche compatibili con una vita semiacquatica. Negli ultimi anni, però, nuove scoperte ha stanno cambiando questa visione e hanno portato alla luce nuovi dinosauri nuotatori.

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Quando pensiamo ai grandi dinosauri mesozoici raramente li immaginiamo in contesti acquatici o addirittura come animali in grado di nuotare. E in effetti, per lungo tempo anche i paleontologi hanno sempre considerato questo gruppo quasi esclusivamente terrestre. Tuttavia, considerando l'enorme diversità di specie che per milioni di anni si sono susseguite sul Pianeta, risultava quantomeno insolito che nessuna fosse riuscita ad adattarsi a uno stile di vita perlomeno semiacquatico. E in effetti, era solo una questione di tempo prima che venissero trovate le prove dagli scienziati.

Negli ultimi anni, infatti, nuove scoperte fossili hanno riacceso questo dibattito, portando molti esperti a ipotizzare che effettivamente alcuni dinosauri, come tanti altri animali attualmente viventi, si trovavano a loro agio sia sulla terra ferma che in acqua e che fossero anche in grado di nuotare agilmente. Non stiamo parlando né di plesiosauri né ittiosauri, rettili acquatici completamente adattati a questo tipo di ambiente ed erroneamente considerati dinosauri, ma di animali molto più vicini al leggendario T-Rex di quanto si possa immaginare.

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S. aegyptiacus caccia un Mawsonia in acqua. Illustrazione di Antonio Rares Mihaila

Per lungo tempo gli scienziati e i paleontologi non sono riusciti a sciogliere il dubbio sull'esistenza effettiva di specie di dinosauri acquatiche. Il primo in ordine di tempo a fornire importanti novità che hanno aiutato a risolvere questo mistero è stato soprattutto lo spinosauro, molto probabilmente il più grande carnivoro terrestre che sia mai apparso sulla Terra, almeno per quello che sappiamo oggi. Considerato per molto tempo un teropode esclusivamente terrestre, studi recenti hanno completamente ribaltato questa convinzione, portando a far credere che avesse in realtà una spiccata predilezione per gli ambienti acquatici.

Tutte le caratteristiche fisiche suggeriscono infatti che, con tutta probabilità, Spinosaurus aegyptiacus era uno dei pochi teropodi in grado di trovarsi bene sia sulla terraferma che in acqua. Uno degli indizi principali risiede nella coda, descritta in maniera dettagliata solamente di recente. La coda dello spinosauro era infatti molto lunga e dotata di spine neurali lunghe e sottili, il che significa che era anche molto alta e appiattita lateralmente, come una sorta di pagaia. Ricorda per struttura e aspetto a quella degli attuali tritoni ed era utilizzata quasi certamente per la propulsione in acqua.

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DAVIDE BONADONNA, NIZAR IBRAHIM, UNIVERSITY OF DETROIT MERCY

Molti scienziati ritengono quindi che lo spinosauro fosse un dinosauro acquatico o semiacquatico (a seconda delle definizioni che diamo a questi termini) e che cacciava attivamente nuotando, ipotesi a dire il vero già avanzata in passato ma che era stata accantonata fino a quando non è stata descritta in maniera dettagliata la struttura della sua coda, che dovrebbe togliere ormai ogni dubbio sulla sua acquaticità, anche se una piccola parte della comunità paleontologica mette ancora in dubbio queste ricostruzioni.

Secondo la maggior parte dei paleontologi, però, Spinosaurus mangiava grossi pesci, come suggeriscono il muso lungo da coccodrillo, i denti conici non seghettati e molto distanziati tra loro e le narici spostate all'indietro. All'epoca dello spinosauro, nel Cretacico superiore, c'erano specie di pesci gigantesche oggi ormai estinte, come il pesce sega Onchopristis o il Mawsonia, parente stretto degli attuali celacanti, che avrebbero potuto tranquillamente sfamare il gigantesco teropode. Tuttavia, non è escluso che Spinosaurus potesse avere una dieta anche più generalista, composta sia di animali terrestri che acquatici.

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Ricostruzione di Halszkaraptor in posizione di nuoto. Immagine da Wikimedia Commons

Un altro importante studio del 2017 guidato dal paleontologo italiano Andrea Cau ha descritto in dettaglio un altro potenziale dinosauro nuotatore: Halszkaraptor escuilliei. Lo scheletro di questo piccolo dromesauride, il gruppo che comprende anche il più famoso Velociraptor, proviene dalla Mongolia ed è stato sottratto dal merca nero dei fossili. Secondo gli autori, le sue caratteristiche scheletriche insolite, se confrontate a quelle dei coccodrilli e ai moderni uccelli acquatici, fanno pensare che avesse uno stile di vita semiacquatico, molto vicino a quello di anatre e oche. Anche in questo caso, però, nonostante le numerose prove a sostegno di questa ipotesi, alcuni scienziati hanno respinto l'idea che Halszkaraptor fosse a tutti gli effettiun dinosauro semiacquatico.

Ancor più recente è invece la scoperta e la descrizione di un'altra specie molto simile ad Halszkaraptor e appartenente alla stessa sottofamiglia: Natovenator polydontus. Tuttavia, questo fossile ha aggiunto importanti nuove informazione sul possibile stile di vita anfibio di questa specie e dell'intera sottofamiglia. Le sue costole si presentano infatti inclinate verso la coda, caratteristica che si riscontra oggi in uccelli acquatici tuffatori come i pinguini e alcune anatre che fanno pensare di essere davvero di fronte a una specie a tutti gli effetti nuotatrice.

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Ricostruzione di Natovenator

Come è possibile immaginare, scoperte e ricostruzioni di questo tipo, soprattutto quando sono così recenti, genereranno sicuramente ulteriori dibattiti e discussioni, tuttavia abbiamo ormai prove piuttosto robuste a sostegno dell'ipotesi che alcune specie – come gli halszkaraptorini – abbiano avuto un stile di vita certamente acquatico e paragonabile a quello di molti uccelli attuali come oche e anatre. In futuro, ci saranno sicuramente ulteriori analisi e approfondimenti su questi dinosauri ma tornando alla domanda iniziale possiamo fare un'ulteriore riflessione finale.

Oggi tantissimi animali appartenente a ogni tipo gruppo, anche quelli con stili di vita e adattamenti completamente terrestri, sono anche in grado di nuotare quando serve. È perciò difficile non immaginare che anche molti dinosauri, dai quadrupedi ai teropodi,  fossero all'occorrenza anche in grado di nuotare. Perché no? D'altronde, fiumi, laghi, mari, stagni e paludi c'erano anche all'epoca ed era sicuramente ambienti frequentati anche dai dinosauri.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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