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23 Novembre 2023
18:27

Gatta abbandonata in una clinica a Milano, veterinari la salvano: «Era terrorizzata»

Abbandonato come fosse un pacco nell'androne di un palazzo in centro a Milano in pieno giorno. A parlare con Kodami è Giulia Paracchini, istruttore cinofilo e consulente di relazione felina che gestisce la Clinica veterinaria Europea a Milano insieme al veterinario Gérard Mangiagalli. Un triste gesto, del quale, però, esiste un video.

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«È successo tutto sabato, noi eravamo in clinica che era aperta come al solito, quando intorno alle 18 arriva da noi tutto trafelato la persona che controlla che tutto sia a posto prima della chiusura per avvertirci che nell’androne qualcuno aveva lasciato una scatola con dentro un gatto». A parlare con Kodami è Giulia Paracchini, istruttore cinofilo e consulente di relazione felina che gestisce la Clinica veterinaria Europea insieme al veterinario Gérard Mangiagalli in pieno centro a Milano. Di quel triste gesto, infatti, esiste un video: «Che posso dire, a vederlo potrebbe anche sembrare un fattorino che deve consegnare un pacco frettolosamente, ma in quel luogo nessuno lascia scatole o pacchi. Certo, non era un oggetto quello all'interno, ma una gatta terrorizzata, senza cibo, acqua e neppure una coperta».

I dottori sono corsi a prenderla perché era chiaro che la situazione fosse quella immaginata da tutti e cioè un abbandono: «Quando ho aperto la scatola la gatta era immobile, non si muoveva quindi non avevamo idea se fosse per caso incidentata, ferita o con qualche arto rotto. Così abbiamo fatto le lastre e, fortunatamente, non aveva nulla di grave. Era così perché era terrorizzata. L’abbiamo lasciata tranquilla per darle il tempo di digerire, se è possibile farlo, tutto quello che era successo».

Tante le cose ancora da capire: «Sicuramente come sia stato possibile che pur passando di lì davvero tante persone con i rispettivi cani, nessuno di loro si sia avvicinato alla scatola per annusarla. Probabilmente, ed è l’unica cosa che mi viene in mente, la gatta aveva rilasciato talmente tanti feromoni di allarme che tutti evitavano la scatola, perché non ce n’è stato uno che si sia minimamente interessato per tutto il filmato ed è lungo perché l’abbandono avviene intorno alle 15 e l’abbiamo ritrovata alle 18. Devo essere sincera, la cosa che ha sconvolto un po’ tutti, è che una cosa del genere possa avvenire in pieno giorno e in centro a Milano. Ma non solo, perché siamo rimasti scossi anche per la dicotomia della persona che l’ha lasciata in quella scatola: intendo dire, l’abbandono, ma in un posto in cui potesse essere trovata, l'averla messa in una scatola di cartone con i buchi per farla respirare, ma senza alcun confort all’interno, insomma, una serie di gesti che sono veramente ambivalenti».

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L'ipotesi più realistica su chi possa essere l'individuo che ha scelto di agire in quel modo è che si tratti di una persona della zona: «Ho tutta l’impressione che sia andata a colpo sicuro perché non siamo in un punto di passaggio, se uno non sa che siamo lì non ci trova. E poi sapeva che c’erano le telecamere. Abbiamo fatto denuncia ovviamente all’Asl e alla Polizia. Ora la gattina è in ripresa anche se lenta, ha ricominciato a mangiare da sola e sta cominciando a riavere un pochino di fiducia nel genere umano».

Dire, però, quanto tempo ci vorrà per il recupero, è molto difficile: «Non ho idea di quanto ci vorrà, io sto vedendo un gran miglioramento, abbiamo bisogno ancora di qualche tempo però per capire quali sono i suoi punti di forza e quali le sue debolezze, in modo da trovare la famiglia giusta, anche perché è chiaro che quella famiglia dovrà essere per sempre. Diciamo che non stiamo cercando una soluzione rapida come spesso succede in questi casi, perché un tetto sulla testa lei ce l’ha e delle persone che si prendono cura di lei ci sono. Quindi non ha urgenza di dover trovare una sistemazione. La cosa più importante è avere il tempo di conoscerci reciprocamente in modo che come consulente, potrò poi andare a dare delle indicazioni precise nel momento in cui sarà pronta per essere reinserita in una nuova casa, visto che ogni spostamento dovrà essere molto ben ponderato».

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Simona Sirianni
Giornalista
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