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9 Novembre 2023
16:05

Come elefanti, bisonti e altri grandi erbivori modellano il paesaggio aiutando la biodiversità

I grandi erbivori rendono la copertura arborea delle aree protette più variabile e diversificata, cosa che aumenta la diversità di habitat e vegetazione favorendo in generale la biodiversità. Un fenomeno cruciale ma non ancora sufficientemente considerato nel quadro della gestione sostenibile dei territori e del ripristino degli ecosistemi.

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Utilizzando dati satellitari al livello globale, un gruppo di ricercatori ha mappato la copertura arborea delle aree protette di tutto il mondo. E i risultati del loro studio, pubblicati recentemente sulla rivista One Earth, dimostrano chiaramente che le regioni in cui vivono elefanti, bisonti e altri grandi erbivori sono anche quelle con una copertura arborea più variabile e diversificata, il che rende più eterogenei habitat e vegetazione favorendo in generale la biodiversità.

Mantenere ecosistemi il più possibile ricchi di specie diverse e più resilienti ai disturbi e alle alterazioni causate dalle attività umane è fondamentale per tutelare la biodiversità e per contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. E in questo la megafauna erbivora, ovvero tutte quelle popolazioni animali di grandi dimensioni, gioca un ruolo fondamentale.

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Immagine da Wang et al., 2023

Animali enormi come elefanti, bisonti, cervi e tanti altri, anche solo mangiando voracemente foglie, arbusti e cortecce possono infatti avere un impatto enorme nel plasmare il paesaggio e la diffusione delle specie vegetali e proprio per questo vengono talvolta chiamati anche ingegneri ambientali. In ogni ecosistema esiste quindi un'intricata rete di interazioni che lega questi grandi erbivori e la diversità o la distribuzione degli alberi, fenomeno che influenza anche tutte le altre specie.

Grazie a questo studio, gli autori hanno infatti trovato una forte correlazione tra la biomassa dei grandi erbivori e una maggiore variabilità nella copertura arborea nelle aree protette, in particolare per quanto riguarda erbivori non troppo specializzati nella dieta come appunto elefanti, bisonti e alci. I risultati ottenuti supportano quindi l'idea che i grandi erbivori favoriscono una struttura vegetale più diversificata, creando quindi habitat favorevoli e ospitali per tante altre specie.

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Per rendere meglio l'idea possiamo – semplificando molto – immaginare per esempio un grande bosco composto esclusivamente da faggi o a un campo agricolo in cui viene coltivata una sola specie vegetale. In questi tipi di ambienti così poco diversificati, prospereranno necessariamente solo quelle poche specie strettamente legate a questo tipo di vegetazione, riducendo quindi la biodiversità dell'area.

Quando invece gli erbivori mangiano massicciamente foglie, germogli o giovani alberi – oppure quando semplicemente calpestano o abbattono la vegetazione – possono creare spazi vuoti, aree aperte, pozze di fango e micro habitat che favoriscono la crescita di altre specie vegetali e, di conseguenza, di tutti gli altri animali a esse legate, mantenendo quindi più elevata la biodiversità e la resilienza degli ecosistemi alle perturbazioni, come gli incendi.

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In virtù di questi risultati, gli autori evidenziano quindi la necessità di integrare anche i grandi erbivori all'interno delle strategie di ripristino e conservazione degli ecosistemi, una delle priorità ambientali di oggi. Non solo per il futuro degli animali stessi, che sono spesso specie minacciate, ma anche e soprattutto per il ruolo cruciale che questi erbivori svolgono nel modellare i paesaggi e favorire la biodiversità.

Per i ricercatori, del resto, questo aspetto non è ancora sufficientemente considerato nel quadro della gestione sostenibile dei territori e del ripristino degli ecosistemi. A partire dal 2020, l'ONU ha infatti dichiarato il decennio che stiamo vivendo come quello del ripristino degli ecosistemi. In totale, 115 paesi hanno accettato di ripristinare e restaurare fino a 100.000 km2 di natura compromessa dalle attività umane. E per raggiungere questo obiettivo ambizioso in tutto il mondo sono necessari molti più grandi erbivori che vivono liberi modellando paesaggi ed habitat.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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