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25 Febbraio 2024
10:00

Come è cambiata la biodiversità a causa dei cambiamenti climatici e dell’uso del suolo

Un nuovo studio rivela come i cambiamenti climatici stiano minacciando la biodiversità della Gran Bretagna, con l'espansione delle specie amanti del caldo e l'omogeneizzazione dei paesaggi.

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E' ormai noto che i cambiamenti climatici stiano trasformando gli ecosistemi e alterando le temperature mutando, così, gli habitat delle specie costringendole a cambiare le loro abitudini. Una nuova ricerca condotta dall’Università svedese di scienze agrarie e dall’Università della Northumbria ha rivelato che, con l'espansione degli areali delle specie amanti del caldo a causa dei cambiamenti climatici, i paesaggi della Gran Bretagna stanno progressivamente perdendo la loro diversità biologica distintiva. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature Ecology and Evolution.

È innegabile che l'ambiente e la biodiversità stiano subendo cambiamenti a causa delle alterazioni climatiche. Tuttavia, non è chiaro come la mutazione del clima e il cambiamento dell'uso del suolo interagiscano tra loro influenzando la biodiversità. Per cercare di avere un'idea il più chiara possibile su questa tematica, un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio che ha unito osservazioni a lungo termine su uccelli, farfalle e varie piante con una mappa che mostra come l'uso del suolo sia cambiato nel tempo, insieme a dati climatici forniti dal Met Office.

Esattamente come gran parte del mondo, anche la Gran Bretagna è diventata sempre più calda e umida negli ultimi 100. Dall'inizio del XX secolo, infatti, l'agricoltura e la silvicoltura si sono intensificate in tutta Europa, cambiamenti ampiamente associati al declino della biodiversità. In aggiunta, l'espansione delle aree urbane ha comportato l'utilizzo del suolo per la costruzione di città e paesi, causando alterazioni e talvolta la distruzione di interi ecosistemi. Considerato tutto ciò, dallo studio ci si aspettavano dei risultati drastici, eppure sembrano non esserlo così tanto, almeno apparentemente.

I ricercatori hanno scoperto che il numero complessivo di specie trovate a livello locale sta aumentando. Tuttavia, anche se può sembrarlo, questa non è comunque una bella notizia. Il fatto è che, in un contesto in cui l'uomo sta alterando e plasmando a suo piacimento i paesaggi, a sopravvivere sono solo quelle specie in grado di resistere a tali cambiamenti e, anzi, a trarne vantaggio. Questo ha fatto si che aumentasse la ricchezza di queste specie e che, allo stesso tempo, si verificasse un'omogeneizzazione del paesaggio. Questo vuol dire che le diverse comunità ecologiche della Gran Bretagna hanno pian piano cominciato ad assomigliarsi proprio perchè vi era l'azzeramento delle diversità tra i diversi ecosistemi a causa delle modifiche realizzate dall'uomo.

Queste scoperte sono già motivo di grande preoccupazione, e, come si suol dire, "bastano e avanzano". Eppure le brutte notizie non sono ancora finite. I ricercatori sostengono che, sebbene la gran parte dei cambiamenti relativi alla copertura del suolo sia avvenuta nel 1990, l'omogeneizzazione biotica è continuata nel corso del tempo e continua ad esserci tutt'oggi. Questo potrebbe indicare che il calo della biodiversità non ha ancora raggiunto il suo picco più basso in quanto non è al passo con le attività umane. Il dottor Andrew Suggitt, Professore assistente in Ecologia presso l'Università di Northumbria, a proposito di questo, ha sottolineato l'urgente necessità di proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali, considerando anche la possibilità di eventuali effetti ritardati dei cambiamenti ambientali.

L'importanza di studi come questo risiede nella capacità che hanno di farci riflettere sulle nostre azioni. Il modo in cui l'uomo ha cambiato il Pianeta nel corso del tempo senza curarsi minimamente degli altri esseri viventi  è a dir poco spaventoso. L'essere umano si è preso il diritto di plasmare il mondo suo piacimento mettendo in bilico l'equilibrio che interconnette tutti gli esseri viventi, equilibrio che adesso vacilla sempre di più. E' nostro dovere, quindi proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali, così come adottare misure politiche e pratiche che riducano l'impatto negativo delle attività umane sull'ambiente. Questa ricerca, come tante altre, ci serve per ricordarci che il Pianeta è prezioso e che dobbiamo prendercene cura.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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