Le meravigliose immagini dei pesci lumaca che vivono a 6000 metri di profondità nell’oceano

Delle immagini registrate a 6177 metri di profondità nell’oceano ci mostrano per la prima volta due nuove specie di pesci lumaca, pesci gelatinosi che vivono ad altissime profondità.

25 Maggio 2022
20:30
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Nessuno aveva mai visto questa specie di pesce prima d’ora. Delle immagini registrate a 6177 metri di profondità nell’oceano ci hanno permesso di osservarli per la prima volta. Le riprese sono il frutto dell’ultima missione dei ricercatori australiani del Deep-Sea Research Center, che grazie al loro lavoro hanno rivelato al mondo le meraviglie della vita animale in fondo al mare scoprendo anche due nuove specie di pesci lumaca, pesci gelatinosi che vivono ad altissime profondità. Gli scienziati sono riusciti a calare una videocamera nella fossa Diamantina, una zona in cui il fondale dell’oceano si interrompe bruscamente colando a picco in una sorta di scarpata. Qui, a circa 370 km a sudovest di Perth, in Australia, hanno esplorato gli abissi con la loro strumentazione per dare una risposta alla loro curiosità di vedere da vicino una delle zone più inesplorate della Terra. La conoscenza umana degli oceani, infatti, è molto estesa solo riguardo alle zone costiere, ma ancora oggi ignoriamo cosa accade nelle profondità più remote dei mari. Un luogo dove in realtà si cela il più vasto habitat per la vita sul nostro Pianeta e la cui ricchezza e biodiversità aspettano solo di essere rivelate.

Come dichiara il Dr. Andrew Forrest, presidente della fondazione Minderoo, che ha finanziato il progetto, «sappiamo molto sui primi 2000 metri dell’oceano, ma scendendo in profondità la nostra conoscenza diminuisce sempre di più. Il nostro scopo è arrivare a conoscere quella metà dell’oceano di cui non sappiamo nulla, così da capire come sta reagendo alla pressione che stiamo esercitando su di esso». L’Oceano Indiano in particolare, infatti, è il meno osservato dei cinque oceani e le stime circa la fauna degli abissi, gli habitat sotto i 5000 metri e le specie sconosciute sono scarse. Ma ciò che è ancora più importante studiare è l’impatto dell’uomo sull’equilibrio di questi ambienti e quali siano gli effetti del riscaldamento globale e dell’inquinamento anche a profondità così elevate. Lo conferma, infatti, il Prof. Alan Jamieson, direttore del Deep-Sea Research Center, dicendo che «ci sono buste di plastica dovunque. La spazzatura che galleggia sulla superficie dell’oceano ha un biglietto di sola andata per il fondo del mare, dove resterà per sempre».

Dopo il successo ottenuto al largo delle coste australiane con queste immagini, i ricercatori si dirigeranno verso il Giappone, dove li attendono nuovi fondali oceanici da scoprire e forse, chissà, anche nuove specie marine mai viste prima da conoscere. Il loro impegno ci ha regalato delle immagini straordinarie totalmente inedite che dimostrano quanto ancora non conosciamo del nostro Pianeta e dei suoi abitanti e quanta biodiversità si possa nascondere praticamente in ogni angolo della Terra. Proprio per questo, allo stesso tempo, ci ricordano che non siamo che una di moltissime specie e che dobbiamo fare tutto il possibile per preservare questa immensa bellezza.

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