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26 Aprile 2021
14:52

Formica rossa (Formica rufa)

La formica rossa (Formica rufa) è una delle tante specie di formiche presenti in Europa, Italia compresa. Vive in habitat boschivi, soprattutto sulle Alpi, dove costruisce i suoi caratteristici e grossi nidi formati da cumuli di aghi di pino, abete e altro materiale vegetale.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La formica rossa (Formica rufa) è un insetto imenottero aculeato della famiglia formicidi, ed è una delle circa 12000 specie conosciute di formica, sebbene molti ricercatori sostengano che il numero sia decisamente più alto. La formica rossa cresce durante lo stadio larvale e attraverso mute successive (cambio dello scheletro esterno). Ogni formica attraversa diversi stadi: uovo, larva, ninfa, formica adulta, passando da un peso di circa 1 fino a circa 10 milligrammi.

Le regine e i maschi sono solitamente alati e provvedono alla riproduzione, mentre le operaie (infeconde) formano il grosso della società e svolgono gran parte dei lavori, come la costruzione del nido, la raccolta del cibo, il nutrimento delle regine e delle covate e, non ultimo, la difesa del formicaio.

Come i fuchi e la regina, anche le giovani regine sono alate e si occupano della riproduzione. La formica rufa, infatti, è una specie nelle cui colonie vive più di una regina, condizione a cui, per gli insetti sociali, si fa riferimento col termine "poliginia".

La formica fecondata può conservare lo sperma del maschio per anni in un organo chiamato spermateca.

La differenziazione nelle caste delle formiche dipende da diversi fattori, tra cui la temperatura ambientale in fase di deposizione, la nutrizione larvale e la quantità di operaie presenti nel nido.

Una colonia di formiche può contare anche mezzo milione di individui.

Durante il periodo dei cosiddetti “voli nuziali”, possono nascere cruente battaglie tra le colonie confinanti, causate dall’aggressività con cui la formica rufa sa difendere il territorio.

Caratteristiche della formica rossa

Il corpo, di piccole dimensioni, è distinto da due strozzamenti, i quali danno forma al capo, al torace e all’addome.

La testa, relativamente grande, presenta antenne ripiegate a gomito.

La livrea è rosso ruggine, mentre addome, zampe ed antenne hanno una colorazione bruna. Lunga fino a 8-10 millimetri, è dotata di grandi mandibole.

Segni particolari

Le formiche rufe comunicano “chimicamente” grazie alle ghiandole presenti sul capo, sulle antenne e accanto alle mandibole, le quali rilasciano sostanze odorose in grado di trasmettere messaggi di allarme o di emergenze, informazioni riguardo alla disponibilità di cibo o al riconoscimento sociale.

Dove vive la formica in Italia

La specie è molto diffusa sulle Alpi, dove i boschi di abeti e larici le permettono di trovare un ambiente adatto alla costruzione dei nidi. A Sud, invece, è stata introdotta per combattere la processionaria del pino, un insetto altamente distruttivo per gli alberi. Durante lo stato larvale, il corpo di questo parassita è ricoperto di peluria urticante per diversi animali, compreso l’uomo, a cui può causare dolorose irritazioni.

La formica rufa è diffusa inoltre su tutto il continente europeo, dalla Scandinavia alla Turchia e dal Regno Unito al Caucaso.

Habitat della formica rossa

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Il nido viene costruito dalle formiche con aghi di pini, abeti, detriti vegetali e resina. Per questo motivo, il loro habitat ideale è rappresentato dagli ambienti boschivi. La necessità di luce spinge questi insetti a scegliere gli ambienti più illuminati dalla luce solare, che sia in grado di raggiungere, e riscaldare, anche gli strati inferiori dei complessi sistemi di gallerie costruiti dalle formiche rufe.

Il cumulo di aghi rappresenta solo la parte superficiale, ma la maggior parte della comunità vive sotto terra.

Nei luoghi maggiormente soleggiati, i nidi sono piuttosto piatti per non raggiungere temperature troppo alte.

Sulla superficie le formiche costruiscono pertugi di entrata e di fuoriuscita, in modo da poter regolare la temperatura in caso di pioggia o di freddo. Le fessure possono essere allargate, qualora sia necessario ventilare maggiormente il nido.

Alimentazione della formica rossa

La formica rufa si nutre di invertebrati trovati nelle prossimità del nido, ma può scegliere anche di nutrirsi di materie organiche in decomposizione.

La strategia di caccia è complessa ed efficace. Cinque o sei individui si avvicinano alla preda e, mentre alcuni la immobilizzano con la mandibola, altri spruzzano acido formico causando la sua morte.

Interazioni con l'uomo

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Questo animale è in grado di spruzzare l’acido formico che utilizza contro le sue prede fino a un metro di distanza. Tuttavia, esso non è sufficiente contro l’essere umano, il quale rimane il suo peggior nemico.

La preferenza della formica per le aree boschive più rade rende il suo habitat potenzialmente a rischio di frammentazione, a causa della costruzione di strade o della intensa frequentazione dei sentieri da parte delle persone. Spinte dalla curiosità, peraltro, alcune di queste manipolano i nidi, rischiando di modificarne il clima interno, con conseguenze negative sulle capacità di sviluppo delle formiche.

Conservazione della formica rufa

Le formiche rufe sono protette dalla legge in molti paesi dell’Unione Europea, compresa l’Italia.

Secondo la Red List della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) la formica rufa è una specie prossima al rischio di estinzione (near threatened) a causa del continuo declino dell’area di diffusione e il peggioramento della qualità dell’habitat.

L’attività delle formiche è utile alla diffusione dei semi delle piante, e dunque contribuisce al miglioramento delle caratteristiche dei suoli forestali. Anche per questo è  indispensabile rispettarne l’habitat e, soprattutto, i nidi.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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