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27 Agosto 2022
8:30

Cucciolo di orso nero legato, torturato e ucciso in Messico

La fine violenta di un cucciolo di orso nero di appena quattro mesi a Castaños, città dello Stato messicano settentrionale di Coahuila. L'episodio è accaduto davanti alla gente ferma a guardare, compresi agenti di polizia, ed è stato filmato dagli abitanti del posto.

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È stato legato, picchiato e torturato a morte. La sua "colpa" è stata quella di essersi avvicinato troppo a una comunità umana in cerca di cibo e acqua. È questa la fine che ha fatto un cucciolo di orso nero di appena quattro mesi a Castaños, città dello Stato messicano settentrionale di Coahuila.

Il violento episodio è accaduto davanti alle gente ferma a guardare ed è stato filmato dagli abitanti del posto. Diventato subito virale sui social network, ha scatenato indignazione e rabbia tra gli utenti che hanno chiesto provvedimenti anche contro i membri della polizia municipale che, come altri residenti, nelle varie foto e nei video si vedono non muovere un dito e appaiono pure divertiti.

La versione del sindaco di Castaños, Juan Antonio Garza, però, è di difesa degli agenti, sostenendo che la situazione fosse andata talmente fuori controllo che gli uomini in divisa non sono stati più in grado di fermare i residenti.

Intanto, però, la Procura generale dello Stato ha avviato un’indagine sulla morte dell’esemplare in pericolo di estinzione e sui maltrattamenti a cui è stato sottoposto e la Profepa, la Procuraduría Federal de Protección al Ambiente, autorità di protezione della fauna selvatica, ha fatto sapere che sta lavorando per riconoscere le persone nel video e fornire alle autorità gli elementi necessari per determinare i comportamenti che possono costituire un reato.

Su Twitter ha scritto anche il governatore dello stato, Miguel Riquelme, il quale ha assicurato che atti di crudeltà verso gli animali, come quello accaduto a Castaños, non saranno tollerati.

E dai social arriva anche la voce dell'attivista Saskia Niño de Rivera, presidentessa di Reinserta, organizzazione no-profit che combatte la violenza nel Paese lavorando sul sistema carcerario: «La disumanità di legare, picchiare e guardare un cucciolo di orso che viene ucciso è di persone che non provano dolore per la brutalità. E tutto questo dimostra come la normalizzazione della violenza sia un male che deve essere attaccato attraverso azioni preventive».

L’orso nero messicano, vive in alcuni Stati settentrionali come Nuevo León, Chihuahua, Sonora e Coahuila. La distruzione del suo habitat causata dalle attività umane e la caccia illegale, lo hanno fatto diventare una specie in via d’estinzione, la cui conservazione è però fondamentale per la biodiversità.

Ma pur essendo la loro uccisione e cattura, riconosciuti da tutte le legislazioni nazionali e internazionali come reati, queste azioni continuano ad essere al primo posto, insieme alla distruzione di habitat naturali e all’inquinamento, tra le minacce al nostro Pianeta, come spiega il Wwf nella sezione del suo sito dedicata ai crimini contro la natura.

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Simona Sirianni
Giornalista
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