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29 Novembre 2021
17:54

Ernia del disco nel cane: cause, sintomi e cure

L’ernia del disco è una condizione neurologica che colpisce alcune razze di cani per la quale i dischi intervertebrali perdono elasticità provocando dolore, lesione ai nervi e talvolta paralisi.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Dott. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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L’ernia del disco è una condizione neurologica che colpisce soprattutto i cani appartenenti a razze condrodistrofiche (Bassotto, Bouledogue Francese, Basset Hound etc.) cioè con arti molto corti rispetto alla lunghezza del corpo. In questo caso i dischi intervertebrali perdono elasticità e scivolano dalla loro sede anatomica costituendo un’ernia. Il disco intervertebrale erniato preme sul midollo spinale provocando dolore, lesione ai nervi e talvolta paralisi. È una condizione che richiede l’intervento del medico veterinario che proporrà il trattamento più opportuno.

Le cause dell'ernia del disco del cane

Sono diverse le cause dell'ernia del disco del cane. Le razze condrodistrofiche precocemente (anche entro un anno di vita) vanno incontro a lesioni a carico dei dischi intervertebrali che esitano in ernia del disco. I dischi intervertebrali sono piccoli cuscinetti interposti tra i corpi delle vertebre della colonna vertebrale. Sono costituiti da una zona periferica detta anello fibroso ed una centrale detta nucleo polposo. I dischi intervertebrali hanno la funzione di collegare le vertebre e ammortizzare le spinte sulla colonna permettendo vari movimenti.

Nelle altre razze generalmente è più frequentemente un evento traumatico a determinare questa condizione, oppure in tarda età può manifestarsi l’ernia del disco per lesioni a carattere degenerativo. I dischi erniati premono sul midollo spinale, causando dolore, debolezza alle gambe e talvolta paralisi e incontinenza.

Ernia del disco nel cane: sintomi

I sintomi più comuni sono dolore alla schiena o alla regione toraco-lombare. L’animale ha un’andatura traballante, schiena incurvata, non riesce a stare correttamente in piedi con gli arti, manifesta difficoltà ad alzarsi e a salire le scale, trascina le zampe, inciampa o cade regolarmente fino a manifestare segni di paralisi. Talvolta, l’animale manifesta un dolore alla zona dell’addome come se avesse mal di pancia. Se l’ernia interessa il tratto cervicale, ovvero la zona del collo, il cane manifesta guaiti, rigidità del collo che si ingrossa fino, nei casi più gravi, alla paralisi dei quattro arti.

Come curare l'ernia del disco nel cane

Il medico veterinario può sospettare la presenza di ernia del disco, ma generalmente sono necessari ulteriori esami diagnostici e/o una visita da parte di un neurologo. La radiografia diretta non ha una grande utilità; la risonanza magnetica è l’indagine che meglio delle altre risulta utile per una corretta diagnosi, in quanto permette la visualizzazione dei tessuti molli oltre che dei segmenti ossei. Potrebbe essere necessario eseguire anche esami del sangue, una puntura spinale o una TAC.

Trattamento conservativo

Il trattamento conservativo consiste nel tenere il cane a riposo in maniera rigorosa, effettuare sedute di fisioterapia e somministrare farmaci antinfiammatori ed antidolorifici Può capitare che l’animale non riesce, a causa della lesione, a trattenere i bisogni. Il riposo rigoroso per diverse settimane è essenziale, per cui è preferibile confinare l’animale in un kennel o in uno spazio sufficientemente piccolo e uscire (al guinzaglio) solo per i bisogni. All’animale vanno vietati salti, corse o scale. È molto importante, ai fini del successo di questa scelta terapeutica, la collaborazione del le figure umane di riferimento.

Trattamento chirurgico

Se il cane ha forti dolori o non è in grado di camminare, allora è consigliabile un intervento chirurgico. L’operazione può avere un ottimo successo, soprattutto se eseguita entro pochi giorni dallo sviluppo dei sintomi. Tuttavia, la chirurgia spinale è un'operazione di elevata complessità che deve essere eseguita da operatori esperti e che prevede un periodo post operatorio di diverse settimane. Dunque, è consigliabile parlare approfonditamente con il medico veterinario e/o il neurochirurgo sui possibili rischi e i tempi di recupero.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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