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8 Settembre 2021
15:08

Demenza del cane e del gatto: oltre l’85% dei casi non viene diagnosticato

La demenza senile è malattia del sistema nervoso centrale frequente nell’animale anziano e che riguarda la sfera della percezione, della memoria e dell'apprendimento. Spesso non viene riconosciuta, ma è purtroppo molto frequente e per questo urge una maggiore consapevolezza da parte di noi tutti. Vets4Pets, un'associazione di medici veterinari inglese, ha predisposto un questionario per aiutare le persone a riconoscere eventuali segni della malattia.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Dott. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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La demenza senile è una malattia del cane e del gatto anziano spesso non riconosciuta, ma che è molto frequente e della quale urge una maggiore consapevolezza da parte di noi tutti. Si tratta di una malattia del sistema nervoso centrale frequente nell’animale anziano e che riguarda la sfera della percezione, della memoria e dell'apprendimento. Il principale fattore di rischio è l’età in quanto con il passare del tempo si modificano i processi metabolici delle cellule nervose  per la ridotta circolazione sanguigna del cervello e l’aumento dei processi di stress ossidativo. E’ una condizione ingravescente, simile al morbo di Alzheimer dell’uomo, per la quale non ci sono terapie efficaci.

I nostri fedeli amici a quattro zampe quando diventano anziani possono anche loro soffrire di disfunzione cognitiva o demenza. Oltre l’85% dei casi però rimane senza diagnosi perché questa condizione non è conosciuta e dunque non riconosciuta dai pet mate che spesso pensano a modifiche comportamentali “normali” con l’avanzare dell’età.

Non è così: siamo di fronte ad una vera e propria emergenza e per questo Vets4Pets, un'associazione di medici veterinari inglese, ha predisposto un questionario per aiutare le persone a riconoscere eventuali segni della malattia e per dare informazioni corrette sul riconoscere i campanelli d'allarme, come: nascondersi in posti inusuali, non riconoscere i familiari, abbaiare durante la notte in maniera immotivata, disturbi improvvisi di ansia da separazione, urinare e/o defecare in posti inusuali, mancata risposta agli stimoli.  Questi sono comportamenti o sintomi che però non necessariamente indicano una condizione di demenza ma certamente indicano l’opportunità di consultare il medico veterinario.

Di recente è stato dimostrato che l’integrazione della dieta e l’impiego di alcuni farmaci possono ritardare l’evoluzione della disfunzione assicurando una qualità di vita migliore. E’ anche molto importante stimolare il comportamento attivo dell’animale durante la sua vita per limitare il decadimento cognitivo.

La maggiore longevità dei nostri fedeli amici dovuta alle migliori condizioni di benessere della società e ai progressi della medicina veterinaria ci rende felici perché aumenta il tempo con cui possiamo condividere la nostra vita con loro, tuttavia ci pone davanti a delle nuove sfide sia ai medici veterinari che ai compagni umani che si spera di vincere in un futuro non troppo lontano.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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