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Dai pesci rossi ai cani, ai gatti: qualsiasi sia l’animale domestico della famiglia, nessuno di loro sarà il benvenuto nelle 124 case popolari che il Consiglio Comunale di Dublino sta assegnando ai suoi cittadini.
L’annuncio "NO ANIMALI DOMESTICI”, inserito nel bando per l'assegnazione degli alloggi, non lascia dubbi sia nella formula che nel carattere cubitale. Lascia però molte perplessità su questa condizione posta come requisito essenziale per fare la richiesta.
Una decisione che ha creato moltissime polemiche, vista l’irragionevolezza di mettere i possibili residenti degli alloggi davanti a una scelta assurda: o avere finalmente una casa, ma dover abbandonare il proprio amico, o tenere il proprio animale e rinunciare alla casa.
«Come si fa a chiedere di fare una scelta del genere?» ha rimproverato la senatrice del partito indipendentista irlandese Sinn Féin Lynn Boylan lei stessa pet mate di un cane. «È una cosa brutale chiedere di separarsi da un animale domestico. Chi ne ha uno sa quanto sia forte il legame amore che si crea, è chiedere a qualcuno di rinunciarvi è davvero crudele. Ci sono persone che dormono in macchina piuttosto che rinunciare al proprio animale considerato, giustamente uno della famiglia».
Nell’acceso dibattito che è tuttora in corso nella capitale irlandese è intervenuta anche Dog Trust, l’organizzazione a favore dei diritti e del benessere degli animali più importante del Paese, la quale ha sottolineato che purtroppo, però, per chi non ha un tetto sulla testa è quasi una scelta obbligata e il Comune in questo modo non fa altro che incrementare il numero di animali abbandonati come è evidente dall'aumento notevole di entrate registrate nei rifugi proprio di cani e gatti di pet mate che non riescono a trovare case in affitto in cui siano ammessi gli animali domestici.
Dopo lo scaturire delle polemiche, però, il Comitato per gli alloggi del Consiglio comunale di Dublino ha fatto opposizione chiedendo di riesaminare questo aspetto e minacciando lo Stato di portarlo in Tribunale per «violazione dei diritti umani». Secondo il Comitato, infatti, «tutti coloro che hanno bisogno delle case popolari devono avere gli stessi diritti».
Sottolineando, inoltre, «l’importanza degli animali domestici per le famiglie» e «i traumi e gli stress inutili» che la politica con questi divieti, totalmente mancanti di compassione, ha causato.
Il divieto di tenere animali domestici, infatti, sta incontrando sempre più l'incomprensione e la resistenza della popolazione ma anche dei politici locali. Sebbene, infatti, esistano almeno le eccezioni per i cani guida e i cani da assistenza registrati, per gli altri l’Amministrazione è molto rigida.
Ma sempre meno cittadini intendono rinunciare al proprio amico domestico e in numero sempre maggiore stanno alzando la loro voce per far sì che queste politiche di divieti vengano cancellate