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28 Aprile 2023
15:54

Diky non ce l’ha fatta: morto il cane investito da un pirata della strada vicino a Trento

A Villazzano, vicino a Trento, un cane è stato investito da un'auto che non si è fermata a prestare soccorso. Il veterinario è dovuto intervenire con l'anestesia perché l'animale ha subito lesioni alla spina dorsale.

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Nella mattinata di giovedì 27 aprile, a Villazzano, alle porte di Trento, un cane di taglia media è stato investito da un'auto che, dopo l'impatto si è allontanata senza prestare soccorso all'animale. L'intervento dei volontari di Oipa è stato immediato, ma il cane, un meticcio di nome Diky, non ce l'ha fatta. Aveva subito lesioni alla spina dorsale ed è stato indispensabile intervenire con l'eutanasia.

«Sono arrivato sul posto circa 10 minuti dopo l'impatto, perché contattato da una signora che vive in zona e sa che lavoro nelle vicinanze – spiega a Kodami Marco Ianes, volontario di Oipa Trentino che è intervenuto nel luogo dell'incidente e ha chiamato i soccorsi – Quando sono arrivato Diky era già privo di sensi e ho quindi deciso di chiamare prima di tutto i Vigili Urbani e poi il dottor Luca Lombardini, veterinario della Clinica di Martignano, che mi ha mandato immediatamente un suo collaboratore per trasferire l'animale d'urgenza verso l'ambulatorio. Nel frattempo, abbiamo fatto il possibile per rintracciare la pet mate, che ora è comprensibilmente distrutta emotivamente dalla terribile perdita. Quello che è successo a Diky è un evento davvero triste. Non mi riferisco all'incidente in se, che può accadere a chiunque guidi un'automobile, ma alla barbara decisione del pirata della strada che ha abbandonato un animale nonostante la sofferenza causata dall'impatto».

Ciò che contesta Ianes, infatti, non è il fatto che il cane sia stato investito, ma l'omissione di soccorso da parte dell'autista: «Purtroppo non abbiamo notizia di alcun testimone del momento dell'impatto, ma speriamo che qualcuno si faccia avanti dicendo di aver visto quanto accaduto – aggiunge il volontario – È avvenuto intorno alle 10 e 30 di giovedì 27 e lo sappiamo con certezza, perché la pet mate ha spiegato che Diky era appena scappato dalla recinzione di casa, dove stanno svolgendo dei lavori di ristrutturazione».

«Oipa Trentino riceve costantemente numerose telefonate di richiesta di soccorso per animali domestici e selvatici rimasti feriti ai bordi della carreggiata – aggiunge Ianes – Ogni volta ci muoviamo il più rapidamente possibile per contattare chi di dovere ma tra chi guida, forse, molti non sanno che il mancato soccorso, se si è responsabili dell'incidente, è un reato penale».

L’omissione di soccorso nei confronti di animali che abbiano subito lesioni in un sinistro in cui si è coinvolti, infatti, può essere punita con una sanzione pecuniaria che può superare i 1600 euro. A stabilirlo è il comma 9-bis dell'articolo 189 del Codice della Strada, secondo il quale l'autista che ha una qualche responsabilità in un incidente stradale, ha l'obbligo «di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno».

Se invece l'omissione riguarda persone che non sono direttamente coinvolte nel sinistro, oppure erano i passeggeri dell'auto coinvolta, il comportamento non è ritenuto penalmente rilevante, ma rappresenta comunque un illecito amministrativo.

Nel caso in cui, infine, si veda un animale a bordo strada, già ferito da un precedente impatto, è importante contattare quanto prima le autorità, evitando un intervento diretto, soprattutto per quanto riguarda la fauna selvatica.

Se non si possiedono le necessarie competenze veterinarie, di fatto, anche il semplice spostamento del corpo potrebbe rappresentare un ulteriore rischio per la salute dell'animale. La paura e lo shock dato dall'impatto, inoltre, potrebbero portare il soggetto a comportarsi in maniera aggressiva. Per questo motivo è particolarmente importante attendere l'arrivo delle forze dell'ordine o, come sottolineato da Ianes, il servizio veterinario competente.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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