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11 Giugno 2023
9:00

Come reagisce un cane alla morte di un altro cane?

I cani sono animali sociali e come tali anche loro possono soffrire per la perdita di un compagno o una compagna. Ogni cane reagisce però a modo suo alla morte di un altro cane.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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I cani sono animali eminentemente sociali. Nel loro DNA è inscritta la necessità di intrecciare relazioni attraverso le quali costruire i propri predicati individuali. Queste relazioni possono avere molte caratteristiche e livelli di profondità. Ma cosa accade ai nostri cani quando una relazione si spezza, per esempio a causa della morte di una compagna o un compagno? Come reagisce un cane alla morte di un altro cane?

Troppo spesso siamo alla ricerca di modelli di comportamento che siano adeguabili a tutti gli appartenenti ad una specie animale diversa dalla nostra. Ancora oggi, nonostante le scoperte in campo scientifico, per molte persone i cani sono standardizzabili tra di loro. Insomma, facciamo ancora fatica a riconoscere loro una soggettività e ad accettare che non vi sia una cosa che valga universalmente per tutti gli appartenenti ad una medesima specie animale. Chiedersi “come reagisce un cane alla morte di un altro cane?” aspettandosi una risposta universale che valga per tutti i cani è alquanto ingenuo e riduttivo. Sarebbe come chiedersi “Come reagiscono gli umani alla morte degli altri umani?”: la naturale risposta secca a un tale quesito è, ancora una volta: dipende!

Le reazioni dei cani alla morte di un altro cane

Come un cane possa vivere intimamente la dipartita di un compagno a lui caro è qualcosa che non potremo mai indagare fino in fondo. Quello che possiamo fare è osservare ciò che accade, interpretare il comportamento e gli stati emotivi attraverso la lettura del linguaggio del corpo. Ma sapere come davvero quel particolare cane senta dentro di sé la perdita di un compagno va oltre le nostre possibilità.

A dire il vero non solo per quanto riguarda i nostri cani, ma ancora una volta possiamo pensare a noi: chi, al oltre noi stessi, può sapere come sentiamo la perdita di qualcuno di caro? Certo, noi possiamo provare ad esprimere il nostro sentimento a parole, e sicuramente ci sono scrittori e poeti che possono esserci d’ispirazione nel tentare di esprimere un sentimento che forse non ha parole per essere espresso veramente a qualcun altro. Tuttavia ci sono molti casi in cui la perdita di un compagno è causa di effetti molto evidenti, anche se bisogna comunque mantenere alta la guardia circa il fraintendimento causato dalle nostre aspettative, credenze, dal nostro stesso stato emotivo nell’interpretare il comportamento di un cane, o ancor più nell'influenzare il suo stato emotivo a causa, per esempio, della nostra tristezza e del nostro stesso dolore.

Ci sono moltissimi casi invece nei quali, apparentemente, un cane non mostra alcun interessamento per il compagno deceduto. Parliamo di quando un individuo ha la possibilità di vedere il corpo senza vita. Alcuni si limitano ad una rapida annusata e poi sembra si disinteressino. In altri casi invece il cane è preso da un profondo stato di angoscia, pare non capire come mai il compagno non si muova, non reagisca alle sue stimolazioni e, in alcuni casi può anche diventare molto protettivo impedendo agli altri di avvicinarsi al corpo.

Ci sono poi individui che per un lungo periodo sono presi dalla depressione, divengono inappetenti, si isolano e si lasciano andare a lamenti strazianti. Per lungo tempo cercano il loro compagno e la tristezza non li abbandona, nemmeno quando dormono.

Sono moltissimi i modi di reagire ma attenzione a non commettere l’errore di credere che un cane che apparentemente non mostri segni di patimento non abbia avuto una relazione di profondo affetto con il cane scomparso. In alcuni casi gli effetti di una morte in famiglia si manifestano anche a distanza e hanno a che fare con cambiamenti fisiologici che emergono col tempo, come quando un individuo è sotto l’effetto di uno stato di stress permanente: dissenteria, deficit del sistema immunitario, alopecia, dimagrimento, eccetera.

Il fatto è che il rapporto con la morte può essere qualcosa di strettamente influenzato dall’ambiente culturale in noi esseri umani, ma sapere cosa sia in sé la morte per gli altri animali è arduo dirlo. Non sappiamo nemmeno se esista questo concetto o se alcuni di loro, come molti di noi, vivano con l’angoscia della morte. A tal proposito si sono fatte molte osservazioni, almeno per quanto concerne alcune specie, nelle quali appare evidente il senso del lutto.

Come vivono il lutto gli animali?

Il concetto di lutto, inteso come il processo di affrontare la morte di un individuo e elaborare il dolore della perdita, è ormai chiaro che non sia un’esclusiva dell’essere umano. Negli ultimi decenni, i biologi, gli etologi e gli esperti del comportamento animale hanno accumulato un crescente corpus di prove che lo dimostrano.

Nei primati come scimpanzé e gorilla, ad esempio, a seguito di un lutto, gli individui possono mostrare un periodo di silenzio prolungato, evitare di interagire con il corpo del compagno morto e manifestare segni di stress emotivo come il gemito o l’aggressività. In alcuni casi, i primati possono anche esibire rituali funebri, come toccare o abbracciare il corpo senza vita.
Ma anche in specie animali più lontane da noi dal punto di vista filogenetico si sono fatte importanti osservazioni. Gli elefanti, ad esempio, animali noti per la loro intelligenza e complessità sociale, hanno dimostrato una notevole capacità di elaborare il lutto per i loro compagni deceduti. I biologi hanno osservato che gli elefanti possono circondare il corpo dell’individuo morto, toccarlo con la proboscide e persino coprirlo con foglie o rami. Inoltre, gli elefanti, possono mostrare segni di tristezza prolungata come abbassare le orecchie e camminare lentamente in una sorta di processione.

Ribadiamo che il rischio di una sovrapposizione antropocentrica è molto alto, ma in taluni casi è difficile riuscire a mantenere un atteggiamento del tutto neutrale. Ciò infatti richiede uno sforzo che i ricercatori cercano di sostenere proprio attraverso i canoni della ricerca scientifica, con tutti i relativi "paletti". Tuttavia questi comportamenti sono stati osservati anche nei cetacei, che in molti casi cercano di portare a galla il compagno morto, lo toccano e vogliono risvegliarlo, lo vegliano insomma. Anche se in questo caso pare non comprendano il senso della morte, o non la vogliano accettare.

Come vive il lutto il cane e come aiutarlo

Comunque, nell'ambito scientifico il dibattito è ancora aperto, e forse lungi dall'essere risolto. Sta di fatto che se una parte sostiene che il lutto sia qualcosa di «istintivo», un impulso attivato dalla sola presenza del cadavere di un compagno, senza che vi sia perciò una rielaborazione emotiva e cognitiva, che manchi quindi una sorta di consapevolezza, per altri è invece la dimostrazione della coscienza individuale e di una soggettiva elaborazione del dolore risultante da un forte legame sociale e affettivo tra individui. E questo è stato proprio ciò che è emerso da uno studio condotto da Federica Pirrone, etologa e ricercatrice presso l'Università degli Studi di Milano (nonché membro del comitato scientifico di Kodami) in cui è stato messo in evidenza che «abbiamo prove solide che dimostrano che i cani soffrono per la perdita di un conspecifico. I cambiamenti nel comportamento e nell'espressione delle emozioni nei cani dopo la perdita di un compagno, sono compatibili con ciò che tutti definirebbero come lutto».

Non possiamo quindi dire come si comportano i cani al cospetto della morte di un individuo in senso generale, che si tratti di un caro a loro o meno. Non sappiamo come i cani intendano il concetto della morte in sé, ma quello che possiamo osservare, in taluni casi, è l'emergere del dolore per la perdita, e spesso questo porta a dei cambiamenti nella vita del gruppo. Quando un soggetto lascia il suo gruppo familiare è possibile che le dinamiche relazionali tra gli altri cambino perché non più influenzate o orientate dalla presenza e dall'individualità di uno dei suoi membri. Ognuno vive il distacco e il dolore in modo profondamente soggettivo, comunque l'esperienza ci dice che raramente la morte di un caro non porta delle conseguenze nello stato di chi resta, anche quando apparentemente un cane non mostra evidenti segni di patimento, o quantomeno non così eclatanti da poter essere colti anche da noi nell'immediato.

A noi non resta che rispettare il silenzio e stare vicino a chi soffre, con pazienza e affetto, il tempo aiuterà a rielaborare la perdita e a ritrovare un proprio posto nel mondo per andare avanti e tornare ad apprezzare la vita insieme.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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