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11 Maggio 2022
12:24

Femmina di capriolo incinta ferita a morte da una falciatrice: cucciolo salvato con un cesareo

In provincia di Reggio Emilia una femmina di capriolo incinta è stata ferita a morte da un macchinario durante il falcio dell’erba. Il veterinario e gli operatori del Rifugio Matildico hanno salvato il piccolo con un cesareo d’urgenza. La mamma purtroppo non ce l’ha fatta.

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Un soccorso difficilissimo quello portato a termine dagli operatori del Rifugio Matildico di San Polo d’Enza, in provincia di Reggio Emilia: una femmina di capriolo incinta ferita a morte da un macchinario durante il falcio dell’erba e un cesareo d’urgenza per salvare il suo piccolo.

L’intervento è scattato a Rivalta, una frazione di Reggio Emilia, come racconta Ivano Chiapponi, presidente del Rifugio Matildico: «Ci ha chiamati un contadino dicendoci che aveva ferito un capriolo mentre falciava l’erba. Siamo arrivati convinti si trattasse di un piccolo, accade spessissimo perché si nascondono nell’erba alta, ma in realtà era una femmina adulta. E mi sono accorto subito che era incinta».

Chiapponi e i colleghi hanno immediatamente preso atto delle condizioni disperate della madre, ma hanno deciso di tentare il tutto per tutto per salvare il piccolo non ancora nato: «Ho attivato il nostro veterinario e abbiamo deciso di portare la mamma in ambulatorio – racconta ancora Chiapponi – Quando siamo arrivati era tutto pronto L’abbiamo addormentata e salvato il piccolo, un maschietto, che è buone condizioni e che stiamo monitorando. Per la mamma non c’è stato purtroppo nulla da fare: le condizioni erano gravissime, e non ci è rimasto altro da fare che praticarle l’eutanasia, non sarebbe mai sopravvissuta. È stato una grande dolore, ma almeno abbiamo salvato il cucciolo».

«Mai toccare i cuccioli di capriolo trovati nell’erba»

La stagione delle nascite per i caprioli è purtroppo spesso accompagnata da incidenti che coinvolgono soprattutto i piccoli. I cuccioli vengono lasciati appositamente nell’erba alta dalle mamme per nutrirsi, ma capita che escursionisti o passanti li notino immobili e pensino di doverli soccorrere, senza rendersi conto che il loro intervento è in realtà dannoso. Se i cuccioli vengono toccati, manipolati o peggio ancora presi in braccio e spostati, perdono infatti l’odore caratteristico che li rende immediatamente riconoscibili alle mamme, che finiscono per abbandonarli.

«Al momento oltre al piccolino salvato ne abbiamo altri due al centro e un altro ancora è in arrivo – conferma Chiapponi – E ne arriveranno tanti. Noi ci prendiamo cura di loro e li nutriamo e svezziamo sino. Quando, a fine settembre, non verranno liberati in natura. Ma è importante ricordare alle persone che non bisogna mai, per nessun motivo, toccare o spostare un piccolo di capriolo trovato nell’erba. Le mamme li lasciano nascosti per proteggerli dai predatori e si allontanano, per poi tornare a recuperarli. Prima di fare qualsiasi cosa è indispensabile chiamare un centro di recupero animali selvatici, che può fornire le indicazioni utili su come procedere».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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