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7 Febbraio 2024
9:00

Quali sono le conseguenze della plastica sugli oceani e sulla vita marina

La plastica può persistere per lunghi periodi di tempo negli oceani a causa della sua lenta degradazione. Ciò comporta numerosi impatti negativi sulla vita marina, sugli ecosistemi acquatici e sull’uomo stesso.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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L'inquinamento marino da plastica rappresenta una delle principali minacce per gli ecosistemi marini e la biodiversità. Si tratta di un fenomeno caratterizzato dalla presenza diffusa di rifiuti plastici, sotto forma di oggetti monouso, frammenti e microplastiche, all'interno degli oceani e dei mari. Una volta nell'ambiente marino, la plastica può persistere per lunghi periodi di tempo a causa della sua lenta degradazione. Ciò comporta numerosi impatti negativi sulla vita marina, sugli ecosistemi acquatici e sull’uomo stesso.

Che cos'è l'inquinamento marino da plastica

Una delle scoperte più incisive nella storia dell’essere umano, che ne ha influenzato significativamente il decorso, è stata l’invenzione della plastica, utilizzata praticamente in tutti i settori della vita umana, dal consumo alimentare alla medicina, dai trasporti a dispositivi di ogni genere.

Da oltre un secolo l’essere umano produce oggetti di plastica, alcuni monouso, alcuni con utilità relativa, altri assolutamente necessari, accomunati da un destino: durare centinaia di anni nell’ambiente quando non smaltiti correttamente.

A partire dalla Seconda Guerra Mondiale, la produzione e il consumo di oggetti in plastica ha visto una crescita esponenziale e ha prodotto fenomeni di inquinamento sulla terraferma e in mare, soprattutto in molti paesi dell’Asia e dell’Africa, dove i sistemi di raccolta dei rifiuti sono spesso inefficienti o inesistenti.

L'inquinamento marino da plastica è una grave minaccia per gli ecosistemi oceanici di tutto il mondo. Questo tipo di inquinamento ha raggiunto proporzioni allarmanti, causando danni irreparabili agli habitat marini e alle specie che li abitano.

Quali sono le cause dell'inquinamento marino

Le cause dell'inquinamento marino da plastica sono legate alle attività umane. La produzione e l'uso smodato di svariati materiali plastici, soprattutto monouso come bottiglie, sacchetti, imballaggi e contenitori, sono tra le principali fonti di inquinamento. La gestione inadeguata dei rifiuti, come lo smaltimento improprio e l'abbandono negligente, contribuisce ad amplificare il problema.

La plastica può raggiungere gli oceani attraverso vari canali, come scarichi industriali e rifiuti abbandonati. I fiumi inoltre trasportano grandi quantità di plastica dagli ambienti terrestri agli oceani, aggravandone l'inquinamento. Anche le dispersioni durante la produzione e il trasporto sono un’importante causa. È ad esempio recentissima la notizia dello sversamento in mare di circa 25.000 kilogrammi di pellet di plastica a causa della perdita di sei container durante il trasporto marittimo. Milioni di pellet, trasportati dalle correnti dell’Atlantico, hanno così raggiunto le spiagge del nord della Spagna causando una quantità di danni ancora da stimare.

Riassumendo, le principali cause di inquinamento marino da plastica includono:

  • Produzione su larga scala e consumo eccessivo;
  • Utilizzo smodato di oggetti monouso, come bottiglie, sacchetti e contenitori;
  • Smaltimento inadeguato dei rifiuti;
  • Scarsa riciclabilità di alcune plastiche, dovuto alla loro composizione per cui non possono entrare nei sistemi di riciclo esistenti;
  • Abbandono negligente e eliminazione in discariche non controllate o abusive che consente alla plastica di raggiungere fiumi e corsi d'acqua;
  • Perdite durante la produzione e il trasporto;
  • Presenza di microplastiche, ovvero particelle di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri che derivano dalla frammentazione di oggetti di plastica più grandi o esistenti già sotto forma di microsfere in alcuni prodotti.

Le conseguenze della plastica negli oceani

L'inquinamento marino da plastica ha impatti devastanti sugli oceani, sulla vita marina e sugli ecosistemi acquatici.

Le specie marine, tra cui pesci, uccelli marini e mammiferi marini, possono ingerire involontariamente frammenti di plastica, che causano gravi problemi di salute, ostruzioni digestive, danni agli organi interni e, spesso, la morte degli animali.

L’ingestione rappresenta una grave minaccia per numerose specie marine già a rischio, come le tartarughe marine e alcuni cetacei, che sono particolarmente vulnerabili all'inquinamento da plastica. Ad esempio, le tartarughe possono ingerire sacchetti di plastica scambiandoli per meduse, mentre i cetacei possono rimanere intrappolati o ingerire grandi quantità di plastica. In generale, l’intrappolamento e il soffocamento dovuto ai più svariati materiali plastici, dalle più svariate forme, causano un’elevatissima mortalità.

Inoltre, una volta ingerita dagli animali, la plastica entra nell’intera catena alimentare marina. Infatti, quando i pesci e altri animali marini ingeriscono plastica gli eventuali predatori possono anch'essi accumulare la plastica nei loro sistemi. Ciò può avere effetti a cascata, influenzando l'intero ecosistema e arrivando fino agli esseri umani che consumano prodotti ittici. La contaminazione da plastica ha quindi un effetto diretto anche sulla sicurezza alimentare e sulla qualità e salubrità dei prodotti ittici.

La plastica può inoltre danneggiare o distruggere gli habitat fondamentali per la biodiversità marina, come le barriere coralline e le mangrovie, portando alla perdita di specie marine e all'alterazione degli equilibri naturali.

Le sostanze chimiche utilizzate nella produzione di plastica possono inoltre rilasciarsi nell'ambiente acquatico, causando inquinamento chimico. Queste sostanze possono essere dannose per la vita marina, influenzando il comportamento riproduttivo, il sistema immunitario, oltre che ad essere direttamente tossici per i tessuti animali, minacciando quindi direttamente la sopravvivenza degli organismi acquatici.

Cosa possiamo fare

Per contrastare l'inquinamento marino da plastica, è essenziale adottare misure preventive come la riduzione dell'uso di plastica monouso, il miglioramento della gestione dei rifiuti e l'adozione di alternative sostenibili e riciclabili.

Affrontare l'inquinamento marino da plastica richiede azioni su scala globale e politiche ambientali incisive. D’altra parte la consapevolezza pubblica e i programmi educativi possono sensibilizzare la popolazione sull'importanza di ridurre il consumo di plastica e promuovere comportamenti più sostenibili prevenendo e mitigando gli impatti negativi dell'inquinamento marino da plastica e preservando la salute degli oceani. La collaborazione tra governi, industrie e cittadini è fondamentale per preservare la salute degli oceani e garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta.

Da un lato le industrie e le politiche dovrebbero quindi incentivare e spostare il mercato verso una sempre minore produzione e distribuzione di plastiche monouso e, d’altro lato, i consumatori dovrebbero fare scelte sempre più consapevoli. Eliminare una grande percentuale di contenitori e imballaggi è infatti possibile, scegliendo prodotti venduti sfusi. Se ci pensiamo ciò è possibile con quasi tutti i prodotti, da frutta e verdura a prodotti per la casa e detergenti. Ogni tipo di sostituzione, come passare dalle buste in plastica alle buste in tela riutilizzabili, e il corretto riciclaggio dei contenitori indispensabili, potrebbe essere un nostro piccolo contributo alla salvaguardia dell’ambiente.

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Laura Arena
Veterinaria esperta in benessere animale
Sono un medico veterinario esperto in comportamento animale, mi occupo principalmente di gestione del randagismo e delle colonie feline, benessere animale e maltrattamento animale con approccio forense. Attualmente lavoro in Italia, Spagna e Serbia.
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