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5 Agosto 2023
15:00

Cosa accadrebbe se un orso grizzly si accoppiasse con un orso polare?

Quando un orso polare si accoppia con un grizzly nasce un orso fertile, che presenta delle caratteristiche miste. Il suo nome è orso grolare ed è uno dei predatori più grandi del pianeta.

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I grizzly e gli orsi polari sono molto simili fra di loro, anche se il colore della loro pelliccia è diverso e abitano in ambienti completamente differenti. Questo perché in realtà l'orso polare è strettamente imparentato al grizzly, che migliaia di anni fa con un antenato comune si spinse così a nord da separarsi geograficamente in un'altra specie. Una condizione che ha portato gli animali a subire una serie di mutazioni genetiche che li ha condotti a divenire più grossi e territoriali dei loro cugini meridionali, oltre ad adattarsi all'ambiente impervio dei poli.

Per quanto ormai siano divenuti due specie separate e abbiano stili di vita e comportamenti completamente differenti, un po' come i cani e i lupi anche questi animali hanno conservato un minimo di informazioni genetiche in grado di permettergli di riprodursi fra di loro.Un fenomeno alquanto raro e che è stato ritenuto impossibile fino al 2006, quando la nascita di un orso grolare – così si chiamano i figli di queste particolari unioni fra grizzly e orsi polari – ha dimostrato alla scienza come potessero esistere degli ibridi.

Prima però di descrivere meglio questa particolare tipologia di orso, che potrebbe tra l'altro anche spiegare alcuni misteriosi avvistamenti di orsi colossali in Nord America, è il caso di ricordare quali sono le differenze fra grizzly e orsi polari, che risultano essere fra i più grandi predatori terrestri del nostro pianeta.

Le differenze tra orso polare e orso grizzly

L'orso polare (Ursus marittimus) presenta una pelliccia trasparente, che da lontano, a causa della riflessioni della luce, sembra bianca. È circa una volta e mezzo più grande di un grizzly medio e il suo peso varia da 350 ai 700 kg, per 3,5 metri di lunghezza. Abita le lande desolate del Polo Nord, oltre che le coste settentrionali dell'Alaska, del Canada, della Russia, della Groenlandia e di svariate piccole isole presenti del Mar glaciale artico. Cacciano prevalentemente le foche, anche se si possono nutrire dei resti di pesci, di balene e di beluga. Talvolta sono stati visti anche spazzare i resti di altri orsi, dimostrando così che possono spingersi al cannibalismo. Il loro metodo di caccia preferito è l'agguato e sono famosi per essere in grado di nuotare per giorni, riposandosi talvolta sopra gli iceberg. Sono inoltre tra i pochi animali a compiere il letargo sotto la neve, restando nei pressi del circolo polare durante l'inverno artico, fra i più rigidi del pianeta.

Il grizzly (Ursus arctos horribilis) abita invece nella regione occidentale del continente nordamericano, dallo stato di Washington, negli USA, al Canada e all'Alaska. Vive principalmente all'interno dei boschi e si nutre di frutta secca, vegetali, pesce, miele e la carne dei cervi wapiti, delle alci e dei bisonti americani. Per quanto però sia capace di abbattere questi animali, il grizzly caccia raramente ed è visto da un punto di vista ecologico più come uno spazzino, che come un vero e proprio predatore. I suoi metodi di caccia infatti sono molto meno efficienti rispetto a quelli di altri animali predatori o dello stesso orso polare, che è costretto a basare la propria dieta esclusivamente sulla caccia, per via delle differenti condizioni ambientali.

Inoltre è più piccolo dell'orso polare. Il suo peso infatti non supera mai i 360 kg, accumulando molto meno grasso e risultando meno muscoloso dell' U. marittimus, e la sua lunghezza massima è quella di 3 metri.

Fra le due specie inoltre l'animale più forte è sicuramente l'orso polare, per quanto il grizzly sia noto per essere uno degli orsi più aggressivi in natura, in particolar modo quando un adulto è accompagnato da dei piccoli. Entrambi quindi possono essere pericolosi e, per quanto un maggior numero di incidenti coinvolga il grizzly, in un eventuale scontro giocherebbero ad armi pari.

Orsi polari e Grizzly possono accoppiarsi?

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Se dovessimo considerare le probabilità che un eventuale incontro fra questi due animali porti alla nascita di un cucciolo, queste sarebbero molto basse, in quanto gli orsi aggrediscono qualsiasi intruso capiti loro a tiro.

Visto però la compatibilità genetica di queste specie, il fatto che la comparsa degli orsi polari (circa 600.000 anni fa) sarebbe recente e che esiste una sovrapposizione geografica in alcune aree del Canada e dell'Alaska, la possibilità che due esemplari di orsi diversi per atteggiamento, carattere, colore e dimensioni, decidano di farsi compagnia e magari riprodursi non è così bassa come ci si sarebbe aspettati in passato, quando si ignorava la loro stretta parentela.

Inoltre, in un momento storico in cui il cambiamento climatico sta spingendo gli orsi polari a scendere verso sud, per via dello scioglimento dei ghiacciai, e i grizzly a salire verso nord, per trovare refrigerio dal caldo, sono aumentati recentemente le probabilità di un loro incontro. Un fenomeno che è stato ripreso dagli stessi naturalisti che lavorano in Canada e in Alaska, dove alcune coppie formate da specie differenti di orsi sono stati avvistati mentre passeggiavano sulla costa settentrionale del continente nord americano.

Da qui ad immaginarci un futuro pieno di coppie miste è ovviamente un'altra cosa, assicurano gli stessi osservatori, ma anche il semplice fatto che questi orsi siano stati visti insieme è un indizio che le estreme condizioni che si stanno creando poco sotto al circolo polare artico stiano spingendo questi animali alla fin dei conti simili ad accettarsi o quanto meno tollerarsi, durante le stagioni meno dure.

Ormai, inoltre, è quasi certo che alcuni avvistamenti storici clamorosi di grossi orsi polari del passato, come l'Ursus inopinatus anche detto come orso di MacFarlane, in realtà non erano altro che degli ibridi fra orso polare e grizzly. A dimostrazione che anche in condizioni ambientali meno compromesse questi animali hanno continuato a incontrarsi per millenni, rinsaldando così anche i loro rapporti genetici e mantenendo la fertilità incrociata.

Altri esemplari noti di orsi grolari sono gli animali tenuti allo Zoo Osnabrück,in Germania, nati dopo il riconoscimento scientifico degli ibridi nel 2006, e l'orso di Jim Martell, un cacciatore che proprio quell'anno si ritrovò a sparare al primo orso grolare riconosciuto come tale nella storia, scambiandolo per un U. marittimus.

Le caratteristiche dell'orso grolare

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Gli orsi grolari – conosciuti anche come orsi pizzly – stanno diventando sempre più comuni in nord America, per quanto siano ancora una stretta minoranza della popolazione. Dai genitori possono prendere delle caratteristiche intermedie o limitarsi a rassomigliare più ad una specie, ma in generale risultano il perfetto mix di entrambi.

Presentano una gobba sul dorso, lunghi artigli e diverse macchie brune sul volto, sugli arti e sul dorso (caratteristiche da grizzly), ma tendono anche a possedere la pelliccia bianca, molto folta, ad essere abili nuotatori e a prediligere la carne rispetto ai vegetali. Accumulano inoltre molto grasso sulle zampe e nell'addome, tanto che molti bambini canadesi hanno cominciato a preferire questi orsi, rispetto alle altre forme, per via dell'aspetto che li rendono ai nostri occhi più docili.

Questo aspetto trae però in inganno. In verità questi orsi conservano l'atteggiamento schivo e aggressivo delle popolazioni polari, attaccando con più forza e violenza e risultando minacciosi quanto le stese altre specie. Rispetto però ad U. marittimus, gli ibridi sono bravi sia a camminare sul ghiaccio che ad esplorare la terraferma.

Come tanti altri animali ibridi, come la ligre, questi orsi inoltre soffrono di gigantismo, ovvero hanno una crescita incontrollata, dovuta dal fatto che nascono da due specie differenti. Gli orsi grolari insomma non smettono mai di crescere, possono raggiungere anche i 4 m di lunghezza e morire molto giovani, per colpa di questa condizione. Sostenere infatti la crescita incontrollata non è un fenomeno facile da gestire, per il sistema ormonale e metabolico di questo animale, che più invecchia e cresce più soffre la fame, consumando di più. Una condizione terribile, che rende questi animali molto difficili da gestire negli zoo e molto pericolosi, da incontrare in natura.

Non a caso, gli esemplari tenuti in cattività sono gestiti anche dal punto di vista ormonale, nel tentativo di ridurre loro le sofferenze legate dalla loro condizione e i trend di crescita.

A differenza di tante altre specie di ibridi, come il mulo, l'orso grolare è un animale fertile, in grado quindi di portare avanti la gravidanza o di ingravidare le femmine di ben tre gruppi di orsi: quelli polari, i grizzly e altre femmine grolari. Un caso più unico che raro, che secondo alcuni biologi potrà anche rappresentare il perfetto adattamento che consentirà la sopravvivenza degli orsi polari di seguito allo scioglimento dei poli.

I figli di tali incroci a loro volta possono essere più simili agli orsi polari o ai grizzly, ma in genere sono meno grossi dei loro genitori grolari, presentando anche una pelle più grinzosa, ricca di pieghe. Attualmente gli esperti che guidano il Codice internazionale di nomenclatura zoologica, che unisce i maggiori zoologi e tassonomisti del mondo, non hanno indicato come chiamare il frutto di queste unioni, così anche questi esemplari gergalmente vengono considerati orsi grolari, per quanto esistano delle differenze.

Il primo incrocio certificato fu comunque quello ucciso da Martell nel 2006, il cui studio ha consentito di scoprire che il padre dell'esemplare era un orso grizzly e la madre un'orsa polare. Attualmente l'orso di Martell è anche fra più grossi mai osservati e si stima che avesse circa 12 anni al momento della morte.

Le implicazioni ecologiche ed etiche degli ibridi tra orsi grizzly e orsi polari

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La scoperta di questo nuovo gruppo di ibridi ha aperto la strada a diversi dibattiti etici e scientifici inerenti la conservazione degli orsi polari, visto che alcuni esperti sostengono che gli ibridi permetteranno loro la sopravvivenza, mentre altri sostengono che porteranno solo dei problemi.

In effetti la comparsa di numerosi orsi ibridi in grado di indebolire il genoma della popolazione polare può risultare un problema, qualora volessimo garantire l'esistenza di orsi polari puri,non contaminati dalle mutazioni presenti di seguito all'accoppiamento con i grizzly. Bisogna però anche rendersi conto che le specie non sono dei monoliti immutabili, come credeva Linneo,ma che si adattano e cambiano a secondo dei mutamenti ambientali a cui vanno incontro. E visto che la comparsa degli orsi grolari sembra essere un fenomeno naturale – sì, provocato, ma non incentivato dall'uomo (non c'è una grande richiesta di questa tipologia di orsi nel mercato nero né negli zoo) – la ricerca sta dibattendo se continuare a considerare gli ibridi un problema o una risorsa per la salvaguardia di questi animali.

Di certo, d'altronde, siamo già consapevoli che il futuro prevedrà una perdita ancora più consistenze di territorio ghiacciato ai poli, quindi è indubbio che per salvare le popolazioni di orsi polari i ricercatori debbano cominciare ad accettare "piccoli sacrifici", in modo da permettere alla linea genetica di questi animali di continuare ad esistere anche in futuro.

Dal punto di vista umano inoltre l'esistenza all'interno del territorio di un grizzly, di un orso polare o di un ibrido non fa molta differenza: tutti questi animali sono sufficientemente forti e minacciosi da risultare pericolosi per l'uomo, ma visto che è possibile gestirli tramite l'impiego di cani da guardinia, recinzioni e dissuasori (come estrema ratio in Canada e Alaska si usano anche i fucili), l'impatto per le comunità sarebbe minimo, al di là di un maggior numero di predatori in circolo.

Dal punto di vista ecologico invece la presenza degli ibridi cambia notevolmente. Come detto sopra, sono molto più voraci degli altri orsi. Mangiano di tutto, pur di soddisfare la propria fame. Questo ovviamente recherebbe alcuni danni all'ambiente e alle specie già presenti nell'ecosistema, come le prede o le altre specie di orsi. La competizione fra orsi grolari e gli altri predatori può infatti sfociare in feroci conflitti, dove di solito ad avere la meglio è proprio l'ibrido, a causa della sua forza. La loro presenza quindi potrebbe arrecare pesanti danni alla biodiversità, seppure tali danni siano enormemente inferiori rispetto alla effetti dovuti dalla presenza degli esseri umani.

A seguito quindi di queste problematiche e del fatto che questi orsi possono intaccare alcuni progetti di conservazione della natura e degli orsi polari, alcuni stati settentrionali del Canada hanno cominciato a vigilare sul numero di orsi grolari sulla costa, decidendo di volta in volta di catturare o meno gli animali più pericolosi nelle aree maggiormente popolate di orsi. Una scelta infelice, che ha fatto infuriare alcune associazioni animaliste, ma che a detta degli esperti serve solo per limitare il numero di nascite di ibridi e gli incidenti connessi a questi animali.

Con il costante aumento delle temperature atmosferiche, le situazioni attorno alle principali comunità umane tenderanno a cambiare e sono molti i cittadini canadesi e dell'Alaska che hanno cominciato a chiedere di sparare agli orsi (di tutte le tipologie) che si avvicinano un po' troppo alle strade urbane. Ciò a indizio del fatto che in futuro il conflitto fra esseri umani e orsi di diverse specie potrà raggiungere ulteriori livelli di spietatezza, con il progredire dello scioglimento delle nevi. Un problema che tutti gli scienziati e i conservazionisti interessati nel benessere degli orsi polari come degli ibridi hanno a cuore, cercando di inventare delle soluzioni utili nel mantenere ancora a lungo la convivenza fra esseri umani e questi splendidi animali a rischio di estinzione.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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