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14 Novembre 2021
12:00

È morta Winter la delfina con la coda di plastica. La protesi le salvò la vita ma le tolse la libertà

Salvata a pochi mesi di vita dopo essere rimasta impigliata in una trappola per granchi a largo della Florida, la piccola Winter fu portata al Marine Aquarium di Clearwater dove ha vissuto per sedici anni. La coda amputata fu sostituita da una protesi in plastica e silicone che la trasformò nella star dell'acquario. La sua morte, annunciata dall'acquario sui social, a causa di un'infezione intestinale. Un film ha raccontato la sua storia.

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Winter

Già la scorsa settimana il Marine Aquarium di Clearwater aveva annunciato tramite i social che Winter, la delfina che nuotava grazie ad una protesi e che viveva nell’acquario della Florida da 16 anni, non stava bene. «Le analisi del sangue fanno pensare ad una gastroenterite», avevano scritto sulla pagina Facebook e Winter è morta.

La sua storia era diventata un film e lei l’attrazione principale dell’acquario che oggi la piange. «La famiglia CMA è distrutta – hanno scritto – Il team CMA Animal Care aveva osservato che il comportamento di Winter e i segni vitali erano in calo. L'equipe medica ha tentato diversi sforzi per salvarle la vita, ma è morta tra i suoi badanti». Un'infezione intestinale quindi l'ha uccisa a soli 16 anni, mentre viveva in cattività, dopo essere diventata l'attrazione principale dell'acquario dove si esibiva con la sua coda di plastica che le aveva salvato la vita ma le era costata la libertà.

Impigliata in una trappola per granchi, fu salvata e curata in un acquario della Florida

La sua storia, diventata appunto un film di successo, comincia quando la cucciola di delfino a soli due mesi si impiglia nelle corde di una trappola per granchi, vittima dello sfruttamento intenso del mare e dei suoi abitanti. Era il 17 dicembre 2005 e la delfina che sarebbe poi stata chiamata Winter stava nuotando libera nella laguna Mosquito al largo della costa della Florida. La corda della trappola per granchi nella quale si impigliò interruppe l'afflusso di sangue alla sua coda: per questo quando una piccola barca da pesca la vide, per salvarla la affidò alle cure del Clearwater Marine Aquarium. La sua vita cambiò per sempre: la coda venne amputata perché ormai troppo danneggiata, ma la delfina, che nel frattempo era diventata Winter, non tornò mai più libera. Rimase per sempre nell'acquario dove era stata accolta e curata. Inizialmente Winter sembrò in grado di tornare a nuotare anche senza coda, ma si capì che in quel modo si sarebbe danneggiata per sempre la spina dorsale. Kevin Carroll, che aveva già progettato protesi per altri animali, offrì il proprio aiuto e studio una protesi apposta per lei.

La protesi le salvò la vita ma non le restituì la libertà

Così come racconta il film "L'incredibile storia di Winter il delfino", Carroll e il team di esperti che si formò per risolvere il caso, impiegarono ben più di un anno per progettare e testare questa nuova coda di plastica e silicone. Studiarono e realizzarono anche una guaina gelatinosa per evitarle irritazioni sulla pelle. Un lavoro ingegnoso ed accurato che divenne un punto di riferimento anche per le protesi per gli esseri umani. In un primo momento però Winter si rifiutò di utilizzarla ma col tempo, adattandosi alla sua nuova condizione, imparò anche ad esibirsi diventando una vera e propria celebrità. E ovviamente un attrazione molto fruttuosa per l’acquario, dove ha continuato a vivere fino a ieri. Probabilmente se non fosse stata salvata e poi curata dai veterinari dell’acquario, Winter sarebbe morta. Certamente l’essere curata non le garantì di tornare a nuotare libera nel mare, ma la trasformò invece in un’attrazione spettacolare. Solo lei avrebbe potuto raccontare la sua storia dal suo punto di vista e dirci cosa avrebbe preferito.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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